“Il Premio Nobel per la Pace di oggi, assegnato a Narges Mohammadi, è un importante promemoria del fatto che i diritti delle donne e delle ragazze stanno affrontando una forte opposizione, anche attraverso la persecuzione delle donne che difendono i diritti umani, in Iran e altrove”. Questa la reazione del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, alla notizia del Nobel per la Pace assegnato alla giornalista iraniana tenuta in un carcere di massima sicurezza dal regime di Teheran. “Questo Premio Nobel per la Pace è un omaggio a tutte quelle donne che lottano per i propri diritti a rischio della propria libertà, della propria salute e perfino della propria vita”, ha sottolineato Guterres.
A maggio a Mohammadi, durante una cerimonia tenuta a New York, era stato assegnato un premio che celebra la libertà di stampa da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la società e la cultura (UNESCO), insieme ad altre due giornaliste iraniane incarcerate, nel contesto dell’ondata di proteste che circondano la morte di Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia.
Da Ginevra, venerdì anche l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, OHCHR, ha affermato che la decisione del Comitato per il Nobel di assegnare il Premio Nobel per la pace all’attivista iraniana per i diritti umani Mohammadi sottolinea il “coraggio e la determinazione” delle donne iraniane.
“Penso che ciò che è assolutamente chiaro è che le donne iraniane sono state una fonte di ispirazione per il mondo. Abbiamo visto il loro coraggio e la loro determinazione di fronte a rappresaglie, intimidazioni, violenze e detenzioni”, ha detto ai giornalisti a Ginevra la portavoce Liz Throssell. “Questo coraggio, questa determinazione, sono stati notevoli. Sono stati molestati per quello che fanno o non indossano, ci sono misure legali, sociali ed economiche sempre più stringenti contro di loro.”
Mohammadi sta attualmente scontando una pena di 16 anni nella prigione Evin di Teheran. Ha lavorato per molti anni come giornalista ed è anche autrice e vicedirettrice dell’organizzazione della società civile con sede a Teheran Defenders of Human Rights Center (DHRC).