Martedì mattina più di 30 rabbini e studenti rabbinici hanno organizzato una protesta al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, ma questa volta invece che restare fuori sono riusciti ad entrare dentro mostrando i loro cartelli che chiedevano il cessate il fuoco a Gaza.
I rabbini, che per entrare hanno usato lo stratagemma di iscriversi al gruppo delle visite turistiche guidate, una volta entrati nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, hanno recitato preghiere e cantato a sostegno del cessate il fuoco. Non c’era in quel momento una riunione in corso e per questo infatti il gruppo di “turisti” era stato fatto entrare nella sala.
In una conferenza stampa fuori dalle Nazioni Unite dopo la protesta, gli organizzatori hanno detto che sei rabbini hanno potuto accedere all’aula dell’Assemblea Generale, che si è riunita martedì. I rabbini hanno mostrato uno striscione, indirizzato al presidente Joe Biden, chiedendo un cessate il fuoco, hanno detto gli organizzatori.
Gruppi ebraici a sostegno del cessate il fuoco – tra cui Rabbis for Ceasefire, Jewish for Racial and Economic Justice, Jewish Voice for Peace e IfNotNow – hanno organizzato l’azione di protesta di martedì. Le guide turistiche e gli agenti di sicurezza delle Nazioni Unite si sono affrettati per rispondere alla manifestazione, che uno dei rabbini ha annunciato suonando uno shofar, un corno di montone cerimoniale.
Breaking: a group of more than 30 rabbis and rabbinical students staged a protest inside the UN Security Council chamber this morning, calling for ceasefire. They signed up for a public tour. I came with the group as an observer. Story to follow. pic.twitter.com/u5NiFhR1Iq
— Matt Shuham (@mattshuham) January 9, 2024
Alissa Wise, fondatrice e leader di Rabbis for Ceasefire, ha citato i profeti Isaia e Michea: “Trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci. La nazione non alzerà la spada contro la nazione. Né impareranno più la guerra”.
Dopo che il personale di sicurezza dell’ONU ha registrato i nomi di tutti, il gruppo è stato scortato fuori. La protesta non era nei confronti delle Nazioni Unite, ma piuttosto in risposta alle azioni degli Stati Uniti che hanno impedito, con il loro veto, che il Consiglio di Sicurezza approvasse una risoluzione per il coprifuoco.
Gli ebrei americani sono fortemente divisi sulla risposta di Israele contro gli abitanti di Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha provocato la morte di oltre 1.100 persone in Israele e più di 200 prese in ostaggio. Quasi la metà degli ostaggi sono stati rilasciati ma oltre cento restano ostaggio, incluso un bambino che ha appena compiuto un anno (aveva 9 mesi quando è stato rapito).

“Sono arrabbiata. Sono sconvolta. Sento che ogni giorno che questa guerra va avanti, mette più persone di noi – palestinesi, israeliani ed ebrei in tutto il mondo – sempre più in pericolo”, ha detto Abby Stein, una rabbina cresciuta nella comunità ortodossa.
Quando al portavoce del Segretario Generale dell’ONU, durante il briefing giornaliero, è stata chiesta una reazione dell’ONU alla protesta, Stephane Dujarric ha risposto: “Erano un gruppo molto simpatico di circa 49 persone. Circa 40 di loro si sono seduti nella tribuna dei visitatori del Consiglio di Sicurezza, ma non c’era nessuna riunione in corso. Gli altri erano presenti all’Assemblea Generale in cima al balcone”. Poi ha chiarito come il gruppo era riuscito ad entrare al Palazzo di Vetro: “Sono venuti come parte di gruppi di turisti. Chiedevano un cessate il fuoco. È stato chiesto loro di andarsene. Tutto è stato fatto, credo, con un livello estremo di cooperazione e cortesia. E volevano essere ascoltati. E penso che siano stati ascoltati. Abbiamo preso le loro informazioni. E il loro unico messaggio era un cessate il fuoco umanitario immediato, che francamente è ciò che tutti noi chiediamo anche qui”.