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June 15, 2023
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Azione per il clima: mentre il “lupo” si avvicina, Guterres urla sempre più forte

Ennesima conferenza stampa del Segretario Generale dell'ONU che cerca di "svegliare" leader politici ed economici che ci portano al disastro "ad occhi aperti"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

“Stiamo precipitando verso il disastro con occhi ben aperti. È ora di svegliarsi e farsi avanti”. Ne aveva già fatti tanti incontri al Palazzo di Vetro dell’ONU con i giornalisti “sui pericoli del cambiamento climatico”, ma in quello di oggi il tono di Antonio Guterres è stato più severo, quasi arrabbiato. Con chi? Con i paesi che possono ma non fanno di più per evitare una catastrofe planetaria.  

 “Le politiche attuali stanno portando il mondo a un aumento della temperatura di 2,8 gradi entro la fine del secolo e questo significa catastrofe. Eppure la risposta collettiva rimane pietosa”. E mentre continuava a elencare quello che secondo lui i leader della politica dovrebbero fare  ma non fanno mai abbastanza,  il tono della voce di Guterres, di solito piuttosto soffice e gentile, invece era sempre più severo, cupo, “angry”. 

I just met with a group of #ClimateAction leaders from civil society around the world.

In every country, without exception, civil society must be at the table helping to shape policy, and on the ground helping to deliver change. pic.twitter.com/YaoKpH8OaI

— António Guterres (@antonioguterres) June 15, 2023

La conferenza stampa avveniva subito dopo che il Segretario Generale ha avuto un incontro online con molti leader della società civile di tutto il mondo. “I Paesi sono molto lontani dal rispettare le promesse e gli impegni sul clima. In un momento in cui dovremmo accelerare l’azione, c’è un passo indietro – ha detto poi ai giornalisti – Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi è ancora possibile, ma richiederà una riduzione delle emissioni di carbonio del 45% entro il 2030”. 

Tuttavia, le attuali politiche porteranno a un aumento della temperatura di 2,8°C entro la fine del secolo, che “comporta catastrofe”.

Secretary-General António Guterres briefs reporters after his meeting with Civil Society Organizations on the his Climate Acceleration Agenda. (UN Photo/Mark Garten)

Guterres ha sottolineato che per arrivare a questo risultato, ci vorrebbe un “patto di solidarietà per il clima, in cui tutti i grandi emettitori compiono ulteriori sforzi per ridurre le emissioni; e i Paesi più ricchi sostengono le economie emergenti”.

Ha chiesto un’azione globale immediata verso l’azzeramento delle emissioni nette, che deve iniziare eliminando “il cuore inquinato della crisi climatica: l’industria dei combustibili fossili”.

Per Guterres i paesi devono eliminare progressivamente i combustibili fossili, affrettando il percorso “per lasciare petrolio, carbone e gas nel terreno a cui appartengono”, e aumentare massicciamente gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Burning fossil fuels like coal contributes to climate change. (© Unsplash/Amir Arabshahi )

Il capo delle Nazioni Unite aveva già precedentemente proposto di stabilire un Patto di solidarietà per il clima in base al quale le nazioni ricche sosterrebbero le economie emergenti con la riduzione delle emissioni.

Un’altra proposta per un’agenda di accelerazione invita i governi a eliminare gradualmente il carbone entro il 2040, porre fine ai finanziamenti internazionali pubblici e privati ​​del carbone e spostare i sussidi dai combustibili fossili alle rinnovabili.

Ed ecco che Guterres a sferrato l’attacco a chi non agisce per il cambiamento: “L’industria dei combustibili fossili e i suoi fattori abilitanti hanno una responsabilità speciale”, ha affermato, ricordando il record di “$ 4 trilioni di entrate inaspettate” dello scorso anno.

“Eppure, per ogni dollaro speso in trivellazioni ed esplorazioni di petrolio e gas, solo quattro centesimi sono andati all’energia pulita e alla cattura del carbonio combinate. Scambiare il futuro con 30 pezzi d’argento è immorale”, ha detto.

Secretary-General António Guterres (left) meets with Civil Society Organizations on the Secretary-General’s Climate Acceleration Agenda. At right is Deputy Secretary-General Amina Mohammed. (UN Photo/Mark Garten)

Guterres ha sottolineato che l’industria dei combustibili fossili dovrebbe applicare le sue enormi risorse “per guidare, non ostacolare” la transizione globale verso l’energia rinnovabile. L’industria attualmente “non raggiunge nemmeno gli obiettivi di riduzione delle emissioni operative molto bassi che si è prefissata”.

Così il Segretario Generale ha invitato le aziende di combustibili fossili a presentare nuovi piani di transizione credibili, completi e dettagliati che includano la riduzione delle emissioni “a monte e a valle della catena del valore”, dalla produzione fino alla raffinazione, distribuzione e utilizzo. I piani devono anche stabilire obiettivi chiari e a breve termine verso la transizione verso l’energia “verde”.

“Le aziende di combustibili fossili devono anche cessare e desistere dalla vendita di influenza e dalle minacce legali progettate per il progresso della rotula. Penso in particolare ai recenti tentativi di sovvertire le alleanze net zero, invocando la legislazione antitrust”, ha affermato. “I governi sono fondamentali per mettere le cose in chiaro. Devono aiutare fornendo chiare rassicurazioni. L’azione collettiva per il clima non viola l’antitrust: sostiene la fiducia del pubblico”, ha aggiunto.

Il capo delle Nazioni Unite ha anche chiesto piani dettagliati alle istituzioni finanziarie, affermando che devono incoraggiare la trasformazione energetica globale. I piani dovrebbero includere una strategia esplicita per eliminare progressivamente le risorse di combustibili fossili dai loro portafogli per garantire l’allineamento con l’obiettivo net-zero. Anche tutte le attività di lobby e l’impegno politico dovrebbero essere divulgate.

“Le istituzioni finanziarie di tutto il mondo devono porre fine a prestiti, sottoscrizioni e investimenti nel carbone ovunque, comprese nuove infrastrutture per il carbone, centrali elettriche e miniere”, ha affermato il capo dell’Onu. “E devono impegnarsi a porre fine ai finanziamenti e agli investimenti nell’esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas e nell’espansione delle riserve di petrolio e gas, investendo invece nella giusta transizione nel mondo in via di sviluppo”.

Tutti buoni propositi e consigli. Ma con quali strumenti il Segretario Generale dell’ONU potrebbe spingere i riottosi a far la cosa giusta? Quando lo hanno chiesto a Guterres, il Segretario Generale, senza più granché rimastogli del tono arrabbiato, ha ribadito che i leader dovranno rispondere alle preoccupazioni dell’opinione pubblica mondiale etc etc.

Secretary-General António Guterres briefs reporters after his meeting with Civil Society Organizations on the his Climate Acceleration Agenda. (UN Photo/Mark Garten)

Quando gli è stato chiesto come avrebbe fatto a far chiudere le aziende petrolifere, lui ha replicato: “Prima di tutto, questo non è contro le compagnie di combustibili fossili. Al contrario, incoraggio le aziende di combustibili fossili che ora stanno realizzando enormi profitti a utilizzare tali profitti e a guidare gli investimenti nelle rinnovabili e nella green economy. Ciò significherebbe che sarebbero in grado di sopravvivere alla transizione e rimanere attori molto importanti e rilevanti nell’economia mondiale”.

Poi Guterres ha ripreso il suo ragionamento: “Quello che penso non abbia alcun senso è scommettere su sempre più combustibili fossili, è usare i profitti solo per valore per gli azionisti e non cogliere questa opportunità con la loro tecnologia, la loro capacità e le loro risorse per essere essi stessi leader nello sviluppo di energia rinnovabile. E questo è ciò che per me è essenziale anche nella COP, è fare in modo che coloro che sono più legati ai settori che hanno beneficiato dell’economia del passato riconoscano quanto sia importante essere leader nella creazione dell’economia del futuro”.

Non ci resta che sperare che l’esperto politico ex premier portoghese, arrivato al piano più alto del Palazzo di Vetro a New York, con questi suoi continui accorati e ora anche arrabbiati appelli sul clima, non cominci ad assomigliare al protagonista di una moderna favola di “a lupo al lupo”, con un finale inimmaginabile per la vita sul pianeta.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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