La Colombia è il primo paese a rispondere all’appello per la pace che il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres aveva rivolto al mondo alla vigilia del nuovo anno. La svolta è stata annunciata il 1° gennaio dal primo presidente di sinistra della nazione sudamericana, Gustavo Petro, che ha twittato di cercare la “pace totale”, alla luce delle continue violenze nel suo paese mai interrotte.
Hemos acordado un cese bilateral con el ELN, la Segunda Marquetalia, el Estado Mayor Central, las AGC y las Autodefensas de la Sierra Nevada desde el 1 de enero hasta el 30 de junio de 2023, prorrogable según los avances en las negociaciones.
La paz total será una realidad.
— Gustavo Petro (@petrogustavo) January 1, 2023
Infatti dopo lo storico accordo di pace sostenuto dalle Nazioni Unite raggiunto con la leadership del gruppo militante delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) nel 2016, resta ancora aperto il conflitto tra le forze governative e altri gruppi ribelli che non avevano deposto le armi. Ora l’accordo tra il governo colombiano e i cinque maggiori gruppi armati rimasti fornisce “una rinnovata speranza per una pace globale” nel nuovo anno, ha affermato Antonio Guterres in una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce domenica, primo giorno del 2023.
Il primo patto siglato nel 2016 pose fine a decenni di conflitto con le FARC, ma non includeva altre fazioni dissidenti, che non riuscirono a smobilitarsi nonostante quel primo accordo di pace. Il presidente colombiano Petro ha affermato che l’accordo bilaterale di cessate il fuoco, inclusi i ribelli dell’ELN, la Seconda Marquetalia, lo Stato Maggiore Centrale, il gruppo AGC e le Forze di autodifesa della Sierra Nevada, durerà sei mesi, fino alla fine di questo giugno, con la possibilità di prorogarla “a seconda dei progressi”. Petro ha detto che ci sarebbe stato un “meccanismo di verifica nazionale e internazionale” per monitorare e garantire il nuovo accordo di cessate il fuoco.

Intanto “il Segretario generale confida che l’adesione a questi impegni ridurrà la violenza e la sofferenza delle comunità colpite dai conflitti”, ha affermato la dichiarazione attribuita a Guterres, “contribuendo al tempo stesso a rafforzare la fiducia nei dialoghi in corso”. Il Segretario generale ha anche ribadito “il sostegno delle Nazioni Unite agli sforzi della Colombia per raggiungere una pace piena e duratura”.
Il presidente colombiano Petro – lui stesso un ex combattente ribelle che è rientrato nella politica democratica dall’inizio degli anni ’90 – è stato eletto alla presidenza lo scorso giugno, impegnandosi a dare il via ai negoziati per trasformare in realtà l’accordo di pace globale.
Il capo della Missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia, Carlos Ruiz Massieu, in ottobre aveva detto al Consiglio di sicurezza che le aspettative erano alte sul raggiungimento di nuovi obiettivi verso la pace. “Sono certamente fiducioso che la Colombia possa dimostrare al mondo, ancora una volta, che non c’è alternativa migliore per porre fine ai conflitti che attraverso il dialogo”, aveva detto Massieu ai Quindici ambasciatori. Inoltre l’inviato speciale dell’ONU aveva accolto con favore l’impegno del governo a rafforzare il sistema globale per la verità, la giustizia, la riparazione e il suo sostegno al meccanismo istituito per indagare sulle persone scomparse.
Nonostante la smobilitazione dei combattenti delle FARC e l’ingresso nella politica democratica nel 2017, circa 10.000 militanti di altri gruppi armati hanno continuato a essere invischiati in uno scontro civile che ha continuato a destabilizzare l’intero paese. L’ELN, a capo dell’ultima insurrezione riconosciuta in Colombia, ora sta negoziando con il governo da novembre e aveva annunciato un cessate il fuoco unilaterale a breve termine a metà dicembre.
El Secretario General @antonioguterres acoge con beneplácito el anuncio de Cese al Fuego hecho por el Presidente @petrogustavo https://t.co/l8UnSgyLmN
— Carlos Ruiz Massieu (@CGRuizMassieu) January 1, 2023
In un tweet domenica, Massieu ha accolto con favore l’annuncio del presidente Petro, affermando che le Nazioni Unite hanno sostenuto “tutti gli sforzi” per ridurre la violenza in Colombia, per proteggere le comunità vulnerabili ancora colpite dal conflitto e contribuire così a costruire una pace duratura.
Sono certamente notizie incoraggianti quelle che provengono dalla Colombia. A questo punto ci auguriamo anche che nel nuovo governo di Petro, ci sia la volontà di voler consentire la ricerca della verità sul caso di Mario Paciolla, il giovane napoletano che lavorava per la pace con l’ONU in Colombia e che fu trovato nel luglio del 2020 morto in circostanze che troppo in fretta qualcuno ha voluto determinare come “suicidio”.

Quando Petro allora faceva parte dell’opposizione in un tweet aveva dato un chiaro segnale che la morte del cooperante italiano Paciolla doveva essere ancora chiarita per la giustizia. Quando sia le autorità giudiziarie colombiane che quelle italiane hanno entrambe archiviato nel novembre 2022 il caso confermando la tesi del suicidio (ma in Italia si attende che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma risponda alla richiesta di archiviazione della procura), i familiari di Mario non si sono arresi e hanno continuato a mobilitarsi per avere giustizia, annunciando anche di aver scritto una lettera al nuovo presidente della Colombia. Attendiamo di capire se il presidente Petro non abbia cambiato idea rispetto a quello che pensava nel 2020.