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Guterres molto preoccupato per situazione a Rafah spera che Israele si fermi

Il conflitto a Gaza al centro della conferenza stampa del Segretario Generale dell'ONU

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

In una conferenza stampa al Palazzo di Vetro, per stabilire le sue priorità del 2024, giovedì il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha espresso profonda preoccupazione per la situazione a Gaza, ribadendo il suo appello per un cessate il fuoco immediato e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi.

Guterres ha espresso profonda preoccupazione per le notizie secondo cui l’esercito israeliano intende ora concentrarsi su Rafah. “Metà della popolazione di Gaza è ora stipata a Rafah. Non hanno nessun posto dove andare. Non hanno casa e non hanno speranza”, ha affermato, chiedendo un immediato cessate il fuoco umanitario, il rilascio incondizionato degli ostaggi e “passi reali, visibili e concreti” verso una soluzione a due Stati in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite e il diritto internazionale.

“Le ripetute ostilità sanguinose e decenni di tensioni e occupazione non sono riusciti a garantire uno Stato ai palestinesi o sicurezza agli israeliani”, ha affermato.

“In Medio Oriente e nel mondo abbiamo bisogno di pace in tutti i sensi”, ha ribadito. “Il nostro mondo non può permettersi di aspettare”.

Ricordando il suo discorso di ieri all’Assemblea Generale, dove ha presentato le sue priorità per il 2024, il capo delle Nazioni Unite ha sottolineato i conflitti violenti, le divisioni geopolitiche e la crescente polarizzazione all’interno delle comunità e ha sottolineato che la pace è il “filo conduttore” che collega le molteplici sfide affrontate a livello globale.

UN Secretary-General António Guterres (seated) briefs the press on his priorities for 2024. (UN Photo/Loey Felipe)

“Ieri ho presentato una valutazione del mondo lucida e sobria. Non è il momento di tirare pugni”, ha detto, ma quello di affrontare le “sfide esistenziali” che il mondo si trova ad affrontare – dal pericolo nucleare all’emergenza climatica e ai rischi posti da un’intelligenza artificiale incontrollata – e ciò richiede molto di più da fare a tutti i livelli. “Sarà necessario un dialogo serio tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, tra economie ricche ed emergenti, tra nord e sud, est e ovest”. Il Segretario generale ha chiesto riforme istituzionali, a partire dalla revisione del Consiglio di sicurezza e delle istituzioni di Bretton Woods: la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale (FMI).

Riconoscendo il passaggio da un mondo unipolare a uno multipolare, ha sottolineato la necessità di meccanismi rinnovati e inclusivi di governance multilaterale per prevenire la moltiplicazione dei rischi.

Guardando al futuro, Guterres ha sottolineato l’imminente vertice del futuro di settembre, sottolineando l’importanza della nuova agenda per la pace, dello stimolo agli obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’organismo consultivo delle Nazioni Unite sull’intelligenza artificiale.

Ha inoltre sottolineato la necessità di allineare le istituzioni ai tempi attuali e di preservare principi come il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario.

Nell’affrontare le crisi immediate, Guterres ha espresso particolare preoccupazione per i conflitti in corso in Ucraina e a Gaza, dove “la situazione continua a peggiorare” e le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite continuano a subire negazioni di accesso, ritardi e pericoli. “Cerchiamo di essere chiari: negare l’accesso umanitario significa negare gli aiuti umanitari ai civili”, ha sottolineato.

Quando un giornalista del Sudafrica gli ha chiesto una reazione alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ha recentemente affermato che c’è il rischio che Israele possa commettere un genocidio a Gaza se non cambia la sua campagna militare, Guterres ha risposto: “Noi manifestiamo pieno sostegno alla Corte internazionale di giustizia”. “Noi chiaramente – ha aggiunto – esprimiamo la convinzione che tutte le sue decisioni devono essere attuate. E questo è un punto assolutamente centrale”. 

A chi gli ha chiesto se le azioni intraprese di licenziare alcuni dipendenti dell’agenzia dell’ONU per i palestinesi non siano state premature, dato che non si hanno ancora le prove della complicità di questi con Hamas, Guterres ha replicato:  “Non potevamo rischiare di aspettare, dovevamo agire immediatamente. Se ci saranno cose da correggere lo faremo”.

Quindi Guterres ha anche detto che se Israele presentasse delle accuse sull’esistenza di Hamas all’interno del sistema delle Nazioni Unite, queste accuse sarebbero immediatamente indagate: “Una cosa può essere assolutamente certa: qualsiasi accusa ci venga presentata dal governo di Israele in relazione a qualsiasi altra infiltrazione di Hamas nelle Nazioni Unite, a qualsiasi livello, agiremo immediatamente”, ha detto Guterres.

“Half of Gaza’s population is now crammed into Rafah. They have nowhere to go.

They have no homes – and they have no hope” – UN chief @antonioguterres pic.twitter.com/lnaxjoP7dB

— UN News (@UN_News_Centre) February 8, 2024

Ad un certo punto un giornalista israeliano ha chiesto al Segretario Generale se avesse un messaggio per gli israeliani dopo che il loro governo lo ha così tanto criticato per le sue posizioni prese dopo il 7 ottobre. Qui Guterres ha dedicato molto tempo nel rispondere, raccontando che quando era premier del Portogallo, aveva avuto un rapporto particolare con i leader Rabin e Peres, “leader che cercavano la pace”,  e che lui si è sempre battuto per aiutare Israele ad ottenere la sua “sicurezza e il suo diritto di vivere in pace”. Subito dopo il 7 ottobre “ho denunciato con la massima fermezza l’attacco terrorista” e richiesto “la liberazione degli ostaggi” ha ricordato Guterres. Però, ha subito aggiunto, “questo non mi impedisce di volere e dichiarare sempre lo stesso diritto anche per i palestinesi, che hanno diritto al loro Stato”. 

Alla domanda sulle sue aspettative per il Vertice del futuro, Guterres ha affermato che l’ONU ha presentato le sue proposte e spetta agli Stati membri prendere le decisioni. “Vorrei che il Summit del Futuro approvasse gli aspetti chiave della Nuova Agenda per la Pace”, ha affermato, aggiungendo che vorrebbe vedere una forma più olistica di prevenzione e misure importanti, come per esempio per nuovi tipi di armi e il disarmo nucleare. Ha anche espresso la speranza per alcune riforme positive del Consiglio di Sicurezza e “chiare indicazioni” sulla necessità di riforme per l’architettura finanziaria internazionale. “Ciò che vogliamo è acquisire coscienza che le nostre istituzioni sono obsolete e che abbiamo bisogno di un multilateralismo che sia molto più inclusivo e adatto alle realtà di oggi”.

A chi gli chiedeva, dopo aver detto due anni fa che il “giorno più triste” del suo mandato coincideva con l’invasione russa dell’Ucraina, se pensa lo stesso dopo quello che accade a Gaza, Guterres ha replicato: “Lo dico di entrambi”.

Un altro momento dove la tristezza di Guterres è stata al centro della conferenza stampa, è quando gli è stato chiesto come si sentisse ogni volta che i suoi appelli alla pace, al cessate il fuoco,  cadono ripetutamente nel vuoto. “Mi sento molto triste”, ha detto il Segretario Generale, “quando vedo che non ho alcun potere per poter fermare questi conflitti.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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