Martedì, all’Assemblea Generale dell’ONU, si assisterà al duello tra Bielorussia e Slovenia per vincere un seggio nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU per i prossimi due anni. A votare per rinnovare 5 dei 10 posti non permanenti dell’organo con più poteri dell’Onu saranno i 193 paesi membri che all’Assemblea Generale hanno tutti diritto e stesso peso di voto. Per essere eletti, si devono avere 2/3 dei voti. Bielorussia e Slovenia aspirano a occupare il seggio non permanente che un altro paese dell’Est europeo, l’Albania, lascerà libero alla scadenza del suo mandato biennale, il primo gennaio del 2024; gli altri quattro posti “regionali” hanno invece un solo Paese candidato per ognuno e quindi l’elezione è scontata. Questi sono Algeria, Guyana, Corea del Sud, Sierra Leone, che sostituiranno Gabon, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Ghana.
A contrapporsi quindi sono il principale alleato di Mosca nella guerra con l’Ucraina e un Paese dell’Unione europea che fa parte anche della NATO.
Al Palazzo di Vetro, la ministra degli esteri e vice premier della Slovenia, Tanja Fajon, ha tenuto lunedì una conferenza stampa in cui ha spiegato le motivazioni della candidatura slovena e perché il suo paese garantisce più “equilibrio” al Consiglio di Sicurezza. Quando le abbiamo chiesto in termini pratici e di sostanza, cosa farebbe la Slovenia una volta eletta al Consiglio per spingere i Quindici a trovare la strada per raggiungere la pace, la risposta si è concentrata per lo più sulla pace nei conflitti in Africa che si ottiene coinvolgendo più i paesi africani. Alla ministra slovena abbiamo chiesto anche se ritenesse che la riforma del Consiglio di Sicurezza Onu dovesse favorire più membri permanenti (come vogliono India, Brasile, Germania e Giappone…) o solo l’allargamento a membri non permanenti (come vuole l’Italia col gruppo “Uniting for Consensus”) e qui, riascoltando la registrazione, abbiamo con una certa fatica, sentito: “Nel caso di riforma con allargamento dei seggi, sarebbe giusto in entrambe le categorie”.

Intanto alla Russia, che dall’inizio dell’invasione all’interno del Consiglio di Sicurezza ha trovato per lo più solo l’appoggio del membro permanente Cina e, ma in maniera altalenante, del Brasile e Gabon (e anche dell’India che però è già uscita lo scorso gennaio), farebbe molto comodo avere un fedele alleato come è il regime di Lukashenko. Ovviamente, gli altri tre membri permanenti, Stati Uniti, UK e Francia, hanno già da tempo dichiarato di appoggiare la candidatura della Slovenia.
All’Assemblea Generale, le risoluzioni presentate finora contro l’invasione russa dell’Ucraina, hanno ricevuto il supporto di circa 140 Paesi su 193, mentre solo pochi Paesi, fra i quali proprio la Bielorussia, hanno votato con Mosca.
I cinque Paesi che si trovano a metà del loro mandato biennale e che quindi resteranno ancora per tutto il 2024 al Consiglio di Sicurezza, sono Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico e Svizzera.