Sono passati 77 anni da quando, a Hiroshima, la bomba atomica lanciata dagli americani fece tremare il mondo intero. Quel 6 agosto del 1945, Alle 08:14, Enola Gay, uno dei tre velivole della missione statunitense in volo sopra il Giappone, sganciò “Little Boy” sul centro di Hiroshima. Immediatamente dopo il lancio, l’aereo fece un’inversione di quasi 180 gradi, prendendo velocità in picchiata e perdendo quota, allontanandosi il più possibile dalla bomba.
L’esplosione si verificò a 580 metri dal suolo, uccidendo sul colpo tra le 70.000 e le 80 000 persone. Circa il 90% degli edifici venne completamente raso al suolo e tutti i 51 templi della città furono distrutti.
Oggi, ricordando quella data, il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invocato uno stop all’aumento delle scorte di armi nucleari, avvertendo che diverse crisi con “pericolose sfumature nucleari” si stanno diffondendo rapidamente.
Sono ancora nelle orecchie di tutti le minacce di escalation nucleare ascoltate nei primi mesi della guerra in Ucraina, quando la Russia paventava il rischio di un ricorso alle armi atomiche per concludere al più presto il conflitto.
“Le armi nucleari non hanno senso – ha detto Guterres al Peace Memorial Park di Hiroshima – tre quarti di secolo dopo, dobbiamo chiederci cosa abbiamo imparato dal fungo elevatosi su questa città”.
Al raduno in onore delle vittime hanno partecipato, oltre a tantissimi giovani attivisti per la pace e al primo ministro giapponese Fumio Kishida, anche alcuni sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, che ogni anno, ormai anziani, raccontano l’orrore di quegli attimi improvvisi in cui la loro vita e i luoghi che avevano conosciuto sono cambiati per sempre.
“Le crisi con gravi sfumature nucleari si stanno diffondendo rapidamente, dal Medio Oriente al penisola coreana, all’invasione russa dell’Ucraina – ha ricordato il Segretario Generale – L’umanità sta giocando con una pistola carica”.
Guterres ha poi fatto riferimento alla revisione del trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari, che in questo momento è in corso a New York. “È un segno di speranza”, ha commentato, esortando le parti in causa “a operare urgentemente per eliminare le scorte che minacciano il nostro futuro, per rafforzare il dialogo, la diplomazia e il negoziato e per sostenere il mio programma di disarmo eliminando questi dispositivi di distruzione”.
Ha infine chiesto ai Paesi con arsenali nucleari un impegno a “nessun primo utilizzo” e ad assicurare agli altri Stati che non useranno – o minacceranno di usare – armi atomiche contro di loro.