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April 25, 2023
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Al Consiglio di Sicurezza ONU, Lavrov presiede il conflitto senza fine

Il ministro degli Esteri della Palestina Al-Malki: "Negati i nostri diritti da 75 anni". L'ambasciatore d'Israele Erdan: "Rifiutate la nostra esistenza: vergogna!"

Simone d'AltavillabySimone d'Altavilla
Al Consiglio di Sicurezza ONU, Lavrov presiede il conflitto senza fine

Riad Al-Malki, Minister for Foreign Affairs and Expatriates of the State of Palestine, addresses the Security Council meeting on the situation in the Middle East, including the Palestinian question. (UN Photo/Manuel Elías)

Time: 3 mins read

Con alla presidenza il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il Consiglio di Sicurezza ha tenuto il dibattito aperto sul Medio Oriente con particolare focus sul conflitto israelo-palestinese.

Il primo a parlare, il coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland: “Nel periodo sacro, sebbene per lo più calmo, purtroppo ci sono stati anche scioccanti episodi di violenza nei Luoghi Santi e tensioni nei Territori Palestinesi Occupati e in Israele, con una breve escalation che si è estesa alla regione. Sebbene sia stata evitata un’escalation su vasta scala, la traiettoria attuale non è né sostenibile né inevitabile”.

Tor Wennesland, Special Coordinator for the Middle East Peace Process, briefs the Security Council meeting on the situation in the Middle East, including the Palestinian question. (UN Photo/Manuel Elías)

Wennesland ha continuato elencando le vittime delle violenze: “Complessivamente, nella Cisgiordania occupata, 17 palestinesi, tra cui due bambini, sono stati uccisi e 200 palestinesi sono stati feriti dalle forze di sicurezza israeliane. Altri 39 palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani o altri civili – ha spiegato – Quattro civili israeliani sono stati uccisi e 31 feriti da palestinesi”.

At the @UN Security Council, UN Special Coordinator @TWennesland warned that the current trajectory is neither sustainable nor inevitable. He urged all concerned to show leadership, re-engage & work collectively in the pursuit of peace.
His remarks 👇https://t.co/x23JEULK3b pic.twitter.com/jAGoxs0qn1

— UNSCO (@UNSCO_MEPP) April 25, 2023

Il coordinatore speciale dell’Onu ha chiesto di porre “fine alle misure unilaterali e alle provocazioni che consentono la violenza e impediscono il progresso verso la risoluzione di questo conflitto e la fine dell’occupazione”. Wennesland ha quindi esortato “israeliani, palestinesi, Stati regionali e la più ampia comunità internazionale a mostrare leadership, impegnarsi nuovamente a lavorare collettivamente nel perseguimento della pace con l’obiettivo di porre fine all’occupazione e risolvere il conflitto in linea con il diritto internazionale nel perseguimento della visione dei due Stati”.

A parlare al Consiglio, questa volta c’era anche il Ministro Esteri palestinese Riad Al-Malki che ha detto di portare all’Onu “un messaggio chiaro: la negazione dei nostri diritti e lo sfollamento della nostra gente continua da 75 anni. È la più lunga crisi nel mondo, la più lunga occupazione di un intero territorio nella storia moderna, e la domanda è: perché continua? Le regole sono chiare, quello che chiediamo è rispettare la Carta delle Nazioni Unite”.

“Perchè quando si tratta di Israele la comunità internazionale prende una posizione ma non agisce?”, ha aggiunto Al-Malki, “le regole sono chiare, ora vanno messe in pratica. Non c’è nulla che mina di più la legge internazionale che i doppi standard”.

Gilad Erdan, Permanent Representative of Israel to the United Nations, walks out with his delegation after addressing the Security Council meeting on the situation in the Middle East, including the Palestinian question. (UN Photo/Evan Schneider)

Quando è stata la volta dell’ambasciatore d’Israele, Gilad Erdan, il diplomatico ha cominciato ad alzare il tono della voce nella sala, dicendo “l’unica ragione per cui il conflitto in Medio Oriente continua è che i palestinesi rifiutano di accettare l’esistenza di Israele. Vergogna, vergogna, vergogna!”.

“Il dibattito odierno ha superato ogni limite” ha aggiunto Gilad, che ha protestato con la presidenza russa che non ha voluto rinviarlo dato che il 25 aprile è una giornata particolare in Israele: “Oggi è il giorno in cui ogni persona in Israele ricorda il sacrificio delle nostre truppe che hanno perso la vita difendendo il Paese. Questo giorno è più importante per il nostro paese di qualsiasi altro giorno dell’anno. Abbiamo chiesto di spostare questo incontro ma è stato rifiutato”. Erdan ha poi lasciato la sala del Consiglio, dicendo che si “rifiuta di passare questo giorno sacro ascoltando delle bugie”.

Sergey Lavrov (left), Minister for Foreign Affairs of the Russian Federation and President of the Security Council for the month of April, chairs the Security Council meeting on the situation in the Middle East, including the Palestinian question. (UN Photo/Manuel Elías)

Nel suo intervento dallo scranno della presidenza e in qualità di rappresentante della Russia, Lavrov ha detto che  “è un imperativo che tutte le parti dicano che non c’è alternativa alla soluzione dei due stati. Solo tornando a negoziati diretti è possibile spezzare il ciclo della violenza e della radicalizzazione”. “La Russia continuerà a contribuire alla stabilizzazione del Medio Oriente e siamo pronti a discutere iniziative rilevanti all’interno della piattaforma Onu”, ha aggiunto Lavrov, attaccando poi Usa ed europei che, secondo il rappresentante della Russia, cercano di spostare tutta l’attenzione sull’Ucraina facendo finta che le altre crisi non esistano.

Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli USA, ha detto che “il dialogo in buona fede rimane essenziale, la migliore strada per la stabilità. Chiediamo alle parti di attuare gli impegni presi come primi passi e di adottare altre azioni per costruire la fiducia”, ha aggiunto, ribadendo che gli Usa supportano tutti gli sforzi per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi.

Durante una successiva conferenza stampa, a Lavrov è stato chiesto se crede sia ancora possibile la soluzione a due stati tra palestinesi e israeliani. “Dobbiamo continuare a sperarlo e lavorare affinché avvenga” ha replicato Lavrov. Per quanto riguarda la richiesta d’Israele di rinvio rifiutata dalla presidenza russa, Lavrov ha detto che il Consiglio di Sicurezza ha un calendario da rispettare e se ogni paese chiedesse rinvii per ogni giorno particolare del loro calendario, non rimarrebbero abbastanza giorni per tenere le riunioni.

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