Alla vigilia del G20 sull’Afghanistan, voluto dall’Italia, per discutere dalla crescente crisi umanitaria nel Paese, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha esortato il mondo ad agire e aiutare “gli afgani a superare questa tempesta”, altrimenti “non solo loro, ma tutto il mondo pagheranno un prezzo pesante“.
La crisi ha attualmente colpito almeno 18 milioni di persone, ovvero la metà della popolazione. Senza cibo, lavoro, né tutela dei loro diritti, vedremo sempre più afgani fuggire dalle loro case in cerca di una vita migliore. “Probabilmente, aumenterà anche il flusso di droghe illecite, reti criminali e terroristiche”. È l’avvertimento di Guterres.
Per l’Onu, la massiccia operazione umanitaria è un “corsa contro il tempo”. Solo nel mese di settembre, più di 3,8 milioni di persone hanno ricevuto assistenza alimentare; 21.000 bambini e 10.000 donne sono stati curati per malnutrizione acuta; e a 32.000 persone sono state fornite coperte e vestiti caldi per l’inverno. L’assistenza sanitaria primaria e secondaria ha salvato 450.000 persone; 160.000 agricoltori e pastori sono stati aiutati con mezzi di sussistenza; e 12.000 persone con supporto di emergenza psicologica e sociale.
Un importante risultato raggiunto con la collaborazione dei talebani “che hanno concesso l’accesso” ha sottolineato il capo dell’Onu.
L’assistenza umanitaria però non risolverà la crisi economica. Prima della presa del potere talebana ad agosto, la fragile economia dell’Afghanistan era stata tenuta a galla dagli aiuti esteri per vent’anni. Ma con i beni congelati e gli aiuti allo sviluppo sospesi, Guterres ha affermato che “l’economia sta crollando“. Le banche chiudono e i servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria, sono sospesi in diverse zone.
“Dobbiamo trovare il modo di far respirare di nuovo l’economia, ma senza violare le leggi internazionali o compromettere i principi“. È ovvio che trovare una via di uscita spetta a coloro che ora sono al comando.
Dopo il ritiro delle truppe USA e NATO, i talebani hanno promesso in numerose occasioni che avrebbero protetto i diritti di tutti gli afgani. Ma Guterres è “particolarmente allarmato” nel vedere quelle promesse infrante, soprattutto nei confronti delle donne. Circa l’80% dell’economia afgana è informale e dominata dalle donne. “Senza di loro, non c’è modo che l’economia e la società afghane si riprendano“, ha avvertito il capo delle Nazioni Unite.