Nello sforzo di creare un nuovo slancio per gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), all’ONU è stato avviato il forum politico di alto livello per la revisione dell’Agenda del 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il forum è una piattaforma centrale creata come piano globale di azione, con l’obiettivo di rafforzare la pace in tutto il mondo. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 target rappresentano l’ossatura di questa nuova agenda universale, che cerca di accrescere gli obiettivi di sviluppo del terzo millennio (Millennium Development Goals) e di completare ciò che non è stato raggiungere.
Ad aprire il forum politico di quest’anno, Frederick Musiiwa Makamure Shava. Il Presidente del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) ha sottolineato che le discussioni di quest’anno riguarderanno vari temi: l’eliminazione della povertà e della fame, la garanzia per una vita sana, il raggiungimento della parità di genere, la costruzione di infrastrutture capaci di resistere agli eventi naturali, l’estensione dei progressi realizzati alla Conferenza sull’Oceano per conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani. Tutti i Paesi e tutte le parti interessate collaboreranno per l’attuazione dei principali obiettivi dell’Agenda. L’Indice SDG indica che 149 paesi stanno confrontando il loro attuale “tasso” di progresso con una misurazione di base risalente al 2015. E dai dati risulta che la Svezia supera tutti i paesi, con una media pari all’84,5% per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2030.
Nonostante i progressi, La Voce di New York ha esaminato i diversi dati e ha provato a capire se questa nuova Agenda sia solamente parte di una conferenza organizzata con obiettivi irrealistici o se potrà essere davvero uno strumento capace di attuare cambiamenti concreti. Durante il briefing con il portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, nella giornata di martedì La Voce di New York ha chiesto per quale obiettivo il Segretario Generale Antonio Guterres si sente più preoccupato e per quale obiettivo, viceversa, si sente più ottimistico: “Credo che dobbiamo aspettare che il forum finisca – ha risposto il portavoce Stéphane Dujarric, “attendiamo di vedere come va il forum e le conclusioni raggiunte, in modo tale che i paesi possono fornire informazioni sul proprio progresso. Ovviamente vorremmo vedere i progressi su tutti i fronti”.
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Dal portavoce del Segretario Generale, però, nessun accenno è stato fatto alla recente relazione di Guterres sul riposizionamento del Sistema di Sviluppo delle Nazioni Unite per la Consegna dell’Agenda 2030. Un cambiamento strategico resosi necessario quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto al suo Dipartimento di Stato di ridurre i finanziamenti statunitensi ai programmi delle Nazioni Unite di oltre il 50%, e di ridurre del 37% i bilanci statali. È stato stimato, nel complesso, che rispettare i goal richiederà tra i 5 e i 7 trilioni di dollari: la relazione riconosce quindi che ci sarà bisogno di “ri-orientare le fonti di finanziamento pubbliche e private disponibili, oltre all’assistenza ufficiale allo sviluppo (ODA), per garantire una crescita globale inclusiva e prosperità condivisa”. L’utilizzo efficace di diverse fonti di finanziamento, secondo la relazione, “comporterà l’allineamento dei flussi finanziari privati con l’Agenda del 2030, che a sua volta richiederà ai governi e ai mercati di aderire a nuove partnership per incrementare consapevolezza e fiducia”.
Considerata la posizione di Donald Trump e il taglio dei fondi, lo scetticismo all’interno delle Nazioni Unite sulla realizzazione effettiva dei SDG appare più concreto. La Voce di New York ha voluto testare il polso agli Stati Membri che partecipano alla conferenza, per capire quale fosse l’effettiva utilità del dibattito in corso. Così, abbiamo posto, via mail, tre domande a 20 Paesi di diverse posizioni geografiche e condizioni socio-economiche, con l’obiettivo di avere una visione ampia e realistica della situazione, da tutti i continenti: USA, Cina, Russia, Australia, India, Iran, Brasile, Colombia, Messico, Cile, Nigeria, Marocco, Tunisia, Qatar, Canada, Sud Africa, Svezia, Fiji, Turchia. Solo 9 di questi, però, hanno dato risposta alla nostra mail inviata lunedì 10 luglio (con deadline a giovedì 13 estesa poi a venerdì 14). Stati Uniti e Australia non hanno trovato il tempo sufficiente per rispondere alle domande, nonostante avessero l’intenzione di farlo. La Germania invece, ci ha risposto scusandosi di non riuscire a rispondere alle domande entro la scadenza ma che, se approvata l’idea da Berlino, ci potrebbe far parlare con i delegati alla conferenza la prossima settimana. Mentre la Cina, che telefonicamente si era detta interessata alle domande da noi poste, ci ha poi fatto sapere via mail di non voler rivelare il contenuto dell’intervento dell’ambasciatore Jieyi Liu. Fornendoci, però, tutto il materiale (1 2 3 4) relativo alle posizioni degli ultimi anni della missione cinese sul tema dell’agenda 2030.
Gli Stati che hanno voluto dare la loro opinione sono stati cinque: India, Italia, Svezia, Etiopia e Nauru (lo Stato più piccolo al mondo).
Per la nostra prima domanda, abbiamo chiesto ai paesi se si sentono sicuri circa i progressi compiuti sugli SDGs negli ultimi due anni e se sono stati ottimisti sul futuro. Sotto sono le loro risposte:
INDIA: L’India è effettivamente impegnata e fiduciosa di raggiungere gli SDG. L’India, con le sue dimensioni e la vitalità di oltre un miliardo di persone, è determinata a raggiungere gli SDG nell’ambito del proprio programma di sviluppo nazionale. Per accelerare l’attuazione, il governo Indiano ha recentemente pubblicato un progetto dell’Agenda di azione triennale che copre gli anni 2017-18 e 2019-20. Per l’attuazione dell’agenda SDG, il governo dell’India ha lanciato diversi programmi ambiziosi. Un notevole esempio di un’iniziativa trasversale è il Pradhan Mantri Jan Dhan Yojana (PMJDY), il più grande programma di inclusione finanziaria al mondo. Sfruttando PMJDY, Aadhaar (sistema di identità biometrica) e telefonia mobile, il governo ha erogato un importo cumulativo di 1.62 trilioni di sterline a 329 milioni di beneficiari tramite i trasferimenti diretti.
ITALIA: Il Documento Strategico e Pianificativo triennale della Cooperazione Italiana per lo Sviluppo (per il periodo 2016-2018) ha già adottato sia il contenuto che la struttura dell’Agenda 2030. Questo documento è servito da base per l’attivo impegno dell’Italia verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Credo che abbiamo tutte le ragioni per essere ottimisti: nei prossimi cinque anni l’Italia si concentrerà sulla diminuzione della povertà, della diseguaglianza, della discriminazione, della disoccupazione (in particolare tra i giovani e le donne), garantendo uno sviluppo economico ecologicamente sostenibile, aumentando le opportunità di formazione, di istruzione e il progresso sociale e il ripristino della competitività delle aziende italiane attraverso una “quarta rivoluzione industriale” basata su tecnologie innovative sostenibili.
SVEZIA: Si, assolutamente. Credo che abbiamo visto grande impegno da parte degli stati membri, la società civile, dalle imprese, dall’accademia e altre istituzioni coinvolte. Tutti questi attori erano anche parate della formulazione dell’Agenda, che era una precondizione per il suo successo. Stiamo anche vedendo risultati sul territorio. Stati stanno integrando l’agenda nei loro processi a istituzioni nazionali. L’ONU e altre istituzioni multilaterali stanno portando avanti riforme e integrando l’Agenda 2030 nei loro programmi. Per la Svezia, l’Agenda 2030 costituisce una struttura per le nostre politiche interne e esterne. Quest’anno al HPLF è stato il tempo per gli stati membri di mostrare i risultati e molti di noi hanno assegnato ai nostri istituti nazionali di statistica di valutare dove ci posizioniamo nell’implementazione. Il continuo lavoro per sviluppare indicatori per monitorare l’agenda è cruciale. Io credo che sia molto importante che l’Agenda 2030 è un’agenda ambiziosa, che richiede l’inclusione dell’intera società. I risultati non arrivano e non dovrebbero arrivare da un giorno all’altro, proprietà e inclusione di tutti gli attori sono essenziali e richiedono tempo. Opportunismo e populismo sono forti forze nel mondo d’oggi. Ci serve quest’agenda più che mai io credo.
NAURU: La negoziazione del documento SDG è stato un importante traguardo, che ci ha segnalato che ci sarà bisogno di trasformare il modo di operare per soddisfare questo ambizioso e trasformativo insieme di obiettivi. L’agenda SDG è estremamente di ampio respiro e integrata, il che significa che le istituzioni che sono responsabili della sua attuazione devono operare per assicurare che vengano rispettate entro il 2030. Siamo spettatori di queste trasformazioni in atto, e il sistema delle United Nations Development sta lavorando per riformare sé stesso, con l’obiettivo di operare come un insieme coeso e coerente. L’attuazione dell’agenda si svolgerà a livello nazionale e le istituzioni nazionali in questo senso stanno lavorando per rispondere all’agenda, ambiziosa e trasformativa. Per molte delle nostre isole del Pacifico, il sostegno dei partner e del sistema di sviluppo delle Nazioni Unite sarà fondamentale. Mentre alcuni passi sono stati intrapresi, dobbiamo vedere che il processo di supporto si velocizzi, così da renderci certi del raggiungimento dei punti della SDG.
ETIOPIA: Per affrontare la domanda in un modo realistico sarebbe utile riferirsi a uno o due temi molto pertinenti a qualsiasi discussione sugli SDG e sull’Agenda 2030. In questo riguardo, la cosa più importante ha a che fare con il fatto che, però solo due anni sono tra i due, il mondo del 2017 è molto diverso da quello di due anni fa. Gli SDG sono stati accolti con grande speranza e esuberanza due anni fa. La maggior parte di quell’iniziale sentimento sembra essere dissipato. Prendiamo per esempio l’accordo sul cambiamento climatico. Anche l’ONU non sta andando bene. Dunque, il contesto è cambiato e dire che il contesto è tutto è quasi dichiarare l’ovvio. Alla fine, i paesi devono esercitare possesso sui loro affari e sviluppo. Lasciando nessuno indietro e eradicare la povertà estreme è la missione centrale dell’Agenda 2030, e l’ Etiopia sta andando bene in questo riguardo. È una visione nazionale, anche prima degli SDG, che ha guidato l’agenda del governo in tutti gli ambiti. Prima degli SDG l’economia dell’Etiopia ha registrato una crescita economica a doppia cifra per 13 anni consecutivi, risultando in dimezzando la povertà e rendere il paese una delle economie in più rapida crescita nel mondo. Dall’integrazione degli SDG nel suo piano di sviluppo nazionale, l’Etiopia ha registrato un tasso di crescita del PIL reale medio dell’8% nel 2015/16 (agricoltura 2,3%, industria del 20,6% e servizi (8,7%). Tutto questo affrontando una delle peggiori siccità causate dal clima nel 2015/2016. Questa è un’indicazione della resilienza economica sta sviluppandosi in Etiopia. L’economia Etiope sta progredendo bene, e il progresso di attuazione di tutti gli SDG dimostra che l’Etiopia è sulla pista giusta. Secondo il rapporto della Banca Mondiale, l’Etiopia sarà l’economia in più rapida crescita. Il suo PIL è destinato a crescere dell’8,3% nel 2017. Al contrario, la crescita globale è prevista di essere del 2,7%. Lasciatemi dire qui, nonostante il difficile contesto globale che ho ricordato, la cooperazione, sud-sud, ha continuato ad essere robusto e molto utile per i paesi come Etiopia.
Per la nostra seconda domanda, abbiamo chiesto a ciascun Paese quali siano, secondo loro, gli SDG con la più alta e minima probabilità di essere raggiunti. Sotto sono le loro risposte.
INDIA: Le interconnessioni tra i 17 SDG sono così forti che il perseguimento degli obiettivi implica necessariamente la promozione di altri obiettivi. Per condividere le esperienze e le lezioni apprese, l’India presenta la sua Revisione Nazionale Volontaria il 19 luglio 2017. Inoltre, organizziamo un evento interattivo speciale il 17 luglio 2017 sugli sforzi speciali e le iniziative politiche incrociate intraprese dal governo dell’India.
ITALIA: Gli obiettivi di sviluppo sostenibile non sono divisibili a causa della loro inter connettività e della natura integrata, quindi ,non possiamo pensare di raggiungere solo alcuni degli obiettivi. Ci siamo impegnati a non lasciare nessuno dietro, questa è la vera forza di questo programma innovativo. È un piano d’azione per la gente e la prosperità in un ambiente sostenibile, il nostro pianeta. Questa è la chiave. Abbiamo solo questo pianeta e questo è il piano. Come afferma l’ex segretario generale, non abbiamo un piano B perché non esiste un pianeta B.
SVEZIA: Tutti i goal sono egualmente importanti, interconnessi e interdipendenti. Gli Stati membri si impegnano a implementare l’Agenda nella sua integrità and e non dovrebbero impegnarsi né nello scegliere selettivamente né avere una mentalità compartimentata. La Svezia ha preso il commando di diverse area che crediamo sono crucial per l’adempimento dell’Agenda. Noi siamo impegnati ad essere il prima nazione di welfare senza fossili nel mondo. A giugno abbiamo co-ospitato la Conferenza sull’Oceano sull’attuazione del SDG 14 per conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani e le risorse marine insieme alle Figi. Il nostro Primo Ministro ha avviato la collaborazione “Global Deal” per promuovere un lavoro dignitoso in Svezia, ma anche nell’UE e nel mondo. Sosteniamo fermamente la riforma del Segretario Generale dell’ONU sul sistema di sviluppo delle Nazioni Unite. Abbiamo un governo femminista che spinge l’uguaglianza di genere e lavoriamo per promuovere società pacifiche. Sosteniamo fermamente la riforma del Segretario Generale dell’ONU sul sistema di sviluppo delle Nazioni Unite.
NAURU: Una delle chiavi future dell’Agenda SDG è legato al fatto che si tratta di un’agenda integrata. Questo significa che per raggiungere un qualsiasi obiettivo è necessario compiere progressi significativi su molti altri. Ad esempio, non possiamo credere di poter sradicare la povertà, di garantire la sicurezza alimentare o di fare passi in avanti sulla sanità pubblica se la salute dei nostri oceani continua a peggiorare, mentre il cambiamento climatico accelera. L’agenda SDG è decisamente ambiziosa. Con l’obiettivo di raggiungere i nostri obiettivi noi dovremo spostarci dal solito modello di business. Questo è uno sforzo importante che i governi, la società civile, il settore privato e tutte le parti interessate dovranno prendere assieme.
ETIOPIA: Tutti gli SDG sono interrelati e il progresso di uno interessa l’altro. Pertanto, essi dovrebbero essere considerati come molto correlati e rafforzati reciprocamente. Sono meglio considerati in modo integrato. Sono indivisibili. La povertà multidimensionale (SDG1) non può essere ridotta senza affrontare la salute alimentare (SDG 2) ( SDG 3) o istruzione (SDG 4) o uguaglianza di genere (SDG 5). L’accelerazione dell’industrializzazione e delle infrastrutture (SDG 9) avrà un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro (SDG 7). Il punto è che siamo impegnati ad attuare tutti gli SDG che abbiamo integrato nel nostro piano nazionale secondo i nostri contesti in un approccio integrato. Anche, prima, SDG, l’Etiopia ha una buona esperienza nell’attuazione di strategie di sviluppo complete che si completano a vicenda. Ci auguriamo di poterli incontrare in tempo. Tuttavia, dopo aver detto questo, il cambiamento climatico (SDGs 13) rappresenta una sfida importante che potrebbe minare i guadagni di sviluppo e potrebbe ostacolare gli sforzi futuri per soddisfare gli SDG.
Per la nostra terza domanda, abbiamo chiesto ai paesi se eventuali eventi internazionali abbiano potuto favorire o ostacolare gli SDG. Sotto sono le loro risposte:
INDIA: Il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo con i paesi confinanti e con altri paesi del Sud globale porta l’innovazione e la competenza dell’India al servizio di questi paesi. Il Fondo di Cooperazione per lo sviluppo dell’India-ONU istituito l’8 giugno 2017 supporterà progetti di sviluppo sostenibile a proprietà meridionale e guidati, demandati e trasformazionali in tutto il mondo in via di sviluppo. Concentrandosi sui paesi meno sviluppati (LDC) e gli Stati in via di sviluppo delle piccole isole (SIDS), le agenzie delle Nazioni Unite implementeranno i progetti del Fondo in stretta collaborazione con i governi partner, nello spirito della cooperazione globale per l’attuazione di SDG come previsto nell’obiettivo 17.
ITALIA: La realizzazione degli SDG dipende dall’impegno attivo di tutte le parti interessate – vale a dire, i governi, le istituzioni e la società civile – che a “eventi” che accadono nel nostro mondo. Il piano è audace, ma la gente ha bisogno di sapere, perché non teniamo a preoccuparci di qualcosa che non conosciamo. L’agenda deve essere attuata a livello globale, regionale e nazionale. Per questo motivo l’Italia sta promuovendo attivamente Agenda 2030 e le sue SDG a livello globale anche nel contesto della sua attuale presidenza del G7. Allo stesso tempo l’Italia sta lavorando con l’Unione europea su un quadro comune per affrontare le sfide dell’agenda del 2030. Infine, mentre sviluppiamo la nostra strategia nazionale, stiamo portando l’Agenda non solo nella nostra pianificazione politica a tutti i livelli, ma anche nella nostra società, a partire dalle nostre scuole, perché avremo successo solo se la nostra comunità condivide e si preoccupa degli obiettivi globali .
SVEZIA: Abbiamo bisogno di una cooperazione efficace e comprensiva tra tutte le istituzioni coinvolte, a tutti i livelli, all’interno dei paesi e alle frontiere per l’attuazione dell’Agenda. Diverse componenti della discussione internazionale hanno un ruolo importante in questo riguardo. Il Forum Politico ad alto livello (HLPF) è di per sé molto importante per il controllo di approfondimento del progresso dei SDG basato sul confronto tra paesi e ricerca scientifica. Quest’anno il forum è più dinamico e interattivo rispetto allo scorso anno. Il contribuito e la partecipazione delle vari istituzioni è forte. La Conferenza degli Oceani, è un esempio di come abbiamo accelerato l’implementazione dell’Agenda 2030 e du un obiettivo specifico (SDG 14). La conferenza ha portato ad un ambizioso “invito all’azione” intergovernativa e oltre 1 300 impegni volontari che forniscono un impulso globale per l’attuazione della fondamentale SDG 14. La Svezia ha compiuto grandi impegni volontari a riguardo, ad esempio, la lotta contro la pesca illegale e irregolare e la protezione degli Ecosistemi nei paesi in via di sviluppo. Il Forum per il finanziamento per lo sviluppo, che si tiene annualmente per attuare i controlli di approfondimento dell’agenda d’azione di Addis Ababa sul finanziamento dell’Agenda 2030 e degli SDG, è un’altra riunione che contribuisce a promuovere l’agenda.
NAURU: Una risposta a questa domanda può arrivare da un recente evento internazionale organizzato all’interno delle Nazioni Unite: la United Nations Oceans Conference che si è svolta lo scorso giugno ed è stata realizzata su misura per anticipare l’implementazione dell’agenda SDG 14, per conservare e utilizzare in modo sostenibile i nostri oceani e i nostri mari. E la conferenza ci ha mostrato il modo in cui questa attuazione possa concretizzarsi. I leader mondiali hanno riconosciuto le sfide critiche che stanno affrontando i nostri oceani per la loro salute e sono impegnati in azioni per cambiare il trend in declino. Allo stesso tempo, centinaia di impegni sono stati presi volontariamente dai governi, dal settore privato e dalla società civile per intraprendere azioni concrete per affrontare le prossime difficili sfide. Passi concreti che, praticati a tutti i livelli, costituiranno la pietra angolare per l’attuazione di successo dei goal SDG, e non vediamo l’ora di seguire le Conferenze sugli Oceani delle Nazioni Unite per dare garanzia dei nostri progressi.
ETIOPIA: Uno può essere incoraggiato quando gli stati membri delle Nazioni Unite hanno convenuto un risultato per riaffermare l’attuazione dell’Agenda di Addis nel maggio di quest’anno al secondo Forum FFD tenutosi a New York. Uno potrebbe anche essere scoraggiato quando alcuni partner di sviluppo non potevano essere d’accordo sui mezzi dell’attuazione degli SDG. Invece di un evento o di un altro, ciò che è gravemente preoccupante è che gli SDG non potevano essere pienamente attuati, in particolare nei paesi meno sviluppati con l’attuale economia globale traiettoria. Ci sono molte lacune nell’attuazione degli SDG a livello globale; E il multilateralismo è messo in dubbio e gli impegni internazionali non sono soddisfatti. L’ambiente internazionale è poco favorevole quanto per lo sviluppo inclusivo e sostenibile. Il mondo continua ad affrontare sfide politiche, economiche, sociali e ambientali che ostacolano la realizzazione di SDGs. Questa traiettoria deve cambiare e questo richiede rinnovata cooperazione globale per raggiungere gli SDG in tutti i paesi. Mentre le azioni nazionali sono importanti, i paesi sviluppati dovrebbero ottenere i loro impegni di sviluppo (SDG 17) per implementare le SDG universali. La promessa fatta nel 2015 quando l’agenda del 2030 venne approvata nel 2015 doveva intraprendere un’agenda trasformativa e non lasciare nessuno dietro. Una paura di tutto ciò che potrebbe rimanere un sogno irrealistico. Nessuno lo spera.
IL LIBRO
Alla libreria delle Nazioni Unite, venerdì 14 luglio è stato presentato il libro Negotiating the Sustainable Development Goals: A Transformational Agenda for an Insecure World. Gli autori Felix Dodds, l’ambasciatore David Donoghue e Jimena Leiva Roesch hanno affrontato il tema dell’Agenda 2030. Jimena Leiva Roesch è stato consigliere presso la Missione permanente del Guatemala dal 2009 al 2015, ma ha lasciato il posto per assumere un ruolo di negoziatore-chiave nell’ambito degli SDG. Durante la presentazione, ha riflettuto sul rapporto tra l’ascesa del populismo da una parte e l’importanza degli SDG dall’altra: “Ci sono lumi di speranza ovunque, nonostante tutto L’agenda del 2030 si applica a tutti, come ad esempio i richiedenti asilo, i rifugiati e i migranti. Vogliamo usare l’ordine del giorno per fare pressione e spostare le dinamiche su questioni come i bambini non accompagnati”. Ha poi presentato gli SDG come uno “specchio”, in cui i paesi di tutti i continenti si possono vedere per riflettere sugli obiettivi e sui risultati: anche perché c’è un “obiettivo ben chiaro per tutti”.
La speranza ora è che con l’approccio del Segretario Ministeriale, le delegazioni possono fornire una certa chiarezza su come queste SDG verranno attuate nell’ambito delle politiche pubbliche, mettendo in atto forse politiche migliori per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.