In occasione della Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, che si celebra il 2 novembre, l’UNESCO ha pubblicato un rapporto che evidenzia un preoccupante aumento della violenza contro i giornalisti durante i periodi elettorali.
Tra gennaio 2019 e giugno 2022, l’agenzia dell’ONU incaricata di proteggere la libertà di stampa e di espressione, ha documentato 759 attacchi individuali contro giornalisti, inclusi 5 omicidi, durante 89 elezioni in 70 paesi.
“I giornalisti non devono essere minacciati, presi di mira da attacchi o impediti di riferire liberamente in qualsiasi momento. Chiediamo ai governi di adottare misure aggiuntive per proteggere la sicurezza dei giornalisti e garantire il diritto alla libertà di espressione e all’accesso alle informazioni, anche durante i periodi elettorali. Questi due diritti umani fondamentali sono fondamentali per il funzionamento della democrazia”, ha affermato Tawfik Jelassi, vicedirettore generale dell’UNESCO per le comunicazioni e l’informazione.
Fino ad oggi, quest’anno, sono 46 i giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro e 531 quelli imprigionati. Innumerevoli quelli tra loro che hanno subito molestie e violenze intollerabili. Così in un post su X anche l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, che in occasione della Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti denuncia: “Questi crimini sono inaccettabili. I governi, la polizia e i tribunali devono rafforzare la protezione dei giornalisti e del loro vitale lavoro”.
I dati arrivano in un momento in cui i rischi per i giornalisti sono più alti che mai – in modo più drammatico in Medio Oriente, con l’UNESCO che ha recentemente deplorato “la settimana più mortale per i giornalisti in qualsiasi conflitto recente”. Ma i dati mostrano che i giornalisti affrontano rischi significativi anche al di fuori delle situazioni di crisi.
Nel 2024, 2.6. miliardi di persone andranno alle urne. I giornalisti svolgeranno un ruolo fondamentale nel garantire che il pubblico abbia accesso a informazioni accurate mentre si prepara a esprimere il proprio voto. I dati sono stati raccolti come parte di un nuovo documento dell’UNESCO, Il ruolo degli agenti delle forze dell’ordine: garantire la sicurezza dei giornalisti durante le manifestazioni pubbliche e le elezioni, che definisce le modalità con cui ai giornalisti viene impedito di riferire liberamente e fornisce raccomandazioni su come i governi possono affrontare il problema.

Secondo l’UNESCO, il 42% dei 759 attacchi contro i giornalisti durante i periodi elettorali sono stati commessi dalle forze di sicurezza. Per “attacchi” si intendono: arresti arbitrari, percosse, spari con proiettili di gomma, minacce, intimidazioni e confisca di attrezzature. Gli attacchi hanno avuto luogo in una vasta gamma di situazioni: durante raduni o manifestazioni pubbliche, negli uffici e nelle case di giornalisti e operatori dei media. Il restante 58% degli attacchi sono stati fisici e verbali e sono stati perpetrati da manifestanti e membri del pubblico presenti alle proteste. Il 29% dei giornalisti aggrediti (218) erano donne.
Il rapporto dell’UNESCO mostra che durante le elezioni e le manifestazioni pubbliche, molte autorità governative hanno bloccato il diritto del pubblico all’accesso alle informazioni attuando blackout e interruzioni di Internet, censurando i media e le voci critiche e monitorando digitalmente i giornalisti. Tutti questi interventi sono stati fatti in nome dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale.
La nota informativa cita anche dati di Access Now e dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR).