Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione 2722 che condanna e chiede l’immediata cessazione degli attacchi da parte dei ribelli Houthi dello Yemen contro navi mercantili nell’area del Mar Rosso. Il testo ha ottenuto 11 voti a favore e 4 astensioni ( Russia, Cina, Algeria e Mozambico).Nella bozza, presentata da Usa e Giappone, si afferma che gli attacchi stanno ostacolando il commercio globale “e minano i diritti e le libertà di navigazione, nonché la pace e la sicurezza regionale”.
Gli Houthi sostenuti dall’Iran hanno affermato di aver lanciato i blitz con l’obiettivo di porre fine alla devastante offensiva aerea e terrestre di Israele nella Striscia di Gaza. Tra i quattro membri astenuti, oltre a Russia e Cina, anche Algeria e Mozambico. Mosca aveva proposto tre emendamenti alla bozza di risoluzione che sono stati tutti bocciati dal Consiglio. Due hanno avuto 4 voti a favore, 2 contrari – Usa e Gran Bretagna – e 9 astensioni, uno ha avuto 5 sì, due no – Usa e Gran Bretagna – e 8 astensioni.

Il testo della risoluzione chiede il rispetto dell’esercizio dei diritti e delle libertà di navigazione da parte delle navi mercantili e commerciali in linea con il diritto internazionale. Inoltre “prende atto del diritto degli Stati membri”, in conformità con il diritto internazionale, di difendere le proprie navi dagli attacchi, compresi quelli che minano i diritti e le libertà di navigazione. Il testo elogia gli sforzi compiuti finora per proteggere le navi sotto il fuoco nel Mar Rosso e incoraggia gli Stati membri a “sostenere gli sforzi di rafforzamento delle capacità” della guardia costiera yemenita per proteggere la sovranità e l’integrità del Paese. Sottolinea inoltre la necessità di “affrontare le cause profonde” dell’attacco che contribuiscono alle tensioni regionali, per garantire una “risposta tempestiva, efficiente ed efficace”. La risoluzione condanna la fornitura di armi agli Houthi e “esorta cautela e moderazione per evitare un’ulteriore escalation della situazione nel Mar Rosso e nella regione più ampia”.
La risoluzione equivale ad un implicito sostegno all’Operazione Prosperity Guardian, una task force navale multinazionale guidata dagli Stati Uniti che ha difeso le navi commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden dagli attacchi missilistici e di droni Houthi.
La bocciatura degli emendamenti della Russia, aveva fatto temere che potesse portare alla ritorsione con l’esercizio del veto da parte di Mosca, che però alla fine si è solo astenuta.
In alto video all’uscita del Consiglio di Sicurezza in cui raccogliamo reazioni dagli ambasciatori Vassily Nebenzia (Russia), Linda Thomas-Greenfield (USA), Nicolas de Rieviere (Francia) e Vanessa Frazier (Malta)
L’ambasciatrice degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield, alla sua prima apparizione nel Consiglio di Sicurezza del 2024, ha attaccato il tentativo russo di cambiare la risoluzione: “Abbiamo votato contro tutti e tre gli emendamenti della Russia che, a nostro avviso, sono stati presentati in malafede – all’ultimo minuto – e, come spesso accade, erano lontani dalla realtà. Abbiamo votato contro l’emendamento della Russia che suggeriva falsamente che il conflitto a Gaza fosse la causa degli attacchi sfacciatamente opportunistici degli Houthi”. “Gli Houthi sono semplicemente ebbri di potere” ha proseguito l’ambasciatrice americana. “Questo emendamento incoraggerebbe ulteriormente gli Houthi e creerebbe un pericoloso precedente per il Consiglio per legittimare queste violazioni del diritto internazionale. Come riconosce la risoluzione, le dinamiche regionali, inclusa la fornitura da parte dell’Iran di armi avanzate – che consentono agli Houthi di prendere di mira navi mercantili e commerciali, hanno contribuito a questa situazione. I fatti sono indiscutibili: gli Houthi stanno prendendo di mira una serie di navi, poche delle quali sono di proprietà o gestite da israeliani”. “E quindi – ha continuato Thomas-Greenfield – ciò che è in questione qui non è un conflitto particolare, ma piuttosto il semplice principio di sostenere la libertà di navigazione in una via d’acqua vitale per il libero flusso del commercio globale. Questo Consiglio non dovrebbe mai legittimare sfacciate violazioni del diritto internazionale”.

Poi Thomas-Greenfield, ha spiegato di aver votato anche “contro un emendamento russo che eliminava il riferimento al diritto di autodifesa degli Stati. È ormai accertato da tempo che gli Stati hanno il diritto di difendere le navi mercantili e commerciali dagli attacchi. Questo è ciò che hanno fatto ieri gli Stati Uniti e il Regno Unito, quando le nostre navi sono state attaccate dagli Houthi. Se gli attacchi Houthi continueranno, ci saranno delle conseguenze”.
Il rappresentante permanente del Giappone, Yamazaki Kazuyiki, che ha elaborato la risoluzione insieme agli Stati Uniti, ha denunciato gli attacchi Houthi e ha chiesto il rilascio dell’equipaggio del Galaxy Leader. Il delegato ha invitato il Consiglio a parlare con una sola voce su questo tema e ha espresso la speranza che la risoluzione possa contribuire a creare un terreno comune per rispondere alla crisi di sicurezza nel vitale canale marittimo.
L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha sottolineato quello che ha definito il “lato pericoloso” della risoluzione presentata dagli Stati Uniti. Questo testo non dovrebbe creare un precedente, ha affermato il diplomatico russo, aggiungendo che “il diritto internazionale si occupa della libertà di navigazione in tempo di pace, non in tempo di guerra”. Si è rammaricato del carattere politicizzato del testo nonché delle accuse di politicizzazione avanzate dagli Stati Uniti nei confronti del suo paese. Pur condannando gli attacchi alle navi civili, l’ambasciatore russo ha affermato che l’obiettivo della risoluzione non è garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, ma tentare di legittimare l’azione della coalizione “guidata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito” e ottenere, indirettamente, le “benedizioni” del Consiglio di Sicurezza. Per correggere la situazione nel Mar Rosso, Nebenzia ha affermato che è importante riconoscere le “conseguenze dirette” delle “operazioni militari molto violente di Israele che durano da più di tre mesi a Gaza”.
L’omissione del “nesso causale” con Gaza nel testo della risoluzione è stata invocato, oltre che dalla Russia, anche da Algeria, Cina e Mozambico per giustificare le loro astensioni. “Non potevamo associarci ad un testo che ignora le 23.000 vite umane uccise dallo scorso ottobre nella Striscia di Gaza”, ha sintetizzato il massimo rappresentante dell’Algeria, l’ambasciatore Amar Bendjama. Il rappresentante permanente della Cina, Zhang Jun, ha visto nelle risoluzioni “ambiguità”, motivo di timore per un inasprimento delle tensioni regionali.