Lo aveva scritto anche Donald Trump su twitter, quando era diventato presidente, che le Nazioni Unite avevano molto potenziale, ma che veniva disperso in quelle troppe frequenti feste e cocktail party dove i suoi funzionari perdevano tempo e alzavano il gomito… A quanto pare in certi party, forse complice il troppo champagne, si rischia anche di perdere tanti soldi delle Nazioni Unite!
Ci riferiamo ad uno scandalo esploso sulle pagine del New York Times un anno fa e che in queste ore prosegue con questa notizia: l’ONU ha ordinato a uno dei suoi ex funzionari di rimborsare personalmente 63,6 milioni di dollari, dopo aver perso un’enorme quantità di fondi delle Nazioni Uniti dopo che aveva affidato a un uomo incontrato a una festa, almeno secondo alcuni documenti trapelati dal tribunale interno dell’ONU.
Si tratta in effetti di una sanzione finanziaria enorme quella che le Nazioni Unite stanno cercando di imporre all’ex suo funzionario di nazionalità ucraina Vitaly Vanshelboim, che era arrivato all’incarico di vice capo dell’agenzia logistica delle Nazioni Unite.
Secondo l’inchiesta curata dal NYT, Vanshelboim e il suo capo, avevano accumulato milioni di dollari a favore dell’ONU facendo pagare extra ai governi e ad altre agenzie delle Nazioni Unite per i vari lavori di costruzione di cui la loro agenzie si doveva occupare. Ma poi, hanno investito circa 60 milioni di dollari in società tutte legate a un uomo d’affari britannico, di nome David Kendrick, concentrando pericolosamente i rischi del caso.
Gli investimenti avrebbero dovuto finanziare progetti di energia rinnovabile e edilizia abitativa. Ma secondo i rapporti di audit delle Nazioni Unite, le cose andarono molto male. Da un’indagine avviata lo scorso anno, risulta che le Nazioni Unite sono riuscite a recuperare solo il 10% circa del proprio investimento.
Alcune ore dopo che il NYT aveva riferito degli investimenti disastrosi, il capo di Vanshelboim, la funzionaria dell’ONU norvegese Grete Faremo, si era dimessa. Vanshelboim è stato licenziato dalle Nazioni Unite nel gennaio 2023, dopo un’indagine interna. In una recente presentazione al sistema giudiziario interno delle Nazioni Unite, Vanshelboim ha rivelato altri aspetti della sua punizione: ha affermato di essere stato multato per un anno di stipendio e di essere stato obbligato a rimborsare personalmente 63.626.806 dollari. Se non ripagherà il denaro, dicono i documenti, non avrà diritto a una pensione ONU.

Vanshelboim ha chiesto al sistema giudiziario delle Nazioni Unite, che spesso si occupa delle controversie sul personale, di annullare il licenziamento, la multa e l’ordine di rimborso. La corte, secondo il New York Times, terrà un’udienza virtuale sul caso all’inizio del prossimo anno. Vanshelboim, che ha rifiutato di commentare, finora non è stato accusato di alcun crimine. Ma la maggior parte del caso Vanshelboim non è pubblico. I documenti disponibili non dicono come le Nazioni Unite abbiano calcolato ciò che ora il loro ex funzionario gli deve.
Secondo le norme delle Nazioni Unite, i membri del personale che risultano “intenzionali, imprudenti o gravemente negligenti” possono essere obbligati a rimborsare “qualsiasi perdita finanziaria subita dalle Nazioni Unite a causa della condotta del membro del personale”. In questo caso, l’ufficio del signor Vanshelboim ha investito 60 milioni di dollari, ma ha recuperato 6,2 milioni di dollari. Ha anche donato 3 milioni di dollari a un’organizzazione no-profit gestita dalla figlia dell’uomo d’affari britannico Kendrick, che ha negato qualsiasi addebito. Un avvocato di Kendrick ha affermato che le sue aziende stanno ancora lavorando sui progetti finanziati dalle Nazioni Unite e che “sono stati compiuti progressi molto significativi”.
Quando oggi al briefing al Palazzo di Vetro abbiamo chiesto a Stéphane Dujarric, portavoce del segretario generale António Guterres, di spiegarci qualcosa di più sul caso di Vitaly Vanshelboim e soprattutto come l’ONU sia arrivata a questa incredibile cifra per un solo individuo, lui ha risposto di non poter commentare il caso: “C’è una procedura in corso all’interno del sistema di giustizia amministrativa delle Nazioni Unite riguardo al signore che hai menzionato e non commenterò mentre è in corso”.
Martedì, in una dichiarazione al New York Times, l’ex capo dell’agenzia Faremo ha affermato di non essere stata multata o condannata a rimborsare alcun fondo alle Nazioni Unite.