Anche per il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, l’Artificial Intelligence è una “chiara e attuale minaccia globale”, se usata per ulteriormente spargere l’odio e le bugie nello spazio digitale, e quindi apre anche all’idea di creare una agenzia ad hoc delle Nazioni Unite per “controllarla”.
In occasione del lancio del suo rapporto Onu sull’integrità delle informazioni sulle piattaforme digitali, Guterres ha tenuto una conferenza stampa al Palazzo di Vetro di New York in cui ha sottolineato che l’allarme per la potenziale minaccia rappresentata dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale “non deve distrarci dai danni che la tecnologia digitale sta già facendo al nostro mondo”. “Questa chiara e attuale minaccia globale – ha aggiunto – richiede un’azione internazionale coordinata per rendere lo spazio digitale più sicuro e più inclusivo, proteggendo con forza i diritti umani”.
Durante la conferenza stampa, Guterres ha dichiarato ai giornalisti che nei prossimi giorni nominerà un organo consultivo scientifico che includerà esperti esterni di intelligenza artificiale e si è detto aperto all’idea di creare una nuova agenzia delle Nazioni Unite che si concentri sull’intelligenza artificiale, simile al modello dell’AIEA, che si occupa di controllare l’energia atomica. “Sarei favorevole all’idea che potremmo avere un’agenzia di intelligenza artificiale, direi, ispirata a ciò che è oggi l’Agenzia internazionale per l’energia atomica”, ha detto Guterres. Il Segretario Generale ha aggiunto di non avere l’autorità per creare un’agenzia simile all’AIEA, che spetta ai 193 stati membri dell’ONU. Ma ha detto che se n’è discusso e che lo vedrebbe come uno sviluppo positivo. “Qual è il vantaggio dell’AIEA: è un’istituzione molto solida e basata sulla conoscenza”, ha detto Guterres ai giornalisti. “E allo stesso tempo, anche se limitato, ha alcune funzioni regolatrici. Quindi, credo che questo sia un modello che potrebbe essere molto interessante”.
Guterres durante la conferenza stampa ha puntato il dito – ma senza specificarne il nome – contro “alcune aziende tecnologiche che hanno fatto troppo poco, troppo tardi, per impedire alle loro piattaforme di contribuire alla diffusione della violenza e dell’odio”, ma il Segretario Generale ha anche sottolineato la responsabilità dei “governi che a volte hanno fatto ricorso a misure drastiche, tra cui interruzioni di Internet, che mancano di qualsiasi base legale e violano i diritti umani”.

Il documento normativo presentato sostiene che anche le aziende private devono impegnarsi a sostenere l’accuratezza, la coerenza e l’affidabilità delle informazioni condivise dagli utenti. “La mia speranza è che fornisca un gold standard per guidare l’azione per rafforzare l’integrità delle informazioni”.
Le piattaforme digitali, che includono canali di social media, motori di ricerca e app di messaggistica, sono anche utilizzate dalle Nazioni Unite per coinvolgere le persone di tutto il mondo nella ricerca della pace, della dignità e dei diritti umani e per proteggere il pianeta. Eppure queste stesse piattaforme vengono utilizzate in modo improprio per sovvertire la scienza e diffondere disinformazione e odio, alimentando conflitti, minacciando la democrazia e i diritti umani e minando la salute pubblica e l’azione per il clima. “Questi rischi si sono ulteriormente intensificati a causa dei rapidi progressi della tecnologia, come l’intelligenza artificiale generativa”, ha affermato il capo delle Nazioni Unite nel rapporto, aggiungendo “è diventato chiaro che il business as usual non è un’opzione”.
The proliferation of hate & lies in the digital space is causing grave global harm.
This clear & present global threat demands clear & coordinated global action.
– @antonioguterres launching his new report on information integrity on digital platforms. https://t.co/atXRvwOwXv pic.twitter.com/i5MjAkWSNy
— United Nations (@UN) June 12, 2023
Sebbene la disinformazione e l’incitamento all’odio siano correlati e si sovrappongano, sono fenomeni distinti.
L’incitamento all’odio si riferisce a un linguaggio offensivo o minaccioso nei confronti di un gruppo o di una persona, semplicemente a causa della loro razza, colore, religione, etnia, nazionalità o motivi simili.
La differenza tra cattiva informazione e disinformazione è intenzionale, sebbene la distinzione possa essere difficile da determinare. In generale, la disinformazione si riferisce alla diffusione involontaria di informazioni imprecise, mentre la disinformazione non è solo imprecisa ma intesa a ingannare. “Sebbene i media tradizionali rimangano un’importante fonte di notizie per la maggior parte delle persone nelle aree di conflitto, anche l’odio diffuso sulle piattaforme digitali ha scatenato e alimentato la violenza”, afferma il rapporto. “Alcune piattaforme digitali sono state criticate per il loro ruolo nei conflitti, inclusa la guerra in corso in Ucraina”.
Il rapporto propone il quadro per un’azione globale attraverso un codice di condotta per l’integrità delle informazioni sulle piattaforme digitali, che delinea i potenziali guardrail salvaguardando i diritti alla libertà di espressione e di informazione. Si baserà su principi che includono il rispetto dei diritti umani, il sostegno ai media indipendenti, una maggiore trasparenza, la responsabilizzazione degli utenti e il rafforzamento della ricerca e dell’accesso ai dati.
Il Segretario generale ha anche fornito raccomandazioni che potrebbero informare il Codice di condotta. Includono un invito ai governi, alle società tecnologiche e ad altre parti interessate ad astenersi dall’utilizzare, sostenere o amplificare la disinformazione e l’incitamento all’odio per qualsiasi scopo. I governi dovrebbero anche garantire un panorama mediatico libero, praticabile, indipendente e plurale, con forti tutele per i giornalisti.

“Our proposed Global Digital Compact, New Agenda for Peace, and Accord on the global governance of AI, will offer multilateral solutions based on human rights.” said the Secretary-General. (UN Photo/Mark Garten)
Nel frattempo, le piattaforme digitali dovrebbero garantire la sicurezza e la privacy fin dalla progettazione in tutti i prodotti, insieme all’applicazione coerente di politiche e risorse in tutti i paesi e le lingue. Tutte le parti interessate dovrebbero adottare misure urgenti e immediate per garantire che tutte le applicazioni di intelligenza artificiale siano sicure, protette, responsabili ed etiche e rispettino gli obblighi in materia di diritti umani, ha aggiunto.
Gli inserzionisti e le piattaforme digitali dovrebbero assicurarsi che gli annunci non vengano inseriti accanto a disinformazione o disinformazione online o incitamento all’odio e che gli annunci contenenti disinformazione non vengano promossi.
Guterres, rispondendo ad una domanda sulla scomparsa dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi, ha risposto estendendo le sue “sentite condoglianze alla famiglia, al governo e al popolo italiano”, senza aggiungere altro. (AGGIORNAMENTO: Otto ore dopo, il portavoce pubblicherà un twit con link ad un comunicato ufficiale in cui il Segretario Generale aggiunge una frase in più: “Come capo di governo del dopoguerra più longevo del paese, Berlusconi sarà ricordato per la dedizione con cui ha servito il suo paese”).
Secretary-General @antonioguterres is saddened by the news of the death of former Prime Minister Silvio Berlusconi and expresses his sincere condolences to the people and government of Italy, as well as his family. https://t.co/fYnNtA411h
— UN Spokesperson (@UN_Spokesperson) June 13, 2023
Alla fine della conferenza stampa, avvicinandoci a Guterres, gli abbiamo chiesto se avesse mai provato ad usare l’AI nel suo lavoro: “Abbiamo fatto delle prove, non mi sembra una tecnologia utile o ancora pronta”. Cioè, un piano di pace preparato dall’AI non funzionerebbe. Poi, scherzando con i giornalisti, Guterres ha detto di aspettarsi prima o poi che on-line venga proposta una conferenza stampa in cui, al posto suo, apparirà un “segretario artificiale” al quale gli faranno dire di tutto…