Mentre i combattimenti tra Israele e Hezbollah nel Sud del Libano sembrano ormai annunciare una guerra totale, oggi arriva la notizia (riferita da media libanesi sciiti) che il segretario di Stato americano, Antony Blinken – che oggi incontra la leadership dell’autorità palestinese nel West Bank – domani farà tappa anche a Beirut per colloqui. Durante la sua visita, dicono le fonti libanesi vicine a Hezbollah, Blinken incontrerà il presidente del parlamento Nabih Berri, il primo ministro libanese Najib Mikati e altri funzionari. La tappa in Libano non era prevista ed è la conferma che la più grande preoccupazione in questo momento dell’amministrazione Biden è che la guerra d’Israele contro i gruppi islamisti che vogliono la sua distruzione possa espandersi da Gaza in Libano, destabilizzando l’intero Medio Oriente in uno scenario che finirebbe per coinvolgere l’Iran, maggiore sponsor di Hezbollah.
Met with Palestinian Authority President Mahmoud Abbas to discuss ongoing efforts to minimize civilian harm in Gaza, accelerate the delivery of humanitarian aid, end extremist violence, and work towards an independent Palestinian state. pic.twitter.com/c60d5ISLnT
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) January 10, 2024
Intanto sempre mercoledì, il governo libanese ha presentato una nuova denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in risposta alle accuse israeliane di non rispettare la risoluzione 1701, che aveva posto fine alla guerra del luglio 2006 tra Hezbollah e Israele. La denuncia è stata presentata dal rappresentante permanente del Libano presso le Nazioni Unite, su richiesta del primo ministro uscente Nagib Mikati e del ministro degli Esteri uscente Abdallah Bou Habib. Il testo condanna i recenti attacchi israeliani nel territorio libanese che violerebbero la risoluzione 1701, come in particolare l’uso di armi proibite, come le munizioni al fosforo bianco, che causano incendi e danni ai civili, gli attacchi ai giornalisti e gli assalti alle strutture dell’esercito libanese. Il Libano ha ribadito il suo impegno all’autodifesa e ha chiesto la piena attuazione della risoluzione 1701. Beirut chiede inoltre il sostegno delle Nazioni Unite per garantire la sua integrità territoriale, la sovranità e il ritorno sicuro degli sfollati nel sud del Libano meridionale.
Ma l’accusa del Libano risulta speculare a quella che Israele da anni denuncia all’ONU contro Beirut, e cioè di non rispettare la risoluzione 1701, che prevede la completa smilitarizzazione di Hezbollah nel Sud del Libano (invece il gruppo sciita lo governa) e il controllo da parte dell’UNIFIL (la missione dell’ONU in cui partecipano anche 1000 caschi blu italiani) che invece, secondo gli israeliani, non è mai riuscita ad evitare neanche il traffico di armi con cui Hezbollah continua a colpire Israele.

Al briefing giornaliero al Palazzo di Vetro dell’ONU, martedì il portavoce del Segretario Generale ha mostrato la forte preoccupazione per la situazione al confine tra Libano e Israele: “Noi e i nostri partner umanitari in Libano continuiamo gli sforzi per potenziare la risposta e prepararci nel caso di un’ulteriore escalation delle ostilità, che ovviamente avrebbe conseguenze devastanti per i civili su entrambi i lati della Linea Blu”.

Il portavoce Stephane Dujarric ha annunciato che Jean-Pierre Lacroix, capo del Dipartimento per le operazioni di pace dell’ONU (DPO), “è arrivato a Beirut, dove ha iniziato i suoi incontri con i funzionari libanesi e le forze armate del paese per discutere del lavoro e delle operazioni della forza di pace delle Nazioni Unite in Libano”. Il capo dei caschi blu dell’ONU ha incontrato il Primo Ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, il Presidente del Parlamento, Nabih Berri, e altri funzionari, “poi Lacroix si recherà a Naqoura, nel sud del Libano, per incontrare i rappresentanti delle forze armate libanesi, la leadership dell’UNIFIL e le forze di pace”. Dujarric ha annunciato che dopo il Libano, Lacroix visiterà l’UNTSO, il quartier generale dell’Organizzazione per la Supervisione della Tregua delle Nazioni Unite a Gerusalemme, e incontrerà il governo israeliano e funzionari militari.
Head of Peace Operations @Lacroix_UN has arrived in Lebanon for his regular visit to the Middle East, this time at a particularly challenging moment.
He will discuss UNIFIL’s operations with senior Lebanese leaders and meet with the Lebanese Armed Forces and UNIFIL peacekeepers. pic.twitter.com/hZpX4jRStp— UNIFIL (@UNIFIL_) January 8, 2024
Quando è stata la volta delle domande, abbiamo ricordato il passaggio di un’intervista al Wall Street Journal in cui il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant ha minacciato: “Possiamo copiare e incollare Gaza a Beirut”. Se questa minaccia distruttiva di Israele nei confronti del Libano dovesse avvenire, quali sarebbero esattamente le regole di ingaggio della forza UNIFIL? Cosa dovranno fare i caschi blu per proteggere se stessi ed eventualmente anche i civili?
“I mandati dell’UNIFIL sono molto chiari, e sono delineati in tutte le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza” ha replicato Dujarric (vedi video sopra dal minuto 15:30), che ha aggiunto: “Abbiamo ripetutamente affermato, in privato e in pubblico, che qualsiasi escalation maggiore di quella che stiamo già vedendo lungo la Linea Blu, sarà catastrofica per i civili in Libano, per i civili in Israele e per la regione nel suo complesso. E’ ovviamente, uno dei messaggi che porterà Lacroix è proprio questo. Guardando indietro al loro record storico, i soldati dell’UNIFIL hanno già pagato un prezzo terribile in sangue durante le precedenti escalation”.
A questo punto abbiamo insistito ricordando che da tempo Israele afferma che un suo eventuale attacco sarebbe giustificato dal fatto che il Libano non ha mia rispettato pienamente la Risoluzione 1701 secondo cui Hezbollah non avrebbe mai dovuto essere ancora in grado di colpire ai suoi confini… (e proprio ieri il governo libanese si è dichiarato pronto ad attuare integralmente la risoluzione).
“Ognuno ha le proprie responsabilità ai sensi delle varie risoluzioni, inclusa la 1701. Ed è importante che le autorità libanesi ripristini la piena autorità statale in tutte le aree del Libano, compreso a sud del fiume Litani.” ha replicato Dujarric, ma alla domanda se il Segretario Generale Antonio Guterres avrebbe ritenuto valida la giustificazione degli israeliani per un eventuale attacco contro il Libano, il portavoce ha risposto: “Non farò ipotesi, ma posso dirvi che nessuno dovrebbe prendere la situazione in mano”.

Quando una collega ha riproposto la stessa domanda, aggiungendo che nonostante gli avvertimenti Onu riguardo ad un’escalation nella regione, ci sono molti resoconti sia nei media israeliani che internazionali secondo cui Israele si sta preparando per un attacco globale e intensificato contro Hezbollah in Libano e quindi, se Guterres ritenesse che questo rientrerebbe nel diritto di autodifesa di Israele? Il portavoce ha concluso così: “Non ho intenzione di speculare e ipotizzare… Non vogliamo vedere alcuna grande escalation lungo la Linea Blu, che avrebbe un impatto devastante sugli israeliani che vivono nel nord e sui libanesi che vivono nel sud”.
Aggiornamento: Mercoledì, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi, ha detto che le sue truppe potrebbero distruggere qualsiasi villaggio all’interno del Libano, aumentando la retorica contro Hezbollah. “Abbiamo combattuto a Gaza, quindi sappiamo come farlo in Libano, se necessario”, ha detto Halevi, citato in una dichiarazione dell’esercito israeliano, a un raduno di soldati a Gaza. “Dopo quello che avete fatto (nella Striscia), non c’è villaggio in Libano in cui non possiate entrare e distruggere”. ha aggiunto.