Pramila Patten, l’esperta delle Nazioni Unite incaricata di porre fine agli stupri in tempo di guerra, rimane molto preoccupata per la sicurezza e il benessere degli ostaggi ancora detenuti dai militanti di Hamas, in particolare le 15 donne prigioniere, 75 giorni dopo la brutale incursione del gruppo estremista nel sud di Israele. La rappresentante speciale del Segretario generale sulla violenza sessuale nei conflitti, ha chiesto il rilascio immediato, sicuro e incondizionato di tutti coloro che rimangono in prigionia.
La signora Patten ha incontrato questa settimana la madre di una delle giovani donne prese in ostaggio, la quale ha espresso il dolore, la disperazione e l’impotenza che le famiglie stanno affrontando mentre aspettano il ritorno dei loro cari. “Il bilancio di questa guerra contro civili innocenti, da entrambe le parti, è troppo alto e deve finire. Sappiamo che in circostanze di rapimento o detenzione, soprattutto le donne corrono un rischio maggiore di subire diverse forme di violenza, inclusa la violenza sessuale”, ha affermato.
“Chiedo pertanto ad Hamas di rilasciare i restanti ostaggi, in particolare le 15 donne, immediatamente e incondizionatamente. Esorto gli Stati, le organizzazioni non governative, i leader religiosi e le organizzazioni per i diritti delle donne ad unirsi a me in questa richiesta.” Patten ha ricordato che tutte le forme di violenza sessuale e la presa di ostaggi sono severamente proibite dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani.
Tutte le orribili denunce di violenza sessuale presumibilmente commesse da Hamas il 7 ottobre devono essere indagate tempestivamente e rigorosamente, ha affermato, sottolineando la disponibilità delle Nazioni Unite a indagare in modo indipendente su tali violazioni. Patten affermato che un’ampia gamma di soggetti interessati in Israele, compresi i primi soccorritori e gli esperti forensi, hanno già iniziato a documentare atti di violenza sessuale che serviranno come base importante sia per le indagini che per la responsabilità giudiziaria in futuro.
“In attesa di tale indagine, non vediamo l’ora di lanciare l’allarme e di dichiarare inequivocabilmente che la violenza sessuale non dovrebbe mai, in nessuna circostanza, essere usata come tattica di guerra o di terrore. Il mancato riconoscimento e l’incapacità di indagare su tali crimini è il segno più sicuro che le violazioni continueranno senza sosta”, ha aggiunto.
Patten ha ribadito l’appello del Segretario Generale per un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza e ulteriori appelli per l’assistenza umanitaria urgente e la protezione dei civili nella zona, in linea con il diritto internazionale umanitario e sui diritti umani.