Alla sessione speciale dell’Assemblea Generale convocata lunedì per parlare della questione tra Ucraina e Russia è intervenuto mercledì, come portavoce del Sovrano Militare Ordine di Malta, anche l’avvocato Nicola Tegoni.
Subito dopo gli Stati Uniti e la Santa Sede, Tegoni ha ricordato la missione dell’Ordine, che in momento così delicato fornisce “aiuti umanitari globali con una missione speciale al servizio dei malati e dei poveri. In otto anni di conflitto, l’ambasciata dell’Ordine in Ucraina ha fornito notevole sostegno, consulenza e aiuto materiale ai cittadini bisognosi”.
Un problema grave è che, mentre alcuni rifugiati hanno mezzi sufficienti per viaggiare e trovare rifugio da soli, oppure godono della doppia cittadinanza con le nazioni vicine, la maggioranza non ha le risorse per provvedere a se stessa senza supporto. Le previsioni delle Nazioni Unite sono preoccupanti: si stimano oltre 4 milioni di persone potenzialmente in fuga dal Paese.

“Abbiamo visto alcune nazioni fare di tutto per accogliere questi individui e aiutarli a superare il trauma. Il nostro personale conta oltre 5.000 dipendenti, con decine di migliaia di volontari che fanno di tutto, dal servire cibi e bevande calde al prendersi cura delle vittime di lesioni e incidenti, fornire consulenza e supporto emotivo e assistere nella messa in sicurezza di alloggio a breve termine. Stiamo coordinando le nostre attività con le agenzie umanitarie internazionali, come la Croce Rossa e l’UNHCR, e siamo impegnati in un programma internazionale di raccolta fondi per garantire che le risorse adeguate continuino a essere disponibili per il sostegno e il mantenimento di coloro che ne hanno bisogno. Siamo stati incoraggiati dal fatto che il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra terrà un dibattito sui diritti umani in Ucraina alla fine di questa settimana. I rappresentanti del nostro governo parteciperanno a questa importante discussione”.
Poi, in conclusione, un appello alle nazioni affinché comprendano “il trauma vissuto da tutti i rifugiati. Questo conflitto in Europa porta a casa la consapevolezza che la questione degli sfollati e dei bisognosi costretti a lasciare le loro case colpisce il mondo intero: Africa, Medio Oriente, Asia, America Latina, e ora l’Europa”.