Prima del voto, Olof Skoog, ambasciatore svedese, ha sottolineato che “abbiamo lavorato intensamente. Adesso è tempo di mostrare responsabilità”. “Tutte le parti hanno l’obbligo di agire in accordo con il diritto internazionale”, ha continuato. “Sono passati 7 anni di guerra, ma la situazione non è mai stata peggiore. Contiamo su tutti, che facciano la cosa giusta”.
E il grosso sforzo affrontato da Svezia e Kuwait ha portato risultato. Quindici membri su quindici hanno votato quella risoluzione – tre giorni dopo pressocchè uguale a quella proposta giovedì.
Infatti, Mansur Al-Otaibi, ambasciatore del Kuwait, ha presentato la risoluzione elencando tutti gli elementi già presenti: cessate il fuoco, evacuazione dei feriti, accesso agli aiuti umanitari, rimozione degli assedi nelle aree popolate – “inclusa la Ghouta orientale”.
- Nikky Haley, ambasciatrice USA. Il suo, è uno dei 15 voti alla risoluzione.
Una delle voci più aspre, è stata quella di Nikky Haley. Prima che iniziasse la riunione del CdS aveva esortato “oggi, vedremo se la Russia ha una coscienza”. Dopo il voto, ha letto delle testimonianze rilasciate dai civili durante questi tre giorni in cui il voto veniva rimandato. Ha letto di una mamma; “sto aspettando che mio figlio muoia… almeno in paradiso c’è cibo”..
- L’ambasciatore russo, Vasily Nebenzya, prima del voto
La risposta della Russia è stata diplomatica e pragmatica. “Ringrazio la Svezia e il Kuwait per il loro lavoro”, ha detto Vasily Nebenzya. “Lavoreremo con tutte le parti”. Ma ha anche sottolineato come “bisogna smetterla con tutte queste rivendicazioni basate sul nulla e condanne contro la Russia”… “Sappiamo che la situazione è grave, e c’è bisogno di misure. E l’assistenza è necessaria per tutti”.
“A parte i problemi, la risoluzione è vitale”, ha detto l’ambasciatore francese, François Delattre. Quello britannico ha dichiarato gli atti del governo siriano “crimini di guerra”. Ancora, ci sono stati molti altri interventi e, alla fine, anche quello dell’ambasciatore siriano, Bashar Jaafari, presente in via eccezionale alla riunione del Consiglio. Jaafari ha sottolineato come Damasco sia colpita dai gruppi terroristi. “Avete ragione su tutto, ma abbiamo anche bisogno di implementare la lotta al terrorismo e tutte le altre risoluzioni, che avete adottato voi stessi”. Ha parlato delle isole Falklands, per cui il… “io non uso il termine regime, perchè io ho rispetto del governo britannico”… ha fatto guerra a un altro paese per un territorio “lontano migliaia di chilometri”.
- Ambasciatore siriano, Bashar Jaafari, durante il suo discorso finale
“Assicuriamo, in cooperazione con la nostra amica Russia, l’uscita dei civili e la distribuzione di beni di prima necessità”, ha continuato Bashar Jaafari. “Ma non abbiamo bisogno di nuove risoluzioni, dobbiamo implementare le 29 risoluzioni già esistenti, che ora sono 30”. In più, “questa risoluzione va implementata in tutte le zone, incluse le zone controllate dagli USA, Israele; e soprattutto bisogna smettere di preparare piani strategici che ricordano i periodi di colonialismo”. E infine, ancora una volta, ha parlato dell’articolo 51 della Carta. “Abbiamo il diritto di difenderci, e continueremo a supportare la lotta contro il terrorismo, dovunque esso sia – ma dentro il nostri territori”, ha terminato.
Allo steak out, Mansur Al-Otaibi ha ringraziato i Membri per la loro collaborazione, tutti. E’ il minimo che possiamo fare. “Ora, dobbiamo implementare la risoluzione sul campo, without delays”, formula ricorrente sulla bocca di chiunque si sia espresso.
Riguardo alla Turchia, se anche lei abbia delle obbligazioni rispetto alla risoluzione, l’ambasciatore ha risposto: “la risoluzione dice tutte le parti, e questo è molto chiaro”. Stessa cosa risponde alla stampa Vasily Nebenzya, l’ambasciatore russo, che non ha rilasciato ulteriori informazioni rispetto a ciò. “Non lasceremo che nessuno reinterpreti la risoluzione”, “non è solo riguardo alla ghouta orientale; ci sono altre zone che hanno bisogno di aiuti umanitari“. E ancora, “non venite a strappare le parole a me, leggete la risoluzione”.
- L’ambasciatore russo, Vasily Nebenzya, durante il breve press release successivo al voto
Forse il senso di responsabilità sul bagno di sangue lasciato scorrere inutilmente è servita almeno a far accordare tutti, ognuno con le proprie priorità, ognuno con le sue responsabilità. Il cessate il fuoco inizia tra meno di 72 ore. Sarà che il Consiglio di Sicurezza è finalmente riuscito ad essere concreto, ora che siamo alla 30esima risoluzione? Sullo Yemen, la situazione è simile. “Si spera di fare qualcosa lunedì”, ha dichiarato l’ambasciatore britannico. “Ancora ci stiamo lavorando”, ha detto Mansur Al-Otaibi.