Doveva essere il faccia a faccia, per la prima volta dall’inizio della guerra tra i ministri degli Esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba e della Russia Sergei Lavrov con in mezzo anche quello USA Anthony Blinken e altri 13 ministri, tutti attorno allo stesso tavolo per la sfida (uno contro quasi tutti) nella riunione del Consiglio di Sicurezza nella settimana di UNGA77. Ma, almeno all’inizio della riunione, del ministro degli Esteri russo Lavrov non c’era traccia (Poi, ma soltanto dopo l’intervento di Blinken, è apparso nella sala).
Presieduta dalla ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, che prima della riunione ha parlato ai giornalisti con accanto il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, a prendere per primo la parola giovedì mattina è stato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres che ha esordito suonando l’allarme sul possibile conflitto nucleare: “La guerra della Russia in Ucraina non mostra segni di cedimento. Gli ultimi sette mesi hanno visto sofferenze e devastazioni indicibili. Gli ultimi sviluppi sono pericolosi e inquietanti. Sono ulteriori passi da ogni prospettiva di pace e verso un ciclo infinito di orrore e spargimento di sangue. Come ho detto fin dall’inizio, questa guerra insensata ha un potenziale illimitato di causare danni terribili, in Ucraina e in tutto il mondo. L’idea del conflitto nucleare, una volta impensabile, è diventata oggetto di dibattito. Questo di per sé è del tutto inaccettabile. Tutti gli Stati dotati di armi nucleari dovrebbero impegnarsi nuovamente a non utilizzare ea eliminare totalmente le armi nucleari”.
Guterres, come aveva già fatto il presidente Biden ieri in Assemblea Generale, ha anche disconosciuto la possibilità per la Russia di annettere territori ucraini occupati attraverso referendum: “Sono anche profondamente preoccupato per le notizie di piani per organizzare i cosiddetti “referenda” in aree dell’Ucraina che attualmente non sono sotto il controllo del governo. Qualsiasi annessione del territorio di uno Stato da parte di un altro Stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”.
Guterres ha chiesto anche indagini per i crimini di guerra commessi in Ucraina: “L’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani ha documentato l’impatto inaccettabile di questa guerra sui diritti umani. I rapporti sono un catalogo di crudeltà: esecuzioni sommarie, violenze sessuali, torture e altri trattamenti disumani e degradanti contro civili e prigionieri di guerra. Gli ultimi resoconti sui luoghi di sepoltura a Izyum sono estremamente inquietanti. Tutte queste accuse devono essere indagate a fondo, per garantire la responsabilità. Gli autori devono essere ritenuti responsabili in procedimenti giudiziari equi e indipendenti. Le vittime e le loro famiglie hanno diritto alla giustizia, al rimedio e alla riparazione. Porre fine all’impunità per i crimini internazionali è fondamentale. In tutto questo, la Corte penale internazionale svolge un ruolo importante per garantire un’effettiva responsabilità. La Procura della Corte ha aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina. È essenziale la piena collaborazione con il tribunale…”
Poi è stata la volta del procuratore della International Criminal Court, Karim Khan, che ha ribadito la necessità dell'”azione collettiva” appoggiata dall’ONU per poter andare avanti con le indagini sui crimini di guerra commessi in Ucraina. “Chi ha in mano un’arma in Ucraina deve sapere che la legge è viva… la responsabilità è essenziale. Non c’è la prescrizione del reato per i crimini di guerra… In questa situazione dobbiamo tenere presente gli insegnamenti di Norimberga”.
Poi ha preso la parola la ministra Colonna, presidente di turno del UNSC, per ribadire la posizione della Francia contro l’invasione russa dell’Ucraina e i danni che sta portando alla stabilità di tutto il mondo: “È con un profondo senso di gravità che prendo la parola a questa riunione del Consiglio di sicurezza dedicata all’Ucraina, e più in particolare ai crimini ivi commessi. L’aggressione che la Russia ha deciso, da sola, di compiere contro uno Stato sovrano, l’Ucraina, che ha sbagliato solo nel voler vivere libero, costituisce una flagrante violazione delle norme fondamentali della nostra Carta comune, la Carta delle Nazioni Unite. Il non uso della forza, la composizione pacifica delle controversie, il rispetto della sovranità degli Stati e della loro integrità territoriale, sono principi ai quali tutti abbiamo aderito, attorno al tavolo di questo Consiglio. Sono stati, ciascuno di loro, apertamente violati”.
Quando è arrivato il turno del Segretario di Stato USA Anthony Blinken, non aveva il collega russo Sergei Lavrov ad ascoltarlo, ma il suo vice.
Blinken ha ringraziato prima il Segretario Generale Guterres “per la sua determinazione e la chiarezza morale che ha portato a porre fine a questa guerra brutale e difendere i principi fondamentali delle Nazioni Unite, e anche per il suo impegno personale nel garantire la rotta vitale del Mar Nero affinché il grano possa fluire ancora una volta dall’Ucraina”. Poi e anche il procuratore del tribunale internazionale Khan, “siamo grati per gli sforzi dell’Ufficio del procuratore per indagare obiettivamente e professionalmente sulle atrocità commesse in Ucraina dalle forze russe e per il suo sostegno e coordinamento con investigatori e pubblici ministeri ucraini”.
Poi il Segretario di Stato americano ha elogiato l’unità che l’ONU sta dimostrando contro l’invasione russa:
“Si sente molto parlare delle divisioni tra paesi alle Nazioni Unite. Ma di recente, ciò che colpisce è la straordinaria unità tra gli stati membri quando si tratta della guerra della Russia contro l’Ucraina. I leader dei paesi in via di sviluppo e sviluppati, grandi e piccoli, del nord e del sud, hanno parlato in Assemblea Generale delle conseguenze di questa guerra e della necessità di porvi fine. E hanno invitato tutti noi a riaffermare il nostro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e dei suoi principi fondamentali, tra cui sovranità, integrità territoriale, diritti umani”.
Quindi Blinken ha attaccato il regime russo che “invece di cambiare rotta, tuttavia, il presidente Putin ha raddoppiato i propri sforzi, scegliendo di non porre fine alla guerra ma di espanderla; non per ritirare le truppe ma per richiamare 300.000 truppe aggiuntive; non per allentare le tensioni, ma per intensificarle attraverso la minaccia delle armi nucleari; non per lavorare per una soluzione diplomatica, ma per rendere impossibile tale soluzione cercando di annettere più territorio ucraino attraverso falsi referendum. Che il presidente Putin abbia scelto questa settimana, mentre la maggior parte del mondo si riunisce alle Nazioni Unite, per aggiungere benzina al fuoco che ha appiccato, mostra il suo totale disprezzo per la Carta delle Nazioni Unite, per l’Assemblea Generale e per questo consiglio”.

Il discorso di Blinken si è incentrato sul pericolo che le violazioni russe della Carta Onu comportano per tutto il resto del mondo. “Difendere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina è molto più che difendere il diritto di una nazione di scegliere la propria strada, per quanto fondamentale sia tale diritto. Si tratta anche di proteggere un ordine internazionale in cui nessuna nazione può ridisegnare i confini di un’altra con la forza.
Se non riusciamo a difendere questo principio quando il Cremlino lo sta violando in modo così flagrante, inviamo un messaggio agli aggressori di tutto il mondo affinché anche loro possano ignorarlo. Mettiamo a rischio ogni Paese. Apriamo la porta a un mondo meno sicuro e meno pacifico… Se falliamo, tutti i paesi del mondo saranno meno sicuri”.
Blinken si è soffermato sui crimini di guerra della Russia in Ucraina: “Mentre ci riuniamo qui, gli investigatori ucraini e internazionali continuano a riesumare i corpi al di fuori di Izyum, una città controllata dalle forze russe per sei mesi prima di essere cacciati da una controffensiva ucraina. Un sito contiene circa 440 tombe non contrassegnate. Secondo quanto riferito, alcuni dei corpi rinvenuti finora mostrano segni di tortura, inclusa una vittima con le braccia rotte e una corda intorno al collo. Stanno emergendo anche i resoconti dei sopravvissuti, tra cui un uomo che ha descritto di essere stato torturato dalle forze russe per una dozzina di giorni, durante i quali i suoi interrogatori lo hanno ripetutamente fulminato e, nelle sue parole, e cito, ‘mi hanno picchiato al punto in cui non ho più sentito nulla'”.
Blinken ha quindi messo in risalto le “sconsiderate minacce nucleari” arrivate da Mosca: “Questa settimana, il presidente Putin ha affermato che la Russia non esiterebbe a utilizzare, e cito, ‘tutti i sistemi d’arma disponibili’, fine virgoletta, in risposta a una minaccia alla sua integrità territoriale, una minaccia che è tanto più minacciosa data l’intenzione della Russia di annettere ampie zone dell’Ucraina nei giorni a venire. Quando sarà completo, possiamo aspettarci che il presidente Putin rivendicherà qualsiasi sforzo ucraino per liberare questa terra come un attacco al cosiddetto ‘territorio russo’. Questo da un Paese che nel gennaio di quest’anno, in questo luogo, si è unito ad altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza nel firmare una dichiarazione in cui affermava che, cito, ‘la guerra nucleare non può mai essere vinta e non deve mai essere combattuta’. Ancora un altro esempio di come la Russia violi gli impegni presi davanti a questo organismo, e ancora un altro motivo per cui nessuno dovrebbe prendere la Russia in parola oggi. Ogni membro del consiglio dovrebbe inviare un chiaro messaggio che queste sconsiderate minacce nucleari devono cessare immediatamente”.
Poi una frase ad effetto di Blinken su chi può veramente fermare tutto: “Un uomo ha scelto questa guerra. Un uomo può farla finire. Perché se la Russia smette di combattere, la guerra finisce. Se l’Ucraina smette di combattere, l’Ucraina finisce”.
Avviandosi alla conclusione il Segretario di Stato USA ha detto che “continueremo a sostenere l’Ucraina mentre si difende e a rafforzare la sua mano per raggiungere una soluzione diplomatica a condizioni giuste al tavolo dei negoziati. Come ha affermato ripetutamente il presidente Zelenskyy, la diplomazia è l’unico modo per porre fine a questa guerra. Ma la diplomazia non può e non deve essere usata come randello per imporre all’Ucraina un accordo contro la Carta delle Nazioni Unite, o premi la Russia per averla violata. Il presidente Putin sta facendo la sua scelta. Ora tocca a tutti i nostri paesi fare il nostro. Dite al presidente Putin di fermare l’orrore che ha iniziato. Ditegli di smetterla di anteporre i suoi interessi a quelli del resto del mondo, compresa la sua stessa gente. Ditegli di smetterla di svilire questo consiglio e tutto ciò che rappresenta. ‘Noi, il popolo [i] delle Nazioni Unite, abbiamo deciso…’ È così che inizia il preambolo della Carta delle Nazioni Unite. Non dimentichiamo che ‘noi popoli’ possiamo ancora scegliere il destino di questa istituzione e del nostro mondo. La posta in gioco è chiara. La scelta è nostra. Facciamo la scelta giusta per il mondo che vogliamo e che la nostra gente merita così disperatamente. Grazie”.
Dopo gli USA, è stato il turno della Cina. Era molto atteso l’intervento del ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

La Cina ha ribadito la necessità per tutti di “rispettare la Carta ONU e quindi la sovranità e la territorialità” di tutti i paesi dell’ONU. Una chiara “tirata d’orecchie” a Putin e alla sua invasione che calpesta la legge internazionale. Ma, come la Cina ci ha abituato ormai da tempo, ecco che dopo il colpo al cerchio, arriva quello alla botte: “Per prevenire conflitti si deve meglio ascoltare le preoccupazioni di chi si sente minacciato”, che è sembrato giustificare le scuse russe per questo conflitto che, sembra sostenere Pechino, si sarebbe potuto evitare se le proteste della Russia nei confronti dell’Ucraina fossero state più seriamente prese in considerazione.

Quando è venuto il turno della Russia, ecco che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov riappare in sala e comincia il suo discorso riprendendo le accuse di Mosca contro Kiev di aver instaurato un regime “nazista” che stava perseguitando la popolazione russa dell’Ucraina. L’intervento di Lavrov ha ancora dato tutta la responsabilità dell’intervento militare russo alle supposte prevaricazioni del governo ucraino contro la popolazione russa all’interno dei suoi confini. Una chiara forma di “razzismo”, l’ha chiamata il ministro di Putin, non rispondendo a nessuna delle accuse mosse alla Russia sulle violazioni della Carta ONU e dei diritti umani nei confronti della popolazione civile. Invece Lavrov ha accusato l’Occidente di spingere l’Ucraina contro la Russia, accusando Kiev di “trascinare i combattimenti per indebolire la Russia.. Gli Usa e i loro alleati con la connivenza delle organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno coperto i crimini del regime di Kiev”, ha detto Lavrov. L’Ucraina “è diventata uno Stato nazista completamente totalitario” ha dichiarato il ministro degli Esteri russo. Il governo di Kiev, ha sottolineato Lavrov, “vieta le proteste, reprime il dissenso, canali televisivi sono stati chiusi allo scopo di non consentire nessun punto di vista alternativo, giornalisti vengono perseguitati”. Il ministro degli Esteri russo ha citato inoltre “i rapporti di organizzazioni che non possono certo essere sospettate di simpatia per i russi, come Amnesty, che hanno confermato che i nazionalisti ucraini hanno utilizzato pacifici civili come scudi umani”. Lavrov, ha accusato i “cinici Paesi che pompano armi in Ucraina per trascinare il conflitto il più a lungo possibile allo scopo di logorare e indebolire la Russia”. “L’Occidente collettivo è coinvolto in modo diretto, è parte del conflitto”, ha aggiunto Lavrov, “nell’esercito russo nessuno si fa illusioni sul fatto che stiamo combattendo non l’Ucraina ma l’Occidente collettivo”.
Lavrov ha poi accusato Kiev di colpire con “bombardamenti criminali” la centrale nucleare di Zaporizhzhia. “Non è molto difficile capire chi sia responsabile dei bombardamenti”, ha sottolineato il ministro degli Esteri russo, il quale ha poi lamentato che la visita dell’Aiea è stata “artificialmente ritardata” creando “una situazione molto spiacevole” ha detto Lavrov, lasciando poi di nuovo la sala al momento che il ministro degli Esteri britannico aveva iniziato il suo intervento.

James Cleverly, titolare dell’UK Foreign Office, durante il suo discorso ha detto che “oggi ho ascoltato ulteriori puntate dei cataloghi russi di distorsioni, disonestà e disinformazione. Ora il ministro russo ha lasciato l”aula. Non sono sorpreso, non credo che l’onorevole Lavrov voglia ascoltare la condanna collettiva di questo Consiglio, ma l’abbiamo visto allora e lo abbiamo visto oggi. Abbiamo informazioni che la Russia sta per tenere referendum fasulli sul territorio sovrano ucraino senza basi legali, sotto la minaccia della violenza, dopo lo sfollamento di massa di persone in aree che hanno votato a stragrande maggioranza per l’indipendenza ucraina. Sappiamo cosa sta facendo Vladimir Putin. Sta progettando di fabbricare il risultato di quei referendum. Sta progettando di usarlo per annettere il territorio ucraino sovrano. E sta progettando di usarlo come ulteriore pretesto per intensificare la sua aggressività. Questo è ciò che ha intenzione di fare. E invitiamo tutti i paesi a respingere questa farsa e a rifiutarsi di riconoscere qualsiasi risultato. Siamo abituati a vedere le bugie e le distorsioni della Russia”. Il ministro del Regno Unito ha ribadito che “questa guerra è un assalto alla UN Charter… La lotta dell’Ucraina per la sua libertà e la nostra lotta per la libertà. Nessun paese può sentirsi sicuro, per questo l’Ucraina deve vincere”.

Quando è intervenuto il ministro degli Esteri dell’Ucraina Kuleba (l’Ucraina non fa parte del UNSC ma appunto era tra i paesi invitati a intervenire), l’inviato di Kiev ha subito detto che “noi abbiamo fiducia nella Corte criminale internazionale… Non c’è pace senza giustizia”. Ma ha anche auspicato la creazione di un tribunale speciale per i crimini commessi in Ucraina. “So che molti di voi si chiedono se c’è una speranza per la pace” ha proseguito Kuleba, per poi affermare: “Vi assicuro che non c’è nessuna nazione al mondo che brama la pace come l’Ucraina. Non abbiamo voluto questa guerra, noi vogliamo vivere una vita normale… Ma è la Russia che invece cerca solo una soluzione militare”. Kuleba ha detto che nel Consiglio di Sicurezza, dal 1945, “molte volte si sono vissute crisi. Ma mai un tal dispiegamento di bugie come quelle russe oggi… La Russia è senza vergogna” nel calpestare la Carta Onu. “La Russia pensava che avrebbe potuto conquistare militarmente del territorio come si faceva nell’800… Ma deve essere giudicata per le sue responsabilità”.

Poi mentre Kuleba finiva il suo discorso, ha ricordato che ieri il presidente Zelensky all’Assemblea Generale, per le condizioni per raggiungere la pace “non chiedeva solo di ritenere la Russia responsabile per i suoi crimini, ma anche la costruzione di un meccanismo di sicurezza, almeno fino a quando l’Ucraina non diventerà parte della Nato”. Ad uno stake-out con i giornalisti, gli abbiamo chiesto quando l’Ucraina sarebbe entrata nella Nato. “E’ la NATO che ora vuole l’Ucraina”, ha risposto Kuleba.