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September 25, 2018
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Il discorso di Trump integrale all’Assemblea Generale, tradotto in italiano

L'intervento del Presidente americano è durato circa 36 minuti, si è concentrato sul tema della sovranità e non ha risparmiato bordate all'Iran

La Voce di New YorkbyLa Voce di New York
Trump fa ridere l’Assemblea ONU e poi avverte il mondo: l’America resta sovrana

Il Presidente USA Donald Trump durante il discorso all'Assemblea Generale ONU (UN Photo/ Cia Pak)

Time: 13 mins read

“Un anno fa, per la prima volta venivo qui in questa sala di fronte a tutti voi. Ho affrontato le minacce che incombevano sul nostro mondo e ho sottoposto a voi la mia visione per ottenere un futuro più luminoso per tutta l’umanità.

Oggi sono qua di fronte all’Assemblea Generale della Nazioni Unite per condividere i progressi straordinari che abbiamo ottenuto.

In poco meno di due anni, la mia amministrazione ha ottenuto più di quasi ogni altra amministrazione nella storia del nostro paese.

È vero (risate). Non mi aspettavo questa reazione, ma va bene. (risate/applausi)

L’economia americana sta vivendo un momento di crescita come mai prima d’ora. Dalla mia elezione, abbiamo aumentato la ricchezza di 10mila miliardi. Il mercato azionario è al suo massimo storico e le richieste per il sussidio di disoccupazione sono invece le più basse degli ultimi 50 anni. La disoccupazione afro-americana, ispanico americana e asiatico-americana è ai minimi storici. Abbiamo aggiunto circa 4 milioni di nuovi posti di lavoro, incluso mezzo milione nel settore manifatturiero.

Abbiamo varato la più grande riforma e il maggior numero di tagli alle tasse della storia americana. Abbiamo iniziato la costruzione di una grande barriera sul confine e abbiamo implementato la sicurezza lungo i nostri confini.

Abbiamo assicurato fondi record alle nostre truppe- 700 miliardi di dollari quest’anno, 716 miliardi il prossimo anno. Le nostre forze armate saranno potenti come mai prima d’ora.

In altre parole, gli Stati Uniti sono più forti, più sicuri e in generale una nazione più ricca di quanto fosse quando ne ho assunto la presidenza due anni fa.

Noi lottiamo per l’America e per gli americani. E lottiamo anche per il mondo.

Questa è una grande notizia per i nostri cittadini e per le persone che amano la pace in tutto il mondo. Crediamo che quando le nazioni rispettano i diritti dei loro confinanti e difendono gli interessi della loro popolazione, possono lavorare meglio insieme per essere benedette da sicurezza, prosperità and pace.

Oggi, ognuno di noi qua presente è emissario di una cultura diversa, di una storia diversa e di un popolo legato da vincoli di memoria, tradizioni e valori che rendono speciali le nostre nazioni come nessun altro posto sulla terra.

È per questo che l’America preferirà sempre l’indipendenza e la cooperazione internazionale al controllo e alla dominazione di organismi sovranazionali.

Riconosco il diritto di ogni nazione in questa stanza a tramandare i propri costumi, credenze e tradizioni. Gli Stati Uniti non vi diranno come vivere, lavorare o quale religione professare.

Vi chiediamo solo di onorare la nostra sovranità in cambio.

Da Varsavia a Bruxelles, da Tokyo a Singapore, è stato per me un grandissimo onore poter rappresentare gli Stati Uniti all’estero. Ho costruito relazioni di amicizia durature, oltre che  forti partnership con i leader di molte nazioni presenti in questa stanza, e il nostro approccio ha già prodotto cambiamenti incredibili.

Con il supporto di molte delle nazioni qui presenti oggi, abbiamo iniziato un rapporto diplomatico con la Corea del Nord per allontanarci dallo spettro del conflitto, con una nuova e audace spinta verso la pace.

A giugno, sono andato a Singapore per incontrare il leader Nord Coreano, il Presidente Kim Jong Un.

Abbiamo avuto una serie di conversazioni e incontri molto produttivi e abbiamo concordato che fosse nell’interesse di entrambi le regioni procedere alla denuclearizzazione della penisola coreana. Da quell’incontro, abbiamo notato un numero molto incoraggiante di misure intraprese, che pochi avrebbero immaginato possibili solo poco tempo fa.

Missili e razzi non stanno più volando in ogni direzione. I test nucleari si sono fermati. Alcune strutture militari sono già state smantellate. I nostri ostaggi sono stati rilasciati. E come promesso, i resti dei nostri eroi caduti sono stati riportati a casa per riposare in pace sul suolo americano.

Voglio ringraziare il Presidente Kim per il suo coraggio e per i passi che ha intrapreso, anche se molto lavoro rimane ancora da fare. Le sanzioni rimarranno in vigore finché non arriveremo alla completa denuclearizzazione.

Voglio inoltre ringraziare molti degli stati membri che ci hanno aiutato a raggiungere questo momento- un momento che è molto più grande di quanto le persone possano adesso immaginare- ma anche per il supporto di cui avremo bisogno da qui in avanti.

Un ringraziamento speciale al Presidente Moon della Corea del Sud, al Primo Ministro Abe del Giappone e al Presidente Xi della Cina.

In Medio Oriente, il nostro approccio sta ottenendo grandi risultati e cambiamenti storici.

In seguito al mio viaggio in Arabia Saudita lo scorso anno, le nazioni del Golfo hanno aperto un nuovo centro per smantellare i finanziamenti al terrorismo. Stanno creando nuove sanzioni, lavorando con loro per identificare e tracciare la rete terroristica, prendendo più responsabilità per combattere tutte le forme di terrorismo ed estremismo nelle loro regioni.

Gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita e il Qatar hanno stanziato miliardi di dollari per aiutare le popolazioni di Siria e Yemen. E stanno seguendo tutte le strade possibili per porre fine all’orribile guerra civile dello Yemen.

In ultimo, spetta alle nazioni dell’area decidere quale tipo di futuro vogliono per se stesse e per la loro popolazione.

Per questa ragione, gli Stati Uniti stanno collaborando con il Consiglio di Cooperazione del Golfo, con la Giordania e l’Egitto per creare un’alleanza strategica affinché le nazioni del Medio Oriente possano ottenere prosperità, stabilità e sicurezza nelle loro regioni.

Grazie alle forze armate statunitensi e la nostra collaborazione con molte delle vostre nazioni, sono lieto di riferire che gli spietati assassini conosciuti come ISIS sono stati cacciati dai territori che controllavano in Siria ed Iraq. Continueremo a lavorare con gli amici e gli a leati per impedire che ogni forma di finanziamento, supporto o territorio venga dato ai terrestri radicali islamici o che possano in qualsiasi modo infiltrarsi all’interno dei nostri confini.

La tragedia che si sta svolgendo in Siria è straziante. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di fermare il conflitto, insieme all’ottenimento di una soluzione politica che possa accontentare i voleri del popolo siriano. A questo proposito, sollecitiamo le nazioni affinchè il supportino processo di pace guidato dalle Nazioni Unite. Ma vi assicuriamo che gli Stati Uniti risponderanno qualora il regime di Assad decidesse di utilizzare armi chimiche.

Chiedo alla popolazione della Giordania e dei paesi vicini di dare asilo ai rifugiati che scappano da questa brutale guerra civile.

Come abbiamo visto in Giordania, la politica più compassionevole è quella di ospitare i rifugiati il più vicino possibile alle loro case per facilitare la loro possibilità di far parte del processo di ricostruzione. Questo approccio permette di utilizzare le risorse per aiutare molte più persone, dando più valore a ogni singolo dollaro speso.

Ogni soluzione alla crisi umanitaria in Siria deve inoltre includere una strategia per contrastare ili regime brutale che l’ha alimentata e finanziata: la dittatura corrotta in Iran.

I leader iraniani hanno portato caos, morte e distruzione. Non hanno rispetto per le nazioni che confinano con loro o per il diritto ala sovranità delle nazioni. Al contrario, i leader iraniani hanno saccheggiato le risorse delle nazioni per arricchirsi e per diffondere il caos in Medio Oriente e anche più lontano.

Il popolo iraniano è giustamente indignato per il fatto che i suoi leader abbiano sottratto miliardi di dollari alle casse dell’Iran, ipotecato porzioni significative dell’economia, saccheggiato i beni religiosi della popolazione, il tutto per riempirsi le tasche e mandare i loro rappresentanti a fare la guerra. Non va bene.

I paesi confinanti dell’Iran hanno pagato un prezzo pesante per la politica di aggressione ed espansione del regime. Ed ecco perché molte regioni del Medio Oriente supportano la mia decisione di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano del 2015 e reintrodurre le sanzioni nucleari.

L’accordo con l’Iran è stato una manna per i suoi leader. Negli anni trascorsi dal raggiungimento dell’accordo, il budget militare iraniano è cresciuto di circa il 40%. La dittatura ha utilizzato i fondi per sovvenzionare missili nucleari. Aumentare la repressione interna, finanziar il terrorismo e finanziare il caos e i massacri in Siria e Yemen.

Gli Stati Uniti hanno lanciato una campagna di pressione economica per impedire al regime di continuare nel suo massacro. Lo scorso mese, abbiamo ricominciato ad imporre pesanti sanzioni nucleari che erano state abbandonate dopo l’accordo con l’Iran. Altre verranno imposte il 5 novembre e altre seguiranno. E stiamo lavorando con le nazioni che importano il petrolio grezzo dall’Iran per diminuire sostanzialmente i loro acquisti.

Non possiamo permettere che il maggior sponsor mondiale del terrorismo possegga anche le armi più pericolose sulla faccia della terra. Non possiamo permettere che un regime che intona “Morte all’America” e che minaccia la distruzione di Israele possa avere l’opportunità e i mezzi di portare un conflitto nucleare nel mondo. Non posso proprio farlo.

Chiediamo a tutte le nazioni di isolare il regime iraniano finché continuano le aggressioni. E chiediamo a tutte le nazioni di supportare la popolazione iraniana mentre lotta per reclamare il loro destino e le loro credenze religiose.

Quest’anno, compiamo anche un ulteriore passo verso il Medio Oriente. Come riconoscimento necessario del diritto di ogni stato di determinare la propria capitale, ho spostato l’ambasciata statunitense a Gerusalemme.

Gli Stati Uniti si impegnano per raggiungere un futuro di pace e stabilità nella regione, inclusa la pace tra Israeliani e Palestinesi. L’intento è quello di andare avanti, non danneggiare, riconoscendo la realtà dei fatti.

La politica americana del realismo significa che non saremo più tenuti in ostaggio da vecchi dogmi, ideologie screditate e cosiddetti esperti che sono stati smentiti più volte nel corso degli anni. Questo non solo per ottenere la pace ma anche la prosperità.

Crediamo che l’accordo sia giusto. Reciproco. Gli Stati Uniti non sanno più presi in giro.

Per decenni, gli Stati Uniti hanno aperto la loro economia – la più grande fino ad ora sulla Terra- a poche condizioni. Abbiamo permesso alle merci di tutto il mondo di raggiungere gli Stati Uniti  gratis.

Eppure, le altre nazioni non ci hanno permesso di esportare i nostri prodotti nei loro territori. Ancora peggio, alcuni paesi hanno abusato delle loro possibilità per importare i loro prodotti, sovvenzionare le loro merci, prender di mira le nostre aziende e manipolare le loro monete per ottenere vantaggi sleali nei confronti della nostra nazione. Come risultato, il nostro deficit commerciale è salito a circa 800 miliardi di dollari l’anno.

Per questa ragione, stiamo sistematicamente rinegoziando gli accordi commerciali che non ci soddisfano.Lo scorso mese abbiamo annunciato un fantastico accordo commerciale tra Stati Uniti e Messico. E solo ieri, abbiamo completato l’accordo commerciale tra Stati Uniti e la Corea, insieme al presidente Moon. E questo è solo l’inizio.

Molte nazioni in questa sala possono concordare che il sistema finanziario mondiale necessita di un cambiamento. Ad esempio, alcune nazioni sono state ammesse alla World Trade Organization pur violando ogni singolo principio su cui si basa l’’organizzazione. Mentre gli Stati Uniti ,e tante altre nazioni come loro, giocano secondo le regole, questi paesi usano la pianificazione industriale gestita dal governo e le imprese di proprietà statale per volgere il sistema a loro favore. Compiono azioni di dumping dei loro prodotti, trasferimento forzato della tecnologia e il plagio della proprietà intellettuale.

Gli Stati Uniti hanno perso circa 3 milioni di lavori manifatturieri, circa un quarto di quelli riguardanti l’acciaio, e circa 60’000 industrie hanno seguito la Cina nell’unirsi al WTO. E abbiamo accumulato 13 mila miliardi di dollari di deficit commerciali negli ultimi due decenni.

Ma quei giorni sono finiti. Non tollereremo più questi abusi. Non permetteremo che i nostri lavoratori diventino vittime, che le nostre compagnie vengano imbrogliate, e che la nostra ricchezza venga trasferita. l’America non si scuserà mai per proteggere i suoi cittadini.

Gli Stati hanno appena annunciato tariffe per altri 200 miliardi di dollari di beni prodotti in Cina per un totale, ad oggi, di 250 miliardi. Provo un grande affetto e rispetto per il mio amico, il Presidente XI, ma ho chiarito che il nostro accordo commerciale non è equo. La distorsione operata dal mercato cinese e il modo in cui commerciano non è accettabile.

Come la mia amministrazione ha dimostrato, l’America agirà sempre negli interessi della propria nazione.

Ho parlato di fronte a questa Assemblea lo scorso anno e ho avvisato tutti che il Consiglio dei Diritti Umani è diventato fonte di grande imbarazzo per questa istituzione, coprendo l’operato di molte nazioni che violano i diritti umani, mentre colpisce l’America e i suoi amici.

La nostra ambasciatrice alle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha definito un programma chiaro di riforme e nonostante le segnalazioni e i ripetuti avvertimenti, nessuna azione è stata intrapresa.

Dunque gli Stati Uniti hanno intrapreso l’unica strada possibile: ci siamo ritirati dal Consiglio dei Diritti Umani, e non ci ritorneremo finché non avviene una vera. Propria riforma.

Per ragioni simili, gli Stati Uniti non supporteremo più la Corte Penale Internazionale. Per quanto riguarda l’America, l’ICC non ha giurisdizione, legittimità e autorità. L’ICC rivendica la quasi universale giurisdizione sui cittadini di tutte le nazioni, violando tutti i principi di giustizia, eguaglianza e giusto agire. Non consegneremo mai la sovranità dell’America a una burocrazia non eletta, globale e irresponsabile.

L’America è governata dagli Americani. Noi respingiamo l’idea di globalismo e abbracciamo la dottrina del patriottismo.

In tutto il mondo, le nazioni devono difendersi contro gli attacchi alla propria sovranità non solo da parte dell’autorità sovranazionale, ma a che contro tutte le nuove forme di coercizione e dominazione.

In America, crediamo davvero alla sicurezza energetica per noi e per i nostri alleati . Siamo diventati i produttori di energia più grandi sulla faccia della terra.

Gli Stati Uniti sono pronti ad esportare le nostre scorte abbondanti e a buon prezzo di petrolio, carbone e gas naturale.

L’OPEC e la nazioni che ne fanno parte stanno, come al solito, spennando il resto del mondo e  non mi piace. Nessuno dovrebbe. Difendiamo molte di questi nazioni e queste nazioni ne approfittando imponendoci prezzi molto alti per il petrolio. Non va bene.

Voglio che queste nazioni smettano di aumentare i prezzi, vogliamo che iniziano ad abbassarli e da ora in avanti devono iniziare a contribuire seriamente ala protezione militare. Non possiamo tollerare questi terribili prezzi ancora per molto.

Basarsi sulle forniture di un singolo fornitore può lasciare la nazione vittima di estorsioni e intimidazioni. Per questo ci congratuliamo con con gli Stati Europei, come la Polonia, per la costruzione di un sistema di conduttore nel Baltico, cosi che le nazioni non siano più dipendenti dalle forniture russe. La Germania diventerà totalmente dipendente della Russia se non cambierà presto rotta.

Qui nell’emisfero occidentale, ci impegniamo a mantenere la nostra indipendenza dall’invasione delle potenze straniere espansioniste.

È stata la politica nazionale adottata sin dai tempi del presidente Monroe, che ci permette di respingere le interferenze delle nazioni straniere in questo emisfero e nei nostri affari. Gli Stati Uniti hanno recentemente rafforzato le proprie leggi per individuare e analizzare al meglio gli investimenti stranieri in cerca di minacce alla sicurezza nazionale, e accogliamo positivamente la collaborazione con le nazioni che desiderano fare lo stesso nel proprio territorio. Dovete farlo per il vostro stesso bene.

Gli Stati Uniti stanno inoltre lavorando con i propri alleati in America Latina per controllare le minacce alla sovranità derivanti dall’immigrazione incontrollata. La tolleranza verso le difficoltà del genere umano e il traffico di essere umani non è umano. È qualcosa di terribile quello che sta succedendo ad un livello che nessuno ha mai visto. È molto crudele.

L’immigrazione illegale finanzia le reti criminali, le gang spietate e i flusso di droghe illegali. L’immigrazione illegale colpisce la parte della popolazione più vulnerabile, colpisce i cittadini lavoratori, ed ha creato un circolo vizioso di crimine, violenza e povertà. Solo mantenendo i confini nazionali, smantellando le gang criminali, possiamo rompere questo circolo e creare i presupposti per una vera prosperità.

Riconosciamo il diritto di ogni nazione in questa sala di creare le proprie politiche di immigrazione in accordo con i propri interessi nazionali, così come chiediamo in cambio che venga rispettato il nostro diritto a fare lo stesso- cosa che stiamo facendo. Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti non prenderanno parte al nuovo Global Compact on Migration. L’immigrazione non deve essere regolata da un istituto internazionale che non tiene conto degli interessi dei nostri cittadini.

La sola soluzione possibile per porre fine alla crisi sui migranti è aiutare le persone a creare futuri migliori nei loro paesi. Rendere le loro nazioni grandi di nuovo.

Attualmente, stiamo assistendo a una tragedia umanitaria, come ad esempio, in Venezuela. Più di 2 milioni di persone sono scappate dall’oppressione inflitta dal regime socialista di Maduro e dai suoi sponsor cubani.

Non molto tempo fa, il Venezuela era una della nazioni più ricche sul pianeta. Oggi, il socialismo ha mandato in bancarotta questa nazione ricca di petrolio e portato la sua popolazione a una desolante povertà.

Virtualmente ovunque, il socialismo o il comunismo hanno tentato di governare, ma hanno prodotto sofferenza, corruzione e decadimento. La sete di potere del socialismo ha portato all’espansionismo, all’incursione e all’oppressione. Tutte le nazioni del mondo dovrebbero contrastare il socialismo e la miseria che provoca a chiunque.

In questo spirito, chiediamo a tutte le nazioni qui presenti di unirsi alla nostra chiamata per ripristinare la democrazia in Venezuela. Oggi, annunciamo ulteriori sanzioni contro il regime repressivo, e nel nostro mirino abbiamo il circolo di Maduro e suoi più vicini consiglieri.

Siamo grati per tutto il lavoro che le Nazioni Unite compiono in tutto il mondo, permettendo alle persone di costruire un futuro miglior per se stessi e per le loro famiglie.

Gli Stati Uniti sono i più grandi esportatori di aiuti internazionali nel mondo, al momento. Ma pochi ci danno qualcosa in cambio. Per questo stiamo valutando attentamente tutti gli aiuti esteri dell’America. Questa parte verrà seguita dal Segretario di Stato Mike Pompeo. Esamineremo ciò che funziona e ciò che non funziona e se le nazioni che ricevono i nostri dollari e la nostra protezione hanno a cuore i nostri interessi.

Dunque, forniremo aiuto a chi ci rispetta ed è sinceramente un nostro amico. E ci aspettiamo che le altre nazioni paghino la loro parte per il costo delle proprie difese militari.

Gli Stati Uniti si impegnano a render l’operato delle Nazioni Unite più effettivo e importante. Molte volte ho detto che il potenziale della Nazioni Unite è illimitato. Come parte della nostra politica di riforme, ho informato i nostri negoziatori che gli Stati Uniti pagheranno non più del 25% del costo totale del budget per il mantenimento della pace delle Nazioni Unite. Questo incoraggerà altre nazioni a farsi avanti, essere coinvolte e a condividere questo fardello.

E stiamo lavorando per spostare il grosso dei nostri fondi da contributi dovuti a volontari cosicché possiamo indirizzare le risorse americane ai programmi con maggiori possibilità di successo.

Solo quando ognuno di noi farà al sua parte e contribuirà, potremo realizzare le più alte aspirazioni delle Nazioni Unite. Dobbiamo perseguire la pace senza paura, la speranza senza disperazione e la sicurezza senza le scuse.

Guardo intorno in questa sala da cui traspare coì tanta storia, e ripenso a tutti coloro prima di noi che sono arrivati qui per riportare le sfide delle loro nazioni e dei loro tempi. E i nostri pensieri volgono alle domande che hanno trovato posto nei loro discorsi e nelle loro risoluzioni, attraverso ogni parola e ogni speranza. Si tratta di capire quale tipo di mondo lasceremo ai nostri figli e quale tipo di nazione erediteranno.

I sogni che riempiono questa stanza oggi sono diversi come diverse sono le persone che si sono succedute su questo palco, e tanto quanto sono diverse le nazioni rappresentate in questo stesso posto. È davvero una storia magnifica.

C’è l’India, una società libera di oltre un miliardo di persone, che sta riuscendo a portare milioni di persone fuori dalla fascia di povertà e dentro la classe media.

C’è l’Arabia Saudita. Dove il Re Salman e i principe Ereditario stanno varando nuove e audaci riforme.

C’è Israele, che celebra i 70 anni di una fiorente democrazia in Terra Santa.

In Polonia, un grande popolo si sta facendo avanti per la sua indipendenza, la sua sicurezza e il suo diritto alla sovranità.

Molte nazioni stanno perseguendo le loro visioni individuali, costruendosi un loro futuro pieno di speranza, e inseguendo i loro sogni riguardo al destino, al futuro e alla loro casa.

L’intero mondo è più ricco, l’umanità è migliore grazie a questa meravigliosa costellazione di nazioni, ognuna delle quali è speciale, unica e splendente nella sua parte di mondo.

In ognuna di queste, vediamo bellissime promesse di popoli legati da una passato comune e rivolte verso un unico futuro.

Come americani sappiamo che tipo di futuro vogliamo, sappiamo che tipo di nazione l’America deve essere.

In America, crediamo nella maestosità della libertà e nella dignità dell’individuo. Crediamo nel autogoverno e nel ruolo della legge. E celebriamo la cultura che celebra la nostra libertà- una cultura fondata su solidi legami familiari, profonda fiducia e una forte indipendenza. Celebriamo i nostri eroi, custodiamo le nostre tradizioni e più di ogni altra cosa amiamo la nostra nazione.

Dentro ognuno di noi in questa grande sala oggi, e dentro tutti coloro che ci ascoltano nel mondo, c’è un cuore patriottico che prova lo stesso intenso amore per la propria nazione, la stessa profonda lealtà verso la propria madrepatria.

La passione che brucia nei nostri cuori di patrioti e le anime delle nazioni hanno inspirato riforme e rivoluzioni, sacrificio e altruismo, rivoluzioni scientifiche e splendidi capolavori artistici.

Il nostro compito non è quello di cancellare ma di abbracciare. Di costruire insieme. Di attingere dalla sua stessa antica saggezza. E di trovare la volontà di rendere le nostre nazioni grandi, le nostre regioni più sicure e il mondo migliore.

Per liberare questo enorme potenziale nelle nostre genti, dobbiamo proteggere le fondamenta che rendono tutto ciò possibile. La nazioni sovrane e indipendenti sono l’unico mezzo attraverso il quale la libertà è sopravvissuta, la democrazia durata e la pace prosperata. E dunque dobbiamo proteggere la nostra sovranità e acclamare la nostra indipendenza più di ogni altra cosa.

Quando lo faremo, troveremo nuove strade di cooperazione ad attenderci. Troveremo in noi una nuova passione per gli strumenti di pace. Troveremo nuovi scopi, nuove soluzioni e un nuovo spirito fiorirà intorno a noi, rendendo questo mondo un posto migliore dove vivere.

Insieme, scegliamo un futuro di patriottismo, prosperità e orgoglio. Scegliamo la pace e la libertà al posto della dominazione della paura. E permettiamoci di venire qua per combatte per i diritti delle nostre genti e delle loro nazioni. Sempre forti, sempre sovrani, sempre giusti e sempre grati per la grazia, la bontà divina e la gloria di Dio.

Grazie. Dio vi benedica. E Dio benedica le nazioni del mondo.

Grazie mille.Grazie.”

 

Traduzione di Chiara Nobis

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