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April 28, 2023
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Bambini ucraini deportati in Russia: all’ONU la sfida delle riunioni “censurate”

Dopo quella russa, anche Albania, USA e Francia convocano il Consiglio di Sicurezza con formula Arria in cui pure l'Italia tiene discorso accusando Mosca

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

Al Palazzo di Vetro dell’ONU continua il duello tra Russia e Occidente. Dopo che la missione della Federazione Russa aveva convocato il 4 aprile una riunione del Consiglio di Sicurezza con formula Arria (informale) per tentare di respingere le terribili accuse di aver rapito migliaia di bambini ucraini deportandoli in Russia, sostenendo di averli solo momentaneamente allontanati dai pericoli della guerra,  ecco che Albania, Stati Uniti e Francia convocano un’altra formula Arria del Consiglio per accusare la Russia di mentire: altro che bambini ucraini trasferiti da zone pericolose, in realtà sono stati deportati violando la legge internazionale e commettendo un crimine contro l’umanità.

Ricordiamo che il 17 marzo la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto nei confronti della commissaria russa per l’infanzia Lvova-Belova e del presidente russo Vladimir Putin per presunto crimine di guerra di “deportazione illegale” e “trasferimento illegale” di bambini dall’Ucraina alla Russia.

L’Ambasciatore dell’Albania Ferit Hoxha, che ha presieduto la riunione del Consiglio di SIcurezza con formula Arria

Per la riunione di oggi presieduta dall’ambasciatore albanese Ferit Hoxha, c’è voluta una sala molto più grande di quella scelta tre settimane fa dalla Russia, dato che gli iscritti a parlare erano tantissimi paesi tra cui anche l’Italia. Venerdì i membri del Consiglio di sicurezza più tanti altri paesi membri dell’ONU hanno dibattuto sul tema “Affrontare rapimenti e deportazioni di bambini durante i conflitti armati: misure concrete per la responsabilità e la prevenzione”.

L’incontro oltre ai tre membri già citati del Consiglio, è stato co-sponsorizzato da 42 Stati membri dell’ONU. Ci sono stati i briefing di Ezequiel Heffes, direttore di Watchlist on Children and Armed Conflict; e in collegamento via video dall’Ucraina con Dmytro Lubinets, difensore civico dell’Ucraina; Daria Herasymchuk, Consigliere-Commissario del Presidente dell’Ucraina per i diritti dell’infanzia e la riabilitazione infantile. E’ stato proiettato un video con le testimonianze di bambini che hanno raccontato, una volta tornati in Ucraina, la loro esperienza di “deportati” in Russia (e Bielorussia).

Il “pan per focaccia” tra russi e americani è stato completo quando si è saputo che l’incontro che si sarebbe tenuto nella Sala Conferenze 4, non sarebbe stato trasmesso in diretta dalla UNTV, dopo il “niet” imposto dalla Russia che si è opposta alla trasmissione via web sul canale ufficiale delle Nazioni Unite. Infatti la trasmissione in rete degli incontri della formula Arria tramite UNTV, richiede il consenso di tutti i membri del Consiglio. Gli Stati Uniti e UK avevano bloccato la trasmissione di UN Tv per l’incontro precedente organizzato dalla Russia (che poi lo trasmise comunque sul suo canale YouTube). “Pan per focaccia” puntualissimo, con i co-organizzatori costretti a trasmettere in streaming l’incontro sul canale YouTube della Missione permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.

D’altronde, quando gli USA e UK avevano bloccato la trasmissione della riunione voluta dai russi in cui sarebbe intervenuta anche la commissaria presidenziale russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova (ricercata con Putin dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja), il vice rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, aveva annunciato che “d’ora in poi la Russia bloccherà i webcast delle Nazioni Unite di tutti gli incontri simili”.

Durante la riunione russa della formula Arria del 5 aprile, i rappresentanti di diversi membri del Consiglio, tra cui Albania, Malta, Regno Unito e Stati Uniti, erano usciti dalla sala conferenze quando aveva preso la parola Lvova Belova e altri rappresentanti russi di territori ucraini “annessi” alla Russia.

La testimonianze di bambini deportati in Russia dopo il loro ritorno in Ucraina

L’incontro di oggi mirava a richiamare l’attenzione sul rapimento e la deportazione di bambini durante i conflitti armati e a esplorare i modi per affrontare questi problemi e durante gli interventi, la situazione in Ucraina non è stata la sola al centro del dibattito, ma sono stati fatti riferimenti anche a situazioni di rapimenti di bambini nei conflitti in Nigeria, nella regione del Sahel, Somalia, Etiopia, Mozambico Congo, Yemen, Myanmar.

Lo scopo del dibattito era quello di individuare misure necessarie per prevenire il rapimento e la deportazione di bambini e per garantire il rilascio e il ritorno sicuri di questi minori, e anche la necessità di ritenere responsabili gli autori. Molti interventi hanno accusato la Russia di condurre una campagna deliberata per separare migliaia di bambini ucraini dai loro genitori e di allontanare i bambini ucraini da orfanotrofi o altre istituzioni e darli in adozione in Russia.

Daria Herasymchuk durante il suo intervento dove ha mostrato anche un video con le testimonianze di bambini ucraini deportati

L’Italia, che con l’ambasciatore Maurizio Massari è stato il primo paese a parlare dopo i Quindici del Consiglio di Sicurezza, ha detto subito di allinearsi “con la dichiarazione dell’Unione Europea e alla dichiarazione del Gruppo degli Amici dei Bambini nei Conflitti Armati” per poi aggiungere alcune osservazioni a titolo nazionale.

Massari ha ricordato che “deportazioni e trasferimenti illegali di popolazione civile, in particolare di bambini, costituiscono una violazione dei diritti umani e un crimine di guerra ai sensi del diritto internazionale quando la potenza occupante deporta o trasferisce tutta o parte della popolazione del territorio occupato all’interno o all’esterno di tale territorio”.

L’Ambasciatore d’Italia alle Nazioni Unite Maurizio Massari durante il suo intervento

Secondo la Convenzione sui diritti del fanciullo (CRC), ha sottolineato Massari nel suo intervento, “gli Stati hanno la responsabilità di prevenire il rapimento di bambini per qualsiasi scopo o in qualsiasi forma e di adottare tutte le misure appropriate al riguardo, poiché i governi hanno la responsabilità primaria di proteggere i loro cittadini e di rispettare, proteggere e far valere i loro diritti”. A questo punto il rappresentante dell’Italia ha detto che i rapporti più recenti del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i Bambini nei Conflitti Armati, “descrivono la brutale realtà di una preoccupante e crescente tendenza alla sottrazione di bambini a livello globale”. Per l’Italia “devono essere dedicate risorse adeguate per assistere i bambini in conflitto, compresi i più vulnerabili e i bambini con disabilità, favorendo il coinvolgimento dei familiari, delle associazioni locali, delle comunità religiose e di altri, al fine di costruire un ambiente sicuro per ogni bambino e sostenere la loro diritto allo studio, salvaguardare la continuità nell’apprendimento e spazi sicuri e inclusivi per farlo”.

Una immagine dal video di testimonianze con bambini ucraini che raccontano la loro esperienza da “deportati” in Russia

Per Massari “l’impatto della guerra di aggressione russa sui bambini è terrificante. Condanniamo fermamente i ripetuti attacchi a scuole e ospedali e ricordiamo il rispetto dei Principi di Vancouver e di Parigi, nonché della Dichiarazione scuole sicure. La pratica del trasferimento forzato e della deportazione di bambini ucraini è una palese violazione del diritto internazionale”. A questo punto l’Italia ha chiesto alla Russia “di garantire l’accesso a informazioni affidabili e ai territori sotto occupazione, nonché di garantire che i bambini possano ricongiungersi con le loro famiglie e comunità, in linea con l’effettivo interesse superiore di ogni bambino”.

#UNSC #Arria mtg: 🇮🇹 condemns the abduction & deportation of children in armed conflict as human rights’ violation & war crime.
🇮🇹, staunch #ICC’s supporter, calls on Russia to grant access to reliable info., & to ensure children & families be reunited.
👉 https://t.co/9BUFW3RqDm pic.twitter.com/EpV0mXs6Db

— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) April 28, 2023

Infine l’Italia ha ribadito il sostegno alla Corte penale internazionale sollecitando “tutte le parti acciocché garantiscano la collaborazione nelle indagini in corso e sostengano l’impegno della comunità internazionale a chiedere conto degli autori dei loro crimini”.

Proprio nello stesso giorno in cui si teneva questa partecipata riunione al Palazzo di Vetro a New York, è giunta la notizia che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella  telefonata di due giorni fa avuta con il presidente cinese Xi Jinping, ha anche chiesto a Xi di cercare di convincere Mosca per quanto riguarda il ritorno dei prigionieri di guerra ucraini e di circa 20.000 “bambini rapiti”. Quindi Zelensky, nel rivelare questa parte della conversazione avuto con il presidente della Cina, ha dichiarato: “Lo dico apertamente. Al momento solo l’Ucraina sta aiutando l’Ucraina con il ritorno dei nostri figli. Ci sono stati sforzi da parte delle Nazioni Unite, ma solo con scarsi risultati”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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