Sono passati più di cento giorni da quando, dopo l’attacco terroristico di Hamas contro i cittadini israeliani (circa 1200 morti), Israele ha scatenato la furia della guerra contro Gaza che ha provocato la morte di oltre ventimila civili.
Al Palazzo di Vetro di New York, per rimarcare il triste anniversario, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha espresso profonda preoccupazione per il livello “senza precedenti” di vittime civili e per le condizioni umanitarie “catastrofiche”. Ma la sua preoccupazione non si è focalizzata soltanto su Gaza, ma anche sul confine tra Israele e Libano, per gli scontri a fuoco ormai quotidiani lungo la “Blue Line” che separa l’IDF e gli Hezbollah (e dove ci sono i soldati di pace dell’ONU, di cui 1060 sono italiani) avvertendo di “smetterla di giocare con il fuoco”.
“Esiste una soluzione per aiutare ad affrontare tutti questi problemi. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato”, ha ribadito Guterres ai giornalisti che lo ascoltavano (senza poter far domande) più on line che in presenza.
Guterres, ricordando gli attacchi terroristici del 7 ottobre di Hamas contro i civili israeliani e la presa di ostaggi, di cui ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato, ha inoltre chiesto un’indagine approfondita e un procedimento giudiziario sulle accuse di violenza sessuale commesse quel giorno dai militanti palestinesi.
Allo stesso tempo, commentando le azioni delle forze israeliane nella Striscia di Gaza, Guterres ha osservato che l’“assalto” ha provocato una “distruzione totale” e un tasso senza precedenti di uccisioni di civili da quando lui è Segretario generale.
“Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese. La situazione umanitaria a Gaza è al di là delle parole. Da nessuna parte e nessuno è al sicuro”.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi (UNRWA), 1,9 milioni di abitanti di Gaza – l’85% della popolazione dell’enclave – sono stati sfollati, alcuni più volte. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, oltre 23.700 palestinesi sono stati uccisi e altri 60.000 feriti.

La crisi ha anche causato la morte di 152 membri del personale delle Nazioni Unite: la più grande perdita di vite umane nella storia dell’Organizzazione. “Gli operatori umanitari, sotto enorme pressione e senza garanzie di sicurezza, stanno facendo del loro meglio per portare avanti le proprie missioni all’interno di Gaza”, ha detto il capo delle Nazioni Unite.
Guterres ha delineato gli enormi ostacoli che impediscono gli aiuti a Gaza, identificati non solo dalle Nazioni Unite. Ha sottolineato che un’efficace consegna di aiuti umanitari è impossibile a causa dei pesanti, diffusi e incessanti bombardamenti.
Materiali vitali, tra cui attrezzature mediche salvavita e parti fondamentali per la riparazione di strutture e infrastrutture idriche, sono stati rifiutati con poca o nessuna spiegazione, interrompendo il flusso di forniture critiche e la ripresa dei servizi di base. “E quando un articolo viene rifiutato, il lungo processo di approvazione ricomincia da zero per l’intero carico”, ha aggiunto Guterres, sottolineando altri ostacoli tra cui i divieti di accesso, percorsi non sicuri e frequenti blackout delle telecomunicazioni. Sottolineando gli sforzi delle Nazioni Unite per aumentare gli aiuti, Guterres ha invitato le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale, “per proteggere i civili e garantire che i loro bisogni essenziali siano soddisfatti”. È necessario un aumento immediato e massiccio dell’offerta commerciale di beni essenziali, ha aggiunto, sottolineando anche che i beni di prima necessità dovrebbero essere disponibili anche sui mercati per tutta la popolazione.

(UN Photo/Loey Felipe)
Il Segretario generale ha inoltre messo in guardia dall’aumento delle tensioni in tutto il Medio Oriente. “Le tensioni sono alle stelle nel Mar Rosso e non solo – e potrebbero presto essere impossibili da contenere”, ha detto, esprimendo preoccupazione per il fatto che gli scontri a fuoco attraverso la Linea Blu – la demarcazione “cuscinetto” che separa gli eserciti israeliano e libanese pattugliata dai caschi blu dell’UNIFIL– rischino di innescare una più ampia escalation tra le due nazioni e incidendo profondamente sulla stabilità regionale.
Esprimendosi “profondamente preoccupato” per ciò che sta accadendo, il Guterres ha sottolineato che è suo “dovere” trasmettere un messaggio semplice e diretto a tutte le parti: “Smettere di giocare con il fuoco oltre la linea blu, ridurre l’escalation e porre fine alle ostilità in conformità con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza.” Solo un cessate il fuoco può “soffocare le fiamme di una guerra più ampia”, perché più a lungo continuano i combattimenti, maggiore è il rischio di escalation ed errori di calcolo. “Non possiamo vedere in Libano quello che vediamo a Gaza”, ha concluso, “e non possiamo permettere che ciò che sta accadendo a Gaza continui”.