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Assemblea Generale, valanga di “sì” alla risoluzione contro le annessioni russe

In difesa dell'Ucraina e della Carta ONU: 143 "sì", 5 "no". Con Russia, solo Bielorussia, Siria, Nicaragua, Corea del Nord. Astenuti 35, tra i quali Cina e India

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Assemblea Generale, valanga di “sì” alla risoluzione contro le annessioni russe

Il momento del voto all'Assemblea Generale dell'ONU (da youtube)

Time: 4 mins read

È passata con 143 “Sì”, 5 “No” e 35 astensioni la risoluzione di condanna alla Russia per i cosiddetti “referendum – farsa” e la susseguente annessione dichiarata dal presidente russo Vladimir Putin delle regioni ucraine del Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia.

Il voto si è tenuto nel corso della Sessione Speciale di Emergenza dell’Assemblea Generale dell’ONU dedicata alla guerra in Ucraina, che si è espressa sul testo “Territorial Integrity of Ukraine: Defending the Principles of the UN Charter”.

La risoluzione invita tutti gli Stati delle Nazioni Unite a non riconoscere nessuna delle rivendicazioni di annessione della Russia e chiede l’immediato annullamento della sua dichiarazione di annessione. La risoluzione accoglie favorevolmente ed “esprime il suo forte sostegno” ai continui sforzi del Segretario generale Antonio Guterres e degli Stati membri per ridurre l’escalation della situazione attuale in cerca di pace attraverso il dialogo, la negoziazione e la mediazione. La risoluzione approvata è stata co-sponsorizzata da circa 70 Paesi, inclusi i 27 Stati membri UE.

Il dibattito sulla risoluzione ucraina è iniziato lunedì, con il presidente dell’Assemblea generale Csaba Kőrösi che ha sostenuto che il Segretario generale e l’Assemblea stessa erano stati chiari: l’invasione della Russia e il tentativo di annessione dell’Ucraina territorio con la forza, “è illegale”. Il dibattito tra i paesi membri sul podio dell’Assemblea Generale è continuato mercoledì con i discorsi fino al momento del voto.

Il voto di tutti i Paesi in Assemblea Generale

L’ambasciatore francese, Nicolas de Riviere, ha posto la domanda che riguardava tutti: “Il dibattito di oggi è semplice. Si può riassumere in una frase: vogliamo difendere i principi della Carta delle Nazioni Unite?” Per poi concludere: “Fondamentalmente, siamo tutti di fronte a una semplice scelta, condonare la guerra o difendere la pace. Non si tratta di schierarsi, ma di preservare l’ordine internazionale e i suoi valori. L’astensione non è un’opzione. La Francia incoraggia quindi tutti i membri delle Nazioni Unite a difendere la Carta e i suoi principi universali”.

Quando è stata la volta degli Stati Uniti di incitare dal podio gli altri stati membri dell’ONU a votare sì, l’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield ha detto: “I fatti parlano chiaro. Uno Stato membro delle Nazioni Unite ha tentato di annettere con la forza un territorio di un suo vicino… Queste sono minacce contro questa istituzione. Sono minacce contro tutti noi”. Poi l’ambasciatrice USA ha replicato a quei paesi, come Cina e India, che si sarebbero astenuti perché la risoluzione non aiuterebbe la diplomazia nella ricerca della pace tra Russia e Ucraina: “Abbiamo sentito paesi sottolineare la necessità di perseguire soluzioni che portino al dialogo e alla pace… La via della pace non passa placandosi. Il percorso verso la pace non implica il voltarsi dall’altra parte di fronte a queste flagranti violazioni. La pace non viene e non è mai venuta dal silenzio”.

Dopo il voto, l’ambasciatrice Thomas-Greenfield si è presentata ai giornalisti con accanto l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya e quello dell’UE Olof Skoog. Visibilmente emozionata, la rappresentante degli USA ha detto: “Oggi è un giorno monumentale. Sergiy lo ha descritto come storico. È anche storico. Abbiamo appena visto 143 paesi affermare i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Avete visto questi paesi difendere l’integrità territoriale, hanno difeso la sovranità e avete visto questi paesi difendere questa istituzione…. la comunità internazionale ha respinto fermamente l’affronto all’integrità territoriale, alla sovranità nazionale, alla pace e alla sicurezza. E il voto di oggi ha un effetto pratico. Significa che agli occhi del mondo e delle Nazioni Unite, i confini dell’Ucraina rimangono gli stessi. Cherson è l’Ucraina. Zaporizhzhya è l’Ucraina. Donetsk è l’Ucraina. Luhansk è l’Ucraina. E l’Ucraina resta l’Ucraina”.

Poi Thomas-Greenfield ha sottolineato un passaggio del suo discorso: “La risoluzione manda anche un segnale enormemente importante a Mosca e a tutti: non importa se voi come nazione siete grandi o piccoli, ricchi o poveri, vecchi o nuovi. Se sei uno Stato membro delle Nazioni Unite, i tuoi confini sono i tuoi e sono protetti dal diritto internazionale. E questo vale per ogni singolo paese delle Nazioni Unite… L’ONU è stata costruita su questa idea. E oggi gli Stati Uniti e la stragrande maggioranza del mondo hanno difeso quell’idea”.

L’ambasciatore dell’UE Skoog ha detto che “alcune delle dichiarazioni più appassionate e importanti di oggi sono state fatte da piccoli paesi lontani dall’Ucraina, esprimendo le preoccupazioni di tutti i continenti e di tutti i paesi in questa Sala dell’Assemblea Generale sui timori di ciò che la Russia sta facendo”.

Durante il dibattito, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, ha definito il voto politicizzato e provocatorio e ha avvertito che potrebbe danneggiare gli sforzi per la pace: “Con l’introduzione di questa bozza, gli stati occidentali perseguono i propri obiettivi geopolitici e stanno ancora una volta cercando di utilizzare i membri dell’Assemblea Generale come piccoli attori”.

Da notare che mentre Cina, India e Sud Africa si sono astenute, come avevano già fatto in precedenza, il Brasile ha votato a favore della risoluzione, cambiando quindi la  precedente astensione durante il voto del Consiglio di Sicurezza. Con la Russia, queste nazioni fanno parte del blocco delle economie emergenti, il cosiddetto BRICS.

Mercoledì mattina al podio era arrivato anche il turno del’Italia, che con l’Ambasciatore Maurizio Massari ha respinto e condannato inequivocabilmente il tentativo illegale di annessione da parte della Russia delle regioni ucraine parzialmente occupate dalle forze militari della Russia. “Tale annessione unilaterale è da ritenersi nulla”, ha detto Massari nel discorso tenuto in inglese, “e non può determinare alcun effetto giuridico”. L’Italia quindi, ha aggiunto Massari, non riconosce e non riconoscerà mai l’illegale tentativo di annessione, così come non ha riconosciuto l’illegale tentativo di annessione della Crimea.

“I referendum – farsa nei territori ucraini occupati dalla Russia durante la sua guerra di aggressione costituiscono una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e infrangono palesemente il diritto internazionale e i principi dell’Atto finale di Helsinki”, ha continuato l’Ambasciatore Massari.

L’Ambasciatore Maurizio Massari durante il suo intervento all’Assemblea Generale dell’ONU (da youtube)

“Dobbiamo essere uniti per resistere alle azioni della Russia contro uno Stato sovrano e membro delle Nazioni Unite e per sostenere i principi della Carta ONU. Invito tutti gli Stati membri a sostenere la bozza di risoluzione e a votare sì”, ha continuato l’Ambasciatore. Nell’intervento di Massari, anche la ferma condanna dei brutali e indiscriminati attacchi della Russia contro molte città dell’Ucraina in questi ultimi giorni, e la richiesta alla Russia di porre fine alla sua aggressione militare, di ritirarsi da tutti i territori ucraini e di impegnarsi realmente nel dialogo diplomatico: “L’Italia esprime il suo sostegno a una de-escalation urgente e concreta e a una soluzione pacifica nel rispetto della sovranità e dell’integrità ucraina. La Russia deve fermare questa guerra insensata, che sta causando enormi perdite umane e sta avendo gravi ripercussioni economiche in tutto il mondo, colpendo i più vulnerabili”.

Nel video sopra, l’intervento dell’Ambasciatore italiano (dal minuto 26:00).

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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