Il 3 maggio 2023 segna i Trent’anni della giornata internazionale in difesa della libertà di stampa, nel 1993 infatti fu una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ad istituirla. Per l’occasione l’UNESCO – l’agenzia culturale delle Nazioni Unite delegata alla protezione dei giornalisti e della libertà d’espressione – da ieri ha fatto partire una maratona di eventi per celebrarla.
All’Assemblea Generale dell’ONU, insieme alla Direttrice generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, c’erano tanti “pezzi da novanta” dell’informazione mondiale per discutere di libertà di stampa.
Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guteress, che si trova all’estero, ha inviato un messaggio via video in cui ha messo in guardia che disinformazione, incitamento all’odio e attacchi mortali contro i giornalisti stanno minacciando la libertà di stampa in tutto il mondo.
La libertà di stampa è un diritto umano, come il ricevere e diffondere informazione “a prescindere dai confini”, come specificato dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948.
Così Guterres nel suo messaggio ha ricordato che “la libertà di stampa è il fondamento della democrazia e della giustizia. Fornisce a tutti noi i fatti di cui abbiamo bisogno per plasmare le opinioni e dire la verità al potere”. Ma, il Segretario Generale ha anche subito ricordato come “in ogni angolo del mondo, la libertà di stampa è sotto attacco”.
Nel discorso di apertura, Audrey Azoulay, ha affermato che il 2022 è stato l’anno più mortale per la professione. L’anno scorso, 86 giornalisti sono stati uccisi, ma non come qualcuno potrebbe pensare, mentre coprivano conflitti: infatti la maggioranza degli omicidi avvengono al di fuori delle zone di guerra. “Spesso erano a casa con la loro famiglia”, ha detto Azulay. Centinaia i giornalisti nel mondo che hanno subito violenze o sono in prigione.
Azulay ha ricordato anche come il livello di impunità per questi crimini invia un messaggio agghiacciante a tutti. Inoltre, soprattuto le giornaliste, vengono attaccate nel cyberspazio. Un rapporto del 2021 ha rivelato che tre giornaliste su quattro sono state vittime di molestie online, spingendo l’UNESCO a emettere raccomandazioni affinché le piattaforme digitali aumentino la protezione.
Azoulay ha osservato che queste sfide si stanno verificando nel momento esatto in cui i giornalisti sono più che mai necessari, poiché l’avvento dell’era digitale ha cambiato l’intero panorama dell’informazione, perché se l’internet ha aperto nuovi canali di informazione ed espressione, ha anche fornito un terreno fertile per coloro che cercano di seminare disinformazione e teorie del complotto.
Per Azoulay quindi “ci troviamo a un nuovo bivio. L’attuale percorso ci sta allontanando da dibattiti pubblici informati. Lontano dalla nozione stessa di una realtà condivisa da cui si dipende. Un percorso verso una sempre maggiore polarizzazione”.

A parlare all’Assemblea Generale c’era anche A.G. Sulzberger, presidente ed editore del New York Times, che ha espresso preoccupazione per l’impatto che le minacce alla libertà di stampa a livello globale hanno in ultima analisi sul multilateralismo: ”Senza i giornalisti per fornire notizie e informazioni su cui le persone possono fare affidamento, temo che continueremo a vedere il disfacimento dei legami civici, l’erosione delle norme democratiche e l’indebolimento della fiducia nelle istituzioni e negli altri che è così essenziale per l’ordine globale”, ha detto l’editore del NYT.
Sulzberger ha riflettuto su come si è evoluto il panorama dei media dal 1993, un periodo di ottimismo caratterizzato dall’apparente fine delle divisioni della Guerra Fredda, dall’emergere di democrazie nascenti e dai progressi tecnologici nell’informazione e nella connettività. Anche le testate giornalistiche godevano di una “forza finanziaria storica” e sembravano ben posizionate per informare il pubblico, ma il momento è stato di breve durata poiché la stessa tecnologia che ha permesso ai giornalisti di raggiungere persone ovunque ha anche costretto molte migliaia di giornali a chiudere e i punti vendita digitali che sono emersi non sono stati in grado di colmare il vuoto, in particolare nel fornire servizi critici locali e investigativi.
“Internet ha anche scatenato la valanga di disinformazione, propaganda, punditry e clickbait che ora travolge il nostro ecosistema informativo, spesso soffocando il giornalismo credibile e accelerando il declino della fiducia della società”, ha affermato.
Sulzberger ha avvertito che l’erosione della libertà di stampa è quasi sempre seguita dall’erosione democratica. “E infatti, questo periodo di debolezza per la stampa ha coinciso con democrazie destabilizzate e autocrazie incoraggiate. E quando la democrazia si erode, puoi star certo che la stampa libera sarà il primo obiettivo”, ha affermato, aggiungendo: “In tutto il mondo gli autocrati e coloro che aspirano a unirsi ai loro ranghi hanno utilizzato la censura, la repressione dei media e gli attacchi ai giornalisti per consolidare il potere. Questo perché ottenere il controllo delle informazioni è essenziale per ottenere il controllo di tutto il resto”, ha aggiunto.
L’editore del NYU ha fornito esempi da tutto il mondo, compresa la Russia, dove “i giornalisti che osano persino riconoscere la guerra in Ucraina rischiano lunghe pene detentive”, evidenziando anche il caso del reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato il mese scorso per presunto spionaggio, affermando che il giornalista “rimane in custodia russa per false accuse e dovrebbe essere rilasciato”.
Sulzberger ha detto agli Stati membri delle Nazioni Unite che contrastare l’assalto mondiale alla stampa sarà risolto solo con l’azione concreta: “Per le nazioni con una forte tradizione di stampa libera, compresi gli Stati Uniti, significa che i leader si devono smuovere per garantire protezione legale ai giornalisti indipendenti e alle loro fonti”, ha affermato. Ma “per le nazioni in cui riportare la verità rimane pericoloso, ciò significa che la comunità internazionale deve chiarire che chiameremo e puniremo le repressioni e gli attacchi contro i giornalisti, indipendentemente da dove si verificano”.
L’editore del NYT ha inoltre sottolineato la necessità di affrontare le sfide che la stampa deve affrontare, compreso lo sviluppo di chiari modelli finanziari per sostenere il giornalismo indipendente. “Abbiamo ancora bisogno di un impegno da parte dei giganti digitali per elevare il giornalismo indipendente e garantire che si distingua dalle informazioni inaffidabili sulle loro piattaforme”, ha aggiunto. “E abbiamo ancora bisogno di più pubblico per valutare il giornalismo indipendente abbastanza da sostenerlo con il proprio tempo, i propri soldi e la propria fiducia”.
It’s #WorldPressFreedomDay!
What does press freedom mean to you?
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— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) May 3, 2023
Intanto anche la missione italiana alle Nazioni Unite ha celebrato la giornata internazionale della libertà di stampa, con un video in cui l’Ambasciatore Maurizio Massari, con altri giornalisti italiani corrispondenti dal Palazzo di Vetro, invia un messaggio che ribadisce come la libertà di informare e di essere informati sia un diritto umano da proteggere.