Tocca alla Cop26 di Glasgow salvare la Terra ed evitare il disastro climatico. È l’ultima chance. Gli occhi del mondo sono rivolti alla Scozia, dove in queste ore si apre il vertice sul clima delle Nazioni Unite. L’obiettivo è contenere entro 1,5 gradi l’aumento della temperatura per scongiurare siccità, tempeste e inondazioni. L’unica soluzione è arrivare a zero emissioni entro il 2050.
Il risultato di duri negoziati a Roma tra i potenti lascia un enorme lavoro da fare. Il documento finale del G20 afferma che gli attuali piani nazionali su come ridurre le emissioni dovranno essere rafforzati “se necessario“, ma non fa alcun riferimento specifico al 2050 come termine ultimo.
“I sei anni dall’Accordo di Parigi sul clima sono stati i sei anni più caldi mai registrati” ha detto il Segretario generale Onu, Antonio Guterres, nell’aprire i lavori della conferenza che durerà due settimane.

Guterres si rivolge ai leader del G20 che “hanno una responsabilità particolare perché rappresentano circa l’80% delle emissioni”. Incombono però tensioni geopolitiche. Il crescente nazionalismo e la pandemia di coronavirus offrono cupe prospettive sull’azione collettiva. La Cina, il Paese che inquina di più al mondo, ha fissato l’obiettivo al 2060 e anche altri grandi Stati che salgono sul triste podio dei più inquinanti, come India e Russia, non si sono impegnati affatto a fornire una data precisa per raggiungere l’obiettivo.
“Stiamo scavando le nostre stesse tombe” afferma Guterres al vertice. “Il nostro pianeta sta cambiando davanti ai nostri occhi: dalle profondità dell’oceano alle cime delle montagne; dallo scioglimento dei ghiacciai agli implacabili eventi meteorologici estremi. L’innalzamento del livello del mare è il doppio rispetto a 30 anni fa”.
Un’illusione credere a quei rapporti che danno “l’impressione che siamo sulla buona strada”. Anche nella migliore delle ipotesi, “le temperature aumenteranno ben al di sopra dei due gradi”.

“Una dura verità” ha detto Abdulla Shahid, presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “Abbiamo avuto decenni per discutere i fatti sui cambiamenti climatici, sul potere delle rinnovabili, sulla multa dettagli del monitoraggio o della condivisione dei costi. Tuttavia, non siamo ancora riusciti ad agire con la convinzione e la determinazione necessarie”.