Risponde con prudenza il portavoce del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres quando poniamo la domanda sull’accordo annunciato ieri dalla premier Giorgia Meloni e il collega albanese Edi Rama, che annuncia l’intesa tra l’Italia e l’Albania per la creazione nel territorio di quest’ultima di centri di detenzione per il trattamento dei migranti e rifugiati recuperati in mare da navi italiane.
Quando al briefing giornaliero di martedì al Palazzo di Vetro chiediamo che ne pensi il Segretario Generale dell’ONU, Stephane Dujarric risponde subito che “non siamo parte dell’accordo. L’UNHCR non è parte dell’accordo”. Per poi aggiungere: “Abbiamo parlato con loro stamattina. Non sono stati informati né consultati al riguardo. Pertanto non abbiamo altro da fare se non dire che qualsiasi accordo di questo tipo dovrebbe rispettare pienamente il diritto internazionale sui rifugiati. E, naturalmente, l’UNHCR e altri soggetti restano pronti a collaborare con tutte le parti interessate”.
Insistiamo: ma il Segretario Generale è forse preoccupato per questo tipo di accordi che prevedono trasferimenti verso altri paesi? “Non posso esprimere preoccupazione del Segretario Generale per qualcosa che non ha visto”.
La stessa UNHCR in un comunicato ha confermato di non essere stata “informata o consultata sui contenuti dell’accordo e sui suoi dettagli. Stiamo attualmente cercando di ottenere ulteriori informazioni dalle autorità competenti”. La posizione dell’UNHCR stabilisce che i rimpatri o i trasferimenti verso Paesi terzi sicuri possano essere considerati appropriati solo se vengono rispettati determinati standard, in particolare se tali Paesi rispettano pienamente i diritti derivanti dalla Convenzione sui rifugiati e gli obblighi in materia di diritti umani, e se l’accordo contribuisce a condividere equamente la responsabilità per i rifugiati tra le nazioni, anziché trasferirla.