Nelle stesse ore in cui Sam Altman, cofondatore di OpenAI, veniva rimosso dal consiglio di amministrazione della società che ha inventato ChatGPT, provocando un terremoto nel business dell’Intelligenza artificiale, i paesi membri dell’ONU si interrogano su come costruire un sistema di regole internazionali che possa contenere lo sviluppo dell’AI prima che diventi un pericolo per la pace e lo sviluppo sostenibile. La rappresentanza permanente presso le Nazioni Unite a New York ha ospitato venerdì la tavola rotonda ”Nuove frontiere: dimensione etica dell’Intelligenza Artificiale”, introdotta dall’ambasciatore Maurizio Massari, con la partecipazione dell’inviato per le Tecnologie del segretario generale dell’Onu, Amandeep Gill. Relatore principale, il prof. Paolo Benanti, frate francescano e professore di teologia morale ed etica alla Pontificia Università Gregoriana, recentemente nominato esperto del nuovo Advisory Body sull’Intelligenza Artificiale creato lo scorso ottobre dal Segretario Generale Antonio Guterres., col compito di formulare raccomandazioni in vista del Summit del Futuro del settembre 2024, che dovrà adottare anche il Global Digital Compact.
La conferenza ha consentito ai rappresentanti alle Nazioni Unite dei Paesi più attivi nel processo di innovazione tecnologica globale di confrontarsi sulla necessità di sviluppare una governance dell’AI a livello mondiale che tenga conto della dimensione etica della tecnologia. Proprio la Premier italiana Giorgia Meloni, in occasione del suo intervento all’Assemblea Generale ONU a settembre, aveva affermato che il tema sarà anche al centro dalla prossima Presidenza italiana del G7.
Alla conferenza di Londra del 2 novembre, il Segretario Generale dell’ONU aveva fatto notare che gli oltre 100 diversi insiemi di principi etici per l’intelligenza artificiale, spesso si sovrappongono. Sebbene esista un ampio accordo su principi quali affidabilità, trasparenza, responsabilità e capacità di chiudere le applicazioni di intelligenza artificiale, “è necessaria una supervisione globale per prevenire incoerenze e lacune”, aveva detto Guterres. Quindi la necessità di lanciare un nuovo organo consultivo sull’intelligenza artificiale, composto da esperti del governo, delle imprese, della comunità tecnologica, della società civile e del mondo accademico. “È veramente universale, con rappresentanti di tutte le parti del mondo, al fine di promuovere le soluzioni in rete, inclusive e basate sull’evidenza necessarie” aveva detto Guterres a Londra.
The principles for AI governance should be based on the @UN Charter & the Universal Declaration of Human Rights.
We urgently need to incorporate that into AI safety.https://t.co/Rw14CECxGP
— António Guterres (@antonioguterres) November 2, 2023
Al panel convocato dalla missione italiana a New York, il Prof. Benanti, che sull’AI è il consigliere speciale di Papa Francesco, ha spiegato che “dobbiamo sviluppare un’algoretica: un nuovo linguaggio universale che sia in grado di tradurre le direttive etiche in istruzioni eseguibili dalle macchine’’.

L’ambasciatore Massari ha detto che “gli sviluppi tecnologici e l’Intelligenza artificiale possono permetterci di affrontare le sfide globali più urgenti, accelerando la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Tuttavia, non possiamo ignorarne i rischi: un uso non regolato dell’Ia può causare disinformazione, discriminazione, violazioni della privacy e persino minacciare le nostre democrazie”. L’Ambasciatore dell’Italia all’ONU ha poi assicurato che “l’Italia continuerà a contribuire alla riflessione avviata alle Nazioni Unite per assicurare che il tema della Ia sia affrontato in modo inclusivo e tale da diminuire il divario nello sviluppo tecnologico”.
L’importanza del ruolo svolto dall’Italia in tale settore nei lavori delle Nazioni Unite è stato messo in luce anche dall’inviato dell’ONU Gill, che ha affermato: “La presidenza italiana del G7 rappresenta un’importante opportunità per rafforzare la cooperazione internazionale sulla governance dell’intelligenza artificiale, approfondendo l’impatto che questa può avere sulla società, anche in vista dell’atteso Global Digital Compact”.