Senza la crisi tra Israele e Gaza che giovedì concentrava tutta l’attenzione sulla riunione in corso all’Assemblea Generale, probabilmente avrebbe avuto più attenzione la conferenza stampa al Palazzo di Vetro con gli esperti governativi, del settore privato, nella tecnologia, nella società civile e nel mondo accademico incaricati di sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per garantire che l’intelligenza artificiale (AI) venga utilizzata per il bene superiore dell’umanità.
A lanciare questi membri dell’organo consultivo sull’intelligenza artificiale, c’era giovedì proprio il segretario generale António Guterres: gli esperti esamineranno i rischi, le opportunità e la governance internazionale di queste tecnologie.
Guterres ha sottolineato lo straordinario progresso nelle capacità e nell’uso dell’intelligenza artificiale nell’ultimo anno, anche attraverso chatbot, clonazione vocale, generatori di immagini e app video.
“Il potenziale di trasformazione dell’intelligenza artificiale è difficile persino da comprendere”, ha affermato, sottolineando l’urgente necessità di affrontare la questione, mentre i paesi si confrontano con gli impatti dei cambiamenti climatici e gli sforzi verso lo sviluppo sostenibile sono in stallo.
“L’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a cambiare la situazione”, ha detto Guterres. “Potrebbe potenziare l’azione per il clima e gli sforzi per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) entro il 2030”.
Il Segretario generale ritiene che l’intelligenza artificiale potrebbe ampliare e amplificare il lavoro dei governi, della società civile e delle Nazioni Unite, dalla previsione e gestione delle crisi alla realizzazione di servizi sanitari pubblici e di istruzione.
Per i paesi in via di sviluppo offre “la possibilità di superare le tecnologie obsolete e portare i servizi direttamente alle persone dove i bisogni sono maggiori e per le persone che ne hanno più bisogno”.
Ma ciò dipenderà dal fatto che l’intelligenza artificiale venga sfruttata in modo responsabile e resa accessibile a tutti, ha aggiunto Guterres che ha solo introdotto il tema ma non preso domande dai giornalisti (complici forse le polemiche sulle richieste di dimissioni da parte d’Israele).
Oggi, le competenze sull’AI sono concentrate in una manciata di aziende e paesi che, secondo Guterres, potrebbero “aggravare le disuguaglianze globali e trasformare i divari digitali in abissi”.
I potenziali danni che potrebbero scatenarsi includono la diffusione accelerata della disinformazione, il radicamento di pregiudizi e discriminazioni, la sorveglianza e l’invasione della privacy, la frode e altre violazioni dei diritti umani. Inoltre, un uso dannoso potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni, indebolire la coesione sociale e minacciare la democrazia.
All’inizio del lancio, Guterres ha raccontato la sua “esperienza surreale” con un’app video, in cui si è visto pronunciare un discorso in un cinese impeccabile, con le labbra che si muovevano in sincronia con ogni parola, anche se non parla la lingua.

“Questo è solo un esempio delle incredibili possibilità – e dei potenziali pericoli – dell’intelligenza artificiale”, ha affermato il Segretario Generale dell’ONU.
L’organo consultivo è composto da 39 esperti provenienti da tutto il mondo. L’adesione è equilibrata dal punto di vista del genere, geograficamente diversificata e multigenerazionale.
Si prevede che l’Organismo formulerà raccomandazioni entro la fine dell’anno sugli ambiti della governance internazionale dell’IA, sulla comprensione condivisa dei rischi e delle sfide, nonché sulle principali opportunità e fattori abilitanti per sfruttare l’IA per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Le raccomandazioni contribuiranno ai preparativi per il vertice del futuro del prossimo settembre, volto a riaffermare l’impegno per lo sviluppo sostenibile, e in particolare ai negoziati sul proposto Global Digital Compact, volto a garantire che tutti traggano vantaggio dalla nuova era tecnologica.
Ad Amandeep Singh Gill, inviato del Segretario generale per la tecnologia, è stato chiesto come gli esperti possano superare la disinformazione, dato che gli sforzi di governance globale non tengono il passo con il progresso dell’intelligenza artificiale.
Singh Gill ha affermato che i membri riuniscono le ultime competenze su come la tecnologia sta influenzando le società, le economie e la politica, “così in questo modo saremo in grado di ridurre questo divario tra il progresso tecnologico, la frontiera della tecnologia e la frontiera della risposta della governance”.
Gli esperti esamineranno anche la risposta a queste sfide emergenti e alle lacune esistenti, in modo che la governance dell’AI possa essere più efficace.
“Questo è il primo passo in questa direzione e speriamo di averne di più l’anno prossimo”, ha affermato Gill.
“Con il Global Digital Compact c’è l’opportunità di incorporare tutto ciò in una prospettiva più sostenibile a lungo termine, in modo da non lasciarci sorprendere dai rapidi sviluppi tecnologici”.