Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco in Israele e Gaza e ha ribadito che solo una soluzione politica negoziata porterà a una pace duratura e porrà fine ai cicli devastanti di violenza “una volta per tutte”.
In una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce domenica pomeriggio, Guterres ha espresso anche le sue più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime della violenza. “Le ostilità hanno portato a inutili sofferenze umane”, afferma la dichiarazione sull’ultimo round di combattimenti, scoppiato cinque giorni fa.
Secondo la dichiarazione, Guterres ha elogiato il ruolo chiave dell’Egitto nel porre fine alle ostilità, insieme agli sforzi del Qatar, del Libano e degli Stati Uniti per raggiungere un cessate il fuoco.

Il Segretario Generale “invita tutte le parti a osservare il cessate il fuoco”, ha proseguito la dichiarazione, aggiungendo che Guterres ha riaffermato l’impegno delle Nazioni Unite per il raggiungimento della soluzione dei due Stati basata su pertinenti risoluzioni dell’Onu, del diritto internazionale e accordi precedenti e l’importanza di ripristinare un orizzonte politico per il traguardo della fine del conflitto. Guterres “ribadisce che solo una soluzione politica sostenibile negoziata porterà a una pace duratura e porrà fine, una volta per tutte, a questi devastanti cicli di violenza”, conclude la dichiarazione.
Sabato, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha rilasciato una dichiarazione simile accogliendo con favore il cessate il fuoco, elogiando gli sforzi dell’Egitto per aiutare a riportare la calma e invitando tutte le parti a rispettare la tregua.
“Sono profondamente rattristato dalla perdita di vite umane e feriti, compresi bambini e donne, dagli attacchi aerei israeliani a Gaza e dal lancio indiscriminato di razzi verso Israele da parte della Jihad islamica palestinese e di altri gruppi militanti”, ha affermato Wennesland, esprimendo le sue più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime della violenza e ai loro cari.
Sulla scia del cessate il fuoco, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite ha affermato di attendere con impazienza “l’immediato ripristino dell’accesso umanitario e tutte le misure sociali ed economiche per sostenere i mezzi di sussistenza palestinesi a Gaza”.

Intanto l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha inviato una lettera ai colleghi ambasciatori al Palazzo di Vetro esortandoli a non partecipare all’evento palestinese “Nakba Day” che si terrà lunedì all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La decisione di organizzare un evento per celebrare il 75° anniversario dello Stato di Israele come Nakba è stata determinata da una risoluzione delle Nazioni Unite approvata a dicembre come parte del “pacchetto palestinese” annuale di risoluzioni.
Negli ultimi mesi è stata condotta una campagna guidata dal ministero degli Affari esteri israeliano e dall’ambasciatore Erdan per convincere i paesi a non partecipare a quello che la missione di Israele definisce “vergognoso evento progettato per presentare la creazione dello Stato di Israele come un disastro”.
“Siamo già riusciti a convincere un certo numero di paesi a boicottare questo spregevole evento e continuo a lavorare per convincere più paesi a non partecipare”, ha affermato l’Ambasciatore Erdan.
Nella sua lettera l’Ambasciatore Erdan ha scritto: “Coloro che partecipano a iniziative ipocrite unilaterali, come l’abominevole evento che si è svolto il 15 maggio, servono solo a promuovere la pratica antisemita di mantenere lo Stato ebraico a uno standard diverso da qualsiasi altro stato membro. Questo non solo condona l’odio per gli ebrei, ma dà anche il via libera ai palestinesi affinché continuino a sfruttare gli organi internazionali per promuovere la loro narrativa diffamatoria. Partecipare a iniziative palestinesi unilaterali che etichettano falsamente Israele come la fonte di tutti i mali non porta il conflitto più vicino alla fine, ma serve solo ad infiammare le tensioni”.
E infatti i rappresentanti degli Stati Uniti non parteciperanno oggi all’evento al palazzo di Vetro dell’Onu per il 75esimo anniversario della ‘Nakba’, la catastrofe’ con la quale i palestinesi ricordano la diaspora di 700mila profughi dopo la fondazione dello stato d’Israele. Gli Stati Uniti, si legge in un comunicato, “non sostengono eventi organizzati o in sostegno di un pregiudizio anti israeliano istituzionale”. Gli Stati Uniti, viene sottolineato, “continuano a riconoscere la difficile situazione dei profughi palestinesi” e sostengono “azioni all’Onu che uniscano le parti e preparino il terreno per una soluzione negoziata con due stati”. “Allo stesso tempo – nota il comunicato del portavoce della missione Usa, Nate Evans – gli Stati Uniti nutrono da tempo preoccupazione sul pregiudizio anti israeliano nel sistema Onu, che è controproducente per la pace”. Secondo fonti diplomatiche israeliane, sono 32 i paesi che hanno detto di non voler partecipare all’evento, fra cui, oltre agli Usa, Gran Bretagna, Canada, Ucraina, India, dieci paesi Ue e tre africani