Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nella prima riunione a presidenza del Regno Unito per il mese di luglio, è stato informato oggi che l’anno scorso sono state commesse 27.180 gravi violazioni contro i bambini coinvolti nella guerra, il numero più alto mai verificato dalle Nazioni Unite.
Presentando il suo ultimo rapporto annuale, Virginia Gamba, rappresentante speciale del Segretario generale per i bambini e i conflitti armati, ha lanciato un appello per “un’azione coraggiosa e risoluta” per proteggere i ragazzi e le ragazze a rischio di morte, reclutamento, stupro e altri orrori.

Il rapporto copre 26 situazioni in cinque regioni del mondo. I paesi includono Etiopia, Mozambico e Ucraina, che vengono presentati per la prima volta. Vengono menzionate nuove situazioni ad Haiti e in Niger e i dettagli appariranno nell’edizione del prossimo anno.
Le Nazioni Unite hanno verificato che 18.890 bambini hanno subito gravi violazioni durante la guerra nel 2022. Circa 8.630 sono stati uccisi o mutilati; 7.622 i reclutati e usati in combattimento e 3.985 quelli rapiti.
Gamba ha affermato che queste tre violazioni sono rimaste quelle verificate ai livelli più alti e sono tutte aumentate lo scorso anno. “Bambini sono stati uccisi o feriti in attacchi aerei, armi esplosive, proiettili, fuoco incrociato o attacchi diretti. In molti casi sono caduti vittime di residuati bellici esplosivi”, ha affermato.

Inoltre, 1.165 bambini, principalmente ragazze, sono state stuprate, vittime di stupri di gruppo, costrette al matrimonio o alla schiavitù sessuale o aggredite sessualmente. Alcuni casi sono stati così gravi che le vittime sono morte.
L’alto funzionario delle Nazioni Unite ha sottolineato la necessità di non dimenticare mai che questi numeri rappresentano bambini reali le cui storie individuali non vengono raccontate. Ha citato esempi come il caso di tre ragazze in Sud Sudan che hanno subito uno stupro di gruppo per un periodo di cinque giorni, una ragazza di 14 anni rapita e bruciata viva in Myanmar e ragazzi uccisi da un ordigno esplosivo improvvisato in una scuola in Afganistan.
“Per questo dobbiamo ricordare che dietro le cifre ci sono i volti dei bambini vittime di violenze armate in tutto il mondo. Dobbiamo fare di più per prevenire e proteggere i nostri bambini dalle devastazioni dei conflitti armati”, ha affermato Gamba che ha anche notato che alcuni bambini vittime vengono puniti per le loro circostanze invece di ricevere protezione. L’anno scorso, 2.496 bambini sono stati privati della libertà per la loro effettiva o presunta associazione con parti in conflitto.

“Essendo particolarmente vulnerabili nelle mani delle autorità, i bambini detenuti sono stati esposti a ulteriori violazioni dei loro diritti, tra cui torture e violenze sessuali. In alcuni casi, sono stati anche condannati a morte”, ha detto Gamba.
Il suo rapporto al Consiglio di Sicurezza ha inoltre rivelato attacchi verificati a 1.163 scuole e quasi 650 ospedali nel 2022, con un aumento del 112% rispetto all’anno precedente. La metà di questi attacchi è stata effettuata dalle forze governative.

Gamba ha affermato che anche l’uso di scuole e ospedali per scopi militari rimane una delle principali preoccupazioni, con un “forte aumento” verificato di oltre il 60% nei casi lo scorso anno, sia da parte delle forze armate che dei gruppi armati.
Nel frattempo, gli operatori umanitari e gli aiuti vitali che forniscono – spesso “l’unica speranza” per i bambini e le comunità colpite dai conflitti – sono sempre più sotto tiro. L’anno scorso le Nazioni Unite hanno verificato più di 3.930 episodi di negazione dell’accesso umanitario ai bambini. Anche gli operatori umanitari sono stati uccisi, aggrediti e rapiti, mentre i rifornimenti umanitari sono stati saccheggiati e beni e infrastrutture vitali distrutti.

Oltre a quello di Gamba, c’è stato al Consiglio l’intervento del vicedirettore esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), Omar Abdi, che ha ricordato che il maggior numero di gravi violazioni contro i bambini si è verificato in conflitti di lunga data, anche in luoghi come la Repubblica Democratica del Congo, Israele e Palestina e la Somalia. Anche se l’attuale conflitto in Sudan è scoppiato al di fuori del periodo in esame, l’UNICEF è anche seriamente preoccupato per il suo impatto sui 21 milioni di bambini che vi abitano. “Ora più di un milione di bambini sono stati sfollati a causa dei combattimenti e le Nazioni Unite hanno ricevuto rapporti credibili, in fase di verifica, secondo cui centinaia di bambini sono stati uccisi e feriti”, ha affermato.
Abdi è stato irremovibile sul fatto che il mandato delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati sia efficace, osservando che i gruppi armati hanno rilasciato almeno 180.000 ragazzi e ragazze dai loro ranghi negli ultimi 23 anni. Tuttavia, ha affermato che “con l’aumentare del numero di paesi nell’agenda sui bambini e sui conflitti armati, cresce anche il numero di bambini che necessitano della nostra protezione e del nostro sostegno”, sollecitando un maggiore supporto internazionale agli sforzi delle Nazioni Unite.

Una giovane rappresentante della società civile ha anche portato la prospettiva del suo paese, la Colombia, che sta uscendo da decenni di guerra civile che ha lasciato “milioni di vittime”. Rivelando di chiamarsi Violeta, la ragazza minorenne ha detto che i bambini e i giovani vivono nella costante paura delle mine antiuomo, degli scontri tra gruppi armati e del reclutamento forzato. “Non è facile vedere come con il passare dei giorni le sedie in classe inizino a svuotarsi perché i ragazzi e le ragazze vengono reclutati, uccisi o sfollati, e hanno bisogno di andare altrove per cercare opportunità migliori”, ha detto, parlando nel suo intervento in spagnolo. Violeta ha formulato diverse raccomandazioni per l’esame del Consiglio, tra cui la condanna e la prevenzione del reclutamento di bambini e la condanna della violenza sessuale contro bambini e giovani nei termini più severi possibili.
UNSC-Children & Armed Conflict #CAAC, 🇮🇹:
🔹recalls Paris & Vancouver Principles & calls on MS to endorse Safe Schools Declaration
🔹stresses need to end impunity
🔹joins concern expressed in the SG’s Report on children transferred to Russia from 🇺🇦
👉https://t.co/zXV6tbJ8me pic.twitter.com/RUyh5e8Bj4— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) July 5, 2023
Alla riunione del Consiglio di SIcurezza è intervenuta anche l’Italia, con un discorso dell’Ambasciatore Maurizio Massari, in cui sono stati richiamati i Principi di Parigi, i Principi di Vancouver con cui l’Italia “invita tutti gli Stati membri ad approvare e attuare pienamente la ‘Dichiarazione Scuole sicure’, per mitigare le conseguenze dei conflitti armati sull’istruzione e ad astenersi dall’uso militare delle infrastrutture civili”.
Allo stesso tempo, ha detto Massari, “non dobbiamo ignorare quei crimini ampiamente sottostimati, come la violenza sessuale nei conflitti e lo stupro usato come tattica di guerra. Incoraggiamo la massima collaborazione tra i diversi mandati delle Nazioni Unite per prevenire e porre fine a questa piaga e garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia”.
L’Italia ha notato “con preoccupazione le sfide evidenziate nelle regioni del bacino del lago Ciad e nel Sahel centrale, tra le altre. L’Italia è orgogliosa di aver sostenuto la “Nota orientativa sul rapimento” delle Nazioni Unite ed è pronta a rispondere all’appello del Segretario Generale per affrontare le esigenze specifiche dei bambini con disabilità e sostenere gli sforzi in corso dell’Ufficio SRSG in questa direzione”.
Poi il diplomatico italiano ha preso di mira le violazioni della Russia, con cui l’Italia si unisce “alle preoccupazioni espresse dal Segretario Generale nel suo Rapporto sui bambini trasferiti nella Federazione Russa dalle zone dell’Ucraina. Incoraggiamo tutti gli sforzi possibili volti a facilitare la ricerca e il ricongiungimento familiare e chiediamo a tutte le parti in conflitto di concedere agli attori della protezione dell’infanzia l’accesso a questi bambini per facilitare questo processo, in linea con l’effettivo interesse superiore di ogni bambino”.