Il dibattito annuale dell’Assemblea Generale si è concluso martedì, con i leader globali che hanno affermato che, sebbene le Nazioni Unite si trovino ad affrontare sfide istituzionali, rimangono la piattaforma fondamentale per elaborare soluzioni collettive alle sfide dell’umanità.
Per una intera settimana, il principale organo delle Nazioni Unite ha ascoltato capi di Stato e di governo che hanno delineato diverse sfide, dalla minaccia esistenziale del cambiamento climatico all’uso improprio dell’intelligenza artificiale (l’Italia ha dedicato molto all’emigrazione). La guerra tra Russia e Ucraina ha ricevuto attenzione per due giorni durante la presenza del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a New York, poi è stata messa in secondo piano rispetto al tema dello sviluppo sostenibile e dei finanziamenti.

I dati preliminari indicano che la settimana di alto livello di quest’anno ha visto il più grande incontro di leader mondiali di persona presso la sede delle Nazioni Unite a New York dai tempi della pandemia, con la partecipazione di 88 capi di Stato, 42 capi di governo e oltre 650 ministri.
Gli alti funzionari hanno approfittato di questa massiccia affluenza per impegnarsi in più di 2.000 incontri bilaterali.
Inoltre, oltre 13.000 delegati nazionali, 2.600 membri dei media e più di 40.000 altri partecipanti sono stati registrati per il dibattito generale e gli oltre 100 eventi associati.
Uno di questi eventi è stato il fine settimana di azione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile del 16 e 17 settembre, che ha riunito la società civile, le imprese, i giovani, gli scienziati, i governi locali e regionali e altre parti interessate per mobilitare sforzi coordinati verso la realizzazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata da tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015.
Il Presidente dell’Assemblea Dennis Francis, nel suo discorso di chiusura, ha sottolineato la continua rilevanza dell’Assemblea Generale e l’incrollabile impegno delle Nazioni Unite nel garantire pace, prosperità, progresso e sostenibilità alle persone di tutto il mondo: “Questi sviluppi sono un gradito promemoria del fatto che le Nazioni Unite rimangono concentrate sulle sfide collettive del nostro tempo”, ha sottolineato Francis.
One week ago, I stood before you, your Heads of State and Government, your Ministers and representatives, and I spoke of the need to ‘unite the nations’.
I made a call to action for all States to find within themselves the will to act together, in solidarity.
I am encouraged by… pic.twitter.com/KOWo2M704z
— UN GA President (@UN_PGA) September 26, 2023
Affrontando i conflitti in corso a livello globale, Francis ha offerto la sua assistenza nel facilitare i dialoghi di pace e di amicizia tra nazioni o gruppi in conflitto, affermando: “state certi che sono al vostro servizio”.
La vicesegretaria generale Amina Mohammed, riassumendo la settimana ad alto livello in un incontro con i giornalisti, ha notato una determinazione collettiva tra tutte le parti interessate a realizzare l’ambiziosa agenda di sviluppo, soprattutto a metà strada nel perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
La vice di Guterres, ha anche sottolineato l’importanza delle risorse, citando il crescente peso del debito che grava su molti paesi, impedendo loro di finanziare adeguatamente i servizi essenziali nel campo dell’istruzione e della sanità.
“Siamo a corto di risorse, ma è per questo che stiamo spingendo per lo stimolo degli SDG. Questo è un frutto a portata di mano. Questo è qualcosa che possiamo fare con le risorse e le istituzioni esistenti. E spero che entro la fine di quest’anno avremo qualcosa da dire al riguardo”. Inoltre, Mohammed ha sottolineato che in occasione del vertice sull’ambizione climatica è stato assunto un numero significativo di impegni.
Ad Amina Mohammed, sono state rivolte molte domande dai giornalisti, soprattutto su cosa pensasse della percentuale di presenza di donne nelle delegazioni di alto livello di donne, considerata ancora troppo scarsa.
“Quando sei seduto sul podio dell’Assemblea Generale e guardi in basso, è vero: sto cercando le donne e non ne vedo abbastanza, e questo deve migliorare”, ha detto. Allora noi “dobbiamo essere più coraggiosi, e richiamare quelle delegazioni composte di soli uomini quando le incontri”, ha detto Mohammed.
Erano meno del 12% le donne intervenute a una riunione di alto livello dell’Assemblea generale a New York questo’anno, una rappresentanza di genere distorta nel più grande raduno internazionale.
Su un totale di 130 leader mondiali e più di 50 ministri intervenuti all’incontro annuale, solo 21 di questi dignitari – sei capi di stato, quattro capi di governo, un vice presidente, nove ministri e un vice ministro – erano donne.

Nella nostra domanda alla vice segretario Generale Mohammed, siamo tornati alle origini delle Nazioni Unite, chiedendo lo stato dell’obiettivo principale dell’ONU, quello che ne decretò la creazione a San Francisco nel 1945: l’evitare una nuova guerra mondiale. UNGA78 si è concentrata sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, di cui ancora molti sono “off truck”, ma dopo la settimana di alto livello di UNGA78 si pensa che le Nazioni Unite siano ancora lo strumento principale per evitare la Terza Guerra Mondiale?
Lunga la risposta della vice segretaria, nel tentativo di legare il mantenimento della pace mondiale con quello di centrare gli SDGs: “Io ho sempre creduto che questa istituzione ci convince a tenere quella speranza viva. Altrimenti quale sarebbe la ragione, cosa gli dici a 8 miliardi di persone?” Ha esordito Mohammed, che ha poi continuato: “C’è sempre la responsabilità dei P5 (del Consiglio di Sicurezza) sull’agenda della pace e sicurezza per preservarle, e per far rispettare la Carta ONU, e si vede come stanno lottando con fatica. Questo non ci ferma però dal cercare di trovare la soluzione. Se vogliamo legarla al quadro che abbiamo per gli SDGs, noi riconosciamo da sempre che le cause alle radici di questi conflitti è la mancanza di applicazione del goal 16, che è quello di rafforzare le istituzioni, le norme di legge e i diritti umani. Dobbiamo invece capire che questo è fondamentale. Stiamo assistendo a cambiamenti incostituzionali in Africa, e in alcuni casi sono stati anche benvenuti, per problemi della popolazione con il contratto sociale con i governi di questi paesi che poi porta a questi risultati, così dobbiamo tornare indietro sulle cause alle radici di questi sconvolgimenti, affinché il contratto sociale sia mantenuto. Non c’è pace senza sviluppo, né sviluppo senza pace e rispetto dei diritti umani. Non basta solo elencare questi ma dobbiamo implementarli. Certo è una grande sfida, per questo siamo qui, per questo abbiamo così tanta gente che viene ancora alle Nazioni Unite, non verrebbero se fosse solo per un picnic. Ci sono stati così tanti bilaterali fino al punto che non avevamo abbastanza posti per farli svolgere. Non possiamo permetterci il lusso di mollare, per questo siamo qui, per chiudere quel gap tra quello che abbiamo e quello che ancora dovrebbe essere”.