Cominciano i preparativi per la settimana dell’Assemblea Generale alle Nazioni Unite. Il vertice sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) sarà uno dei momenti salienti e decisivi. “Quello che stiamo cercando di fare è dare speranza” – ricorda la Vice Segretaria Generale Amina J. Mohammed durante la conferenza stampa di questa mattina. – “Dobbiamo smettere di dire che non riusciremo a portare a termine l’Agenda 2030 e cominciare a prendere sul serio quegli impegni perché abbiamo tutti gli strumenti per completarli, nonostante le crisi, i conflitti e le catastrofi naturali”.
“L’obiettivo di tutti gli incontri sarà ricevere una risposta concreta sui finanziamenti. Sarebbe fondamentale raggiungere i 100 miliardi di dollari per poi reindirizzarli attraverso le banche di sviluppo multilaterale” – continua Mohammed. – “Durante questa settimana chiederemo ai capi di Stato di rinnovare le promesse del 2015 e sottoscrivere la Political Declaration come conferma del loro impegno. Crediamo nelle proposte che presenteremo agli azionisti e partner con la speranza che continuino a finanziare le nostre iniziative sul clima, sull’educazione, sulle tecnologie, sulle disuguaglianze”.
Le polemiche non sono mancate. A partire dalla location: la conferenza stampa si è tenuta in una delle dependance esterne al Palazzo allestite ad hoc per l’Assemblea Generale. Una cornice di alberi veri fa da sfondo alla platea. James Bays, giornalista di AlJazeera, non si risparmia: “Le Nazioni Unite lamentano di non avere abbastanza soldi per finanziare gli aiuti umanitari, le missioni in Yemen, in Siria… Quanto è costato tutto questo?” – considerando poi che solo il 15 per cento degli Obiettivi è stato raggiunto. Mohammed risponde che a pagare sono stati gli investitori dell’Onu e che, come succede spesso quando le Nazioni Unite sono coinvolte, questi prodotti verranno poi dati alla comunità.
Il vertice degli SDG è un momento fondamentale per spostare di nuovo l’attenzione sul divario da colmare per raggiungere gli Obiettivi. “Obiettivi che sono stati adottati da tutti i membri, 193 Paesi” – ricorda Achim Steiner, direttore del Programma di Sviluppo Onu. – “La chiamata è universale, per tutti, e l’impegno riguarda tutti allo stesso modo. La stessa Agenda 2030 per la prima volta include tanti Obiettivi diversi per rispondere a qualsiasi bisogno. Questo è il posto dove ogni singolo membro ha una voce e in quanto tale deve agire”.