Cinque nuovi paesi – Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico e Svizzera – martedì hanno inaugurato il mandato di membri non permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il loro incarico che dura due anni è iniziato ufficialmente il 1° gennaio, ma il primo giorno lavorativo del Consiglio di sicurezza per il 2023 è stato martedì 3 gennaio a causa delle vacanze di Capodanno.
Al Palazzo di Vetro si è tenuta una cerimonia di installazione della bandiera, una tradizione avviata per la prima volta dal Kazakistan nel 2018. L’ambasciatore Kazako Akan Rakhmetullin, ha presieduto la cerimonia di martedì e si è detto fiducioso che i cinque nuovi membri del consiglio porteranno più profondità e attenzione alle questioni urgenti della pace e della sicurezza globali.
I rappresentanti permanenti dei cinque nuovi membri del Consiglio hanno tenuto brevi discorsi prima di installare le rispettive bandiere nazionali fuori dalla Camera del Consiglio di Sicurezza.

I cinque paesi hanno sostituito India, Irlanda, Kenya, Messico e Norvegia. Il Consiglio di sicurezza è composto da 15 membri con cinque permanenti con diritto di veto- Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Regno Unito – e 10 membri non permanenti eletti per due anni dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ogni anno vengono sostituiti cinque membri non permanenti. Albania, Brasile, Gabon, Ghana ed Emirati Arabi Uniti sono a metà del loro biennio di membri non permanenti.

Due paesi, Svizzera e Mozambico, sono stati eletti per la prima volta al Consiglio di Sicurezza. L’ambasciatore del Mozambico Pedro Comissário Afonso l’ha definita “una data storica”. L’ambasciatrice svizzera Pascale Baeriswyl ha affermato che “vogliamo costruire dei ponti con tutti gli Stati membri del Consiglio di sicurezza” aggiungendo: “Abbiamo bisogno del sostegno dei giovani e delle donne per garantire una pace duratura (nel mondo)”. “Lavoreremo in uno spirito di responsabilità condivisa, con profonda umiltà”, ha aggiunto Baeriswyl, concludendo il suo discorso commemorativo con la frase : “Unus pro omnibus, omnes pro uno”, ovvero “Uno per tutti, tutti per uno”.

Malta, che è rappresentata dall’Ambasciatrice Vanessa Frazier, la prima donna a capo della missione maltese all’ONU, è stata eletta per la seconda volta.
L’Ecuador è stato eletto per la quarta e il Giappone per la dodicesima. Quest’ultimo, che ambisce anche ad un riforma del Consiglio che lo promuova membro permanente (insieme a India, Germania, Brasile e un paese africano ancora da designare) già da questo mese di gennaio detiene la presidenza di turno del Consiglio. L’ambasciatore giapponese Kimihiro Ishikane, che ha anche tenuto una conferenza stampa, ha detto che il suo paese contribuirà attivamente alla pace e alla sicurezza nel mondo. Il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi presiederà una riunione ministeriale del Consiglio di Sicurezza sullo stato di diritto il 12 gennaio.

Subito per l’ambasciatore Ishikane la prima decisione spinosa: Emirati Arabi Uniti e Cina hanno chiesto una riunione d’emergenza per discutere dei recenti sviluppi nel complesso della moschea di Al Aqsa a Gerusalemme. Proprio martedì, infatti, il nuovo ministro israeliano per la sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha visitato brevemente il complesso della moschea di Al Aqsa, un sito venerato anche dagli ebrei, scatenando le proteste tra i palestinesi e suscitando una serie di condanne. Il Giappone dovrà decidere se accogliere la richiesta per una riunione immediata, o se aspettare la discussione sui territori palestinesi già in programma per la metà del mese.