Dopo 11 giorni di offensiva russa in Ucraina, i Quindici del Consiglio di Sicurezza alle Nazioni Unite stanno ancora discutendo una risoluzione umanitaria, ma intanto a porre l’accento sulle priorità immediate degli operatori umanitari è Martin Griffiths, coordinatore Onu per gli aiuti alle emergenze (OCHA). Risparmiare i civili permettendogli di lasciare le città in modo sicuro, garantire il passaggio dei rifornimenti umanitari e un sistema di comunicazione costante sono il minimo necessario per aiutare le vittime di questa tragica guerra voluta dal presidente russo Vladimir Putin.
Uscendo dalla sala, Griffiths si è poi presentato davanti ai giornalisti e si è detto “pronto a incontrare il diavolo pur di salvare una vita umana“.
Da quando è iniziato il conflitto, gli operatori umanitari hanno sfamato centinaia di civili con il Programma alimentare mondiale che ha già fornito cibo immediato a circa cinque milioni di persone in Ucraina, mentre l’OMS ha spedito cure, medicine e attrezzature per interventi chirurgici d’urgenza.

L’offensiva russa ha finora costretto più di 1,7 milioni di persone a fuggire nei paesi vicini, in particolare in Polonia, ma la situazione continua ad aggravarsi. Durante la riunione dei Quindici, l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield ha raccontato che ogni minuto 100 rifugiati attraversano il confine polacco.
“Il mondo è ossessionato dalle immagini di case, ospedali, scuole, orfanotrofi distrutti, demoliti davanti ai nostri occhi, bambini malati di cancro che non possono ricevere la chemioterapia, bambini partoriti negli scantinati invece che nei reparti di maternità – ha commentato la diplomatica Thomas-Greenfield – Le città ucraine sono sotto assedio, sotto l’inesorabile bombardamento russo… Sono tragedie di proporzioni immense”.

Catherine Russell, capo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), ha riferito che dall’inizio dei combattimenti, almeno 27 adolescenti sono stati uccisi e 42 sono rimasti feriti. Ma l’UNICEF prevede che il numero delle vittime dei bambini, così come gli sfollati, aumenterà. La metà dei rifugiati sono bambini.
“Quello che sta accadendo ai bambini in Ucraina è un oltraggio morale – ha detto Russell. – Le immagini di una madre, dei suoi due figli e di un’amica che giacciono morti per strada – colpiti da un mortaio mentre cercavano di mettersi in salvo – devono sconvolgere la coscienza del mondo. Dobbiamo agire per proteggere i bambini da questa brutalità”.

Attualmente, l’UNICEF ha 135 dipendenti in Ucraina e gli operatori del team stanno raggiungendo i bambini ovunque possibile, fornendo assistenza psicologica, supporto per la salute mentale e servizi di protezione.
“I bambini in Ucraina hanno bisogno di aiuto e protezione… Hanno bisogno di accedere ai servizi sociali di base come la salute e l’istruzione. Hanno bisogno di speranza per il futuro. Ma soprattutto i bambini in Ucraina hanno bisogno di pace. È l’unica soluzione sostenibile” ha concluso Russell.