“Riguardo la situazione in Sudan ci sono aree di responsabilità del Consiglio di Sicurezza e aree di responsabilità del segretario generale. Nella mia area ho ribadito la mia piena fiducia in Volker Perthes quale rappresentante speciale”. Così ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ai giornalisti al termine di consultazioni a porte chiuse dei Quindici, in una riunione sul Sudan richiesta proprio da lui. “Spetta invece al Consiglio decidere se sostenere la continuazione della missione per un altro periodo o se porvi fine”, ha proseguito.
Perthes e la missione delle Nazioni Unite in Sudan sono stati oggetto di numerose proteste da parte di migliaia di militari che hanno ripetutamente accusato il rappresentante speciale Onu di “intervento straniero” e ne hanno chiesto il licenziamento. Il capo dell’esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan ha chiesto in una lettera a Guterres la sostituzione di Perthes, mossa per cui il segretario generale si è detto “scioccato”.
Quando dalla riunione a porte chiuse del Consiglio è uscito l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, è andato ai microfoni dei giornalisti per dire che per quanto riguarda la missione dell’ONU in Sudan “c’è bisogno di cambiare il mandato. Forse prima bisogna anche stabilizzare il paese, ma il mandato va cambiato”. Quando gli è stato chiesto se Volker Perthes dovesse essere confermato, Nebenzia ha risposto: “Io sono a favore dell’UNITAMS“, che è sembrato un modo delicato per dire sì alla missione ma senza Perthes. Il mandato dell’UNITAMS è in scadenza e dovrà essere rinnovato dal Consiglio di Sicurezza entro il 3 giugno.

Intanto l’esercito di Khartoum ha sospeso il rispetto dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto con le forze paramilitari delle Rsf con la mediazione degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita. E questo ”perché i ribelli non hanno mai rispettato una singola disposizione dell’accordo sul cessate il fuoco che prevedeva il loro ritiro dagli ospedali e dagli edifici residenziali e hanno ripetutamente violato la tregua”, riferiscono fonti dell’esercito a condizione di anonimato. Lunedì la tregua era stata estesa di cinque giorni, dopo essere stata violata più volte la settimana precedente. “L’esercito è pronto a combattere fino alla vittoria”, ha dichiarato ieri il capo dell’esercito regolare Abdel Fattah al-Burhan durante una visita alle truppe nella capitale.