È la terza volta da fabbraio 2021, quando è stata indicata come ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu dal presidente Biden, che Linda Thomas-Greenfield viene nominata presidente del Consiglio di Sicurezza. L’agenda di agosto è fitta e la vedrà impegnata in una serie di incontri internazionali cruciali non solo per quanto riguarda l’emergenza della fame, che è l’argomento su cui si è concentrata nei mandati precedenti, ma anche per parlare di diritti umani, in Niger, della battaglia del grano con la Russia e della disperata situazione di Haiti.
“Dove c’è instabilità, dove ci sono conflitti, c’è la fame. Ed è inaccettabile che le risorse di cibo vengano utilizzate come arma in guerra”, dice l’ambasciatrice Thomas-Greenfield riferendosi all’azione di Putin che, uscendo dal Black Sea Deal, ha provocato insicurezza alimentare a tutti i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente che dipendevano dai grani e fertilizzanti russi e ucraini. Nel corso delle prossime settimane è in programma un incontro del Consiglio di Sicurezza con i rappresentanti di Mosca per spingerli a tornare sui loro passi e trattare un nuovo piano, “considerando che anche loro ne traevano benefici”.
Di fronte al colpo di Stato in Niger, Thomas-Greenfield confessa di aver parlato al telefono con il presidente legittimo Bazoum la scorsa settimana. “È rinchiuso in casa con tutta la famiglia. Nonostante la situazione sia veramente stressante e pericolosa, mi è sembrato calmo”. In merito alla posizione di Burkina Faso e Mali, che hanno minacciato di considerare come “una dichiarazione di guerra” qualsiasi azione militare da parte di ECOWAS per ristabilire con la forza il governo di Bazoum, l’ambasciatrice ha detto che a tutte le parti coinvolte interessa arrivare a una soluzione in modo pacifico. “Sosteniamo ECOWAS e quindi lasciamo alla comunità la decisione di intervenire o meno militarmente. Ma la nostra priorità è arrivare a una soluzione attraverso incontri e dialogo”.
Thomas-Greenfield appoggiainfine la proposta del Kenya di mandare un migliaio di militari ad Haiti per aiutare le forze armate locali a controllare la situazione e contrastare le bande armate che hanno il controllo del paese. “È un’azione fuori dall’ordinario perché quello che sta succedendo a Port au Prince è qualcosa di non tradizionale e tutti gli Stati membri sono d’accordo a intervenire”. Il Consiglio di Sicurezza si è messo a disposizione nella fase di preparazione e di addestramento per supportare le forze armate keniote e le operazioni si svolgeranno al più presto possibile”.