“Il silenzio è complicità”. Così ha iniziato il suo intervento al Palazzo di Vetro dell’ONU Sheryl Sandberg, ex CEO di Facebook e da anni attivista dei diritti delle donne, durante l’evento organizzato dalla missione di Israele guidata dall’ambasciatore Gilad Erdan per denunciare i barbari stupri e le torture commesse da Hamas contro centinaia di donne. Sandberg ha denunciato l’uso della violenza sessuale come tattica di guerra da parte di Hamas, affermando lunedì alle Nazioni Unite: “Lo stupro non dovrebbe mai essere usato come un atto di guerra”. Per poi aggiungere: “E di fronte al terrore, non possiamo stare zitti. Ecco perché siamo tutti qui oggi per parlare di atti indicibili”.
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Nei giorni scorsi sia da Israele che da altre parti del mondo, sono state lanciate dure accuse contro l’Onu e altre organizzazioni internazionali per la mancata condanna esplicita delle violenze e degli stupri compiuti da Hamas il 7 ottobre su donne, anche anziane e adolescenti, che vivevano nelle comunità israeliane in prossimità di Gaza. E’ stata lanciata la campagna internazionale “Believe Israeli Women” per scuotere il Palazzo di Vetro a condannare fermamente quello che, secondo queste accuse, non veniva esplicitato nei suoi comunicati. Solo venerdì scorso, a ormai due mesi dallo sconvolgente attacco dei terroristi palestinesi del Movimento islamico Hamas, UN Women ha finalmente “condannato inequivocabilmente i brutali attacchi di Hamas contro Israele il 7 ottobre”, dicendosi “allarmata dai numerosi resoconti di atrocità di genere e violenza sessuale durante tali attacchi” e ha chiesto che “siano debitamente indagati e perseguiti, mettendo al centro i diritti della vittima”.
Gli stupri durante i conflitti non avvengono solo tra palestinesi e israeliani, però mentre per altri conflitti l’ONU ha sempre sottolineato nei documenti ufficiali la gravità di questi crimini condannandoli esplicitamente – come nel caso dell’invasione russa in Ucraina – per Israele non era avvenuto lo stesso nei confronti di quelli commessi da Hamas.
Fondatrice del gruppo no-profit Lean In, Sandberg ha parlato lunedì a un evento organizzato da Israele e ripreso in diretta dalle telecamere dell’ONU. “Per oltre un decennio ho invitato le donne ad appoggiarsi”, ha detto Sandberg. “Ora invito tutti a parlare apertamente. E se il mondo non ci ascolta, dovremo parlare più forte”. “Chiunque abbia una madre, una sorella, una figlia, una moglie o un’amica dovrebbe unirsi a noi per unirsi contro lo stupro”, ha aggiunto. “Questo va oltre la politica. Se non siamo d’accordo sul fatto che lo stupro sia sbagliato, allora abbiamo accettato l’inaccettabile. Allora la domanda non sarà cosa sta succedendo in Medio Oriente ma cosa sta succedendo alla nostra umanità?”
Sandberg ha presentato la senatrice Kirsten Gillibrand, democratica dello Stato di New York, che è salita sul palco per rompere il silenzio dei gruppi di difesa delle donne sulla questione. “Quando ho visto l’elenco delle organizzazioni per i diritti delle donne che non hanno detto nulla, sono quasi rimasta senza fiato”, ha detto Gillibrand, che in passato è stata anche una candidata alla nomination democratica del suo partito per la presidenza USA, che poi, a voce alta e adirata, ha detto: “Dov’è la solidarietà affinché le donne in questo paese e in questo mondo difendano le nostre madri, le nostre sorelle e le nostre figlie?” Gillibrand ha definito “davvero indescrivibili” gli “atti orribili” commessi da Hamas il 7 ottobre.
Anche l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton è intervenuta, con un videomessaggio, invitando la comunità globale a rispondere alla “violenza sessuale armata, ovunque si verifichi, con una condanna assoluta”. “Non ci possono essere né giustificazioni né scuse”, ha affermato Clinton. “Lo stupro come arma di guerra è un crimine contro l’umanità.” “Le organizzazioni, i governi e gli individui che si impegnano per un futuro migliore per le donne e le ragazze hanno la responsabilità di condannare ogni violenza contro le donne”, ha insistito Clinton. “È scandaloso che alcuni che affermano di difendere la giustizia chiudano gli occhi e il cuore davanti alle vittime di Hamas”.
In seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, testimoni affermano che donne e ragazze sono state aggredite sessualmente, torturate e uccise. Ma anche video, girati dagli stessi terroristi di Hamas, provano questi orrendi crimini. Durante l’evento è stato mostrato anche un video in cui si vedevano due terroristi di Hamas catturati dalle forze israeliane, confessare che avevano avuto ordini espliciti di violentare, torturare e uccidere donne, anziane e bambine, nonostante la loro religione vietasse di commettere questi crimini. Durante l’evento al Palazzo di Vetro, si sono succeduti al podio anche i testimoni israeliani che erano stati incaricati del recupero dei corpi delle vittime del 7 ottobre. Le loro descrizioni sui corpi martoriati delle donne, hanno scioccato e commosso i presenti in sala.
Poi durante il briefing giornaliero con Stephane Dujarric (vedi video sopra), portavoce del Segretario Generale dell’ONU, sono arrivate anche domande su come l’agenzia UN Women e le Nazioni Unite in generale abbiano reagito alla questione degli stupri e crimini sulle donne perpetrati da Hamas il 7 ottobre. E’ stato il corrispondente della China Central TV, Xu Dezhi, ad avere un lungo scambio con il portavoce, quando ha domandato se il Segretario generale abbia anche affermato che dovrebbe essere avviata un’indagine sull’attacco di Hamas sulla violenza sessuale avvenuta durante gli attacchi. Come sarebbero organizzate le indagini a riguardo?
Il portavoce ha replicato che esistono diversi meccanismi “e ne abbiamo visti diversi in tutto il mondo. Naturalmente, la responsabilità iniziale spetta alle autorità nazionali dove sono avvenuti i crimini, e comprendiamo pienamente che lo stiano facendo le autorità israeliane”. Poi Dujarric ha aggiunto che l’ONU rimane impegnata “con le autorità israeliane attraverso UN Women e Pramila Patten [rappresentante speciale del Segretario generale sulla violenza sessuale nei conflitti] su come possiamo sostenerle in qualsiasi modo. Ma è necessario che ci sia responsabilità”.
A questo punto il collega ha replicato: “Ma oggi, nell’evento della missione israeliana intitolato ‘Ascolta la nostra voce: violenza sessuale e di genere nell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre’, l’ambasciatore israeliano Erdan ha affermato di ritenere che UN Women sia un’organizzazione dell’ONU palesemente anti- semitica e quindi che secondo lui, un’indagine che davvero dovrebbe essere condotta è un’indagine sull’indifferenza di UN Women verso gli atroci crimini contro le donne israeliane”.
C’è stato uno scambio incrociato tra il portavoce e il giornalista cinese, con Dujarric che ha detto “ma lasciatemi finire… Innanzitutto, il Segretario Generale ha piena fiducia in UN Women, nella leadership e nel Direttore Esecutivo di UN Women. E penso che sia chiaro e inequivocabile. Se avete domande riguardanti maggiori dettagli sulla dichiarazione di UN Women, vi rimando a loro”.
Ma il collega della tv cinese non ha mollato la presa e ha chiesto se, tecnicamente parlando, dovesse esserci un’indagine sull’organismo delle Nazioni Unite, questa passerebbe attraverso l’Assemblea Generale o…? A questo punto Dujarric ha chiuso così: “Non sono sicuro di sapere come rispondere. Ma come ho detto, penso che la dichiarazione rilasciata da UN Women sia stata molto chiara e pertinente”.