Al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ai margini dei lavori della UN Water Conference che si tengono al Palazzo di Vetro, abbiamo chiesto una domanda su un evento di cui si è discusso e si discuterà ancora molto al Consiglio di sicurezza: l’attentato al gasdotto Nord Stream. In queste ultime ore il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sta spingendo per far condurre le indagini sull’attentato all’ONU, per consentire “un’indagine imparziale e trasparente che coinvolga un’ampia gamma di esperti internazionali”. Verrà presentata una risoluzione al Consiglio di Sicurezza e la Cina sostiene questa richiesta della Russia, ha detto sempre Lavrov, mentre gli americani, secondo il ministro russo “hanno reagito in modo molto nervoso e direi che il loro comportamento assomiglia al panico”.

Così abbiamo chiesto al ministro italiano: lei che idea si è fatto di questo sabotaggio? Dopotutto si tratta di energia che dalla Russia arrivava in Germania e da lì anche in Europa…
“Che idea mi son fatto? Non in merito all’incidente, perché ancora non so se sia un sabotaggio, questo non lo so. Però ci porta a fare una riflessione: noi abbiamo cinque gasdotti in questo momento: uno importante che arriva dall’Algeria (Transmed che sbuca a Mazara del Vallo), uno che arriva dalla Libia (Greenstream a Gela), un altro a Passo Greis, in Piemonte (Transitgas) e a Tarvisio, in Friuli (il Tag, da cui arrivava il gas russo attraverso l’Ucraina). Infine abbiamo il Tap (A Melendugno, in Puglia) quello che arriva dall’Azebarjan. Che ci da dieci miliardi di metri cubi all’anno e che ci ha permesso di accendere la luce per tutte le 24 ore quest’inverno. Se non avessimo avuto i dieci miliardi di metricubi del Tap, il 15% della nostra energia, avremmo dovuto spegnere la luce un’ora al giorno, e magari in quel momento c’era la partita…”.

Quindi il ministro di Forza Italia del governo Meloni, ha precisato la sua idea: “La scelta dei rigassificatori è la scelta della sicurezza. Perché mentre col pipeline può succedere l’incidente o il sabotaggio, o anche può succedere che litighi con il paese fornitore per qualche ragione, invece con i rigassificatori si può comprare in tutto il mondo. Naturalmente dipende dal prezzo. Credo che l’Italia, con i rigassificatori che aveva, aggiungendo Piombino – sposteremo la nave “Golar Tundra”, per tre anni, questo lo garantisco – sono cinque miliardi di metri cubi all’anno. E cinque miliardi da quello di Ravenna. Così avremmo, complessivamente, 25 miliardi di metri cubi garantiti dai rigassificatori. Bisognerà aggiungerne ancora uno, che potrebbe essere a Gioia Tauro, e a quel punto, sapete la traduzione di tutto questo qual è? Sicurezza energetica”.