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May 12, 2015
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Mogherini all’ONU, per non far piangere più i migranti e non far più vergognare dell’Europa

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

Federica Mogherini lunedì è tornata al Palazzo di Vetro per parlare al Consiglio di Sicurezza. E' la terza volta in meno di due mesi che accade. L'alto rappresentante per gli Affari esteri e la Sicurezza dell'UE, ormai ci rendiamo conto, deve avere il lavoro più difficile della diplomazia mondiale. Infatti le si chiede troppo pur senza affidarle quei poteri per ottenere abbastanza. 

Non ha granché di poteri infatti la Mogherini, praticamente potrebbe essere fermata ogni momento da un semplice "niet" di uno dei 28 governi che compongono l'UE. Eppure quando torna all'ONU e ogni volta deve parlare al Consiglio di Sicurezza, lo fa a nome dell'Europa "unita", anche se tutti e quindici ambasciatori seduti attorno a quel tavolo, soprattutto quelli di Francia e GB, sanno benissimo che l'UE in politica estera unita non lo è mai stata. 

Ma Mogherini deve recitare comunque la sua parte. E lunedì scorso lo ha fatto bene, tentando in tutti i modi di lasciare l'impressione  che ameno questa volta, sulla drammatica situazione dei migranti nel Mediterraneo, l'Europa unita lo sia davvero.

L'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la sicurezza ha ripetuto che l'Europa "questa volta si prende le sue responsabilità". Come per dire: lo so che nessuno ci crede, ma guardate che questa volta lo faremo. Soltanto che per farlo l'UE non può essere lasciata sola, la responsabilità della crisi dei migranti non è solo in Libia, è "globale". 

Poi ha sciorinato numeri. In particolare su come il 2015 si annunci già il peggiore tra gli anni della crisi. Ma una crisi permanente si può chiamare crisi? Lei non lo dice, ma noi all'ONU nelle nostre domande lo abbiamo ripetuto spesso e insieme a noi ora anche il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, che non può essere considerata una "emergenza" una crisi che dura da oltre venti anni. Mogherini dice che "3 su 4" dei migranti morti nel mondo, muoiono adesso nel Mediterranneo. "Tre su quattro!", e lo ripete. Ma quell'affermazione non fa che portare in luce ancora di più le colpe e la vergognosa viltà dell'Europa. Vergogna infatti è una parola che risuonerà nelle stanze del Consiglio di sicurezza più volte durante la seduta dedicata alla crisi dei migranti. 

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Il continente con il più alto tenore di vita della terra (avete dubbi?) ha avuto paura per anni di accogliere circa 200-300 mila migranti che arrivano dall'Africa e dal Medio Oriente. Grandi cifre? Il piccolo Libano, la piccola Giordania, con risorse minime rispetto a quelle europee, ne hanno accolti un milione e mezzo in tre anni!

Questi fatti, anche se la Mogherini li conosce bene ma per pudore nel suo discorso non li cita, al Consiglio di Sicurezza li ricorda nella stessa seduta Peter Sutherland, il rappresentante Speciale per le questioni migratorie del Segretario Generale dell'ONU. Sutherland nel suo discorso almeno rende onore all'Italia, lasciata sola in Europa a cercare di salvare vite nel Mediterraneo, ma che poi, con troppa fretta (di chi? Renzi?Alfano?) è stata anche lei assorbita nella "vergognosa" operazione europea chiamata Triton. Operazione che subito si capiva sarebbe stata un disastro per le scarsissime risorse rispetto a quella italiana Mare Nostrum. Ventotto paesi che fanno molto meno di uno solo vergogna!

Mogherini ora dice che quegli errori (noi li chiamiamo orrori) sono stati corretti dall'Europa. Dice che ora l'Europa finalmente ha capito. I soldi per Triton, alla riunione straordinaria europea indetta solo dopo la tragedia dei famosi 800 annegati, "sono triplicati". 

Davvero? Ma  Sutherland non fa passare nemmeno questa alla Mogherini. Un  Sutherland che noi avevamo già visto all'opera mesi fa quando al Palazzo dell'ONU avvertiva l'Europa che si stava preparando una tragedia nel Mediterraneo se non avesse subito cambiato politica e messo Triton nelle condizioni di operare nel soccorso dei migranti. E così lo stesso Sutherland, nel suo discorso ricorda al Consiglio di Sicurezza e alla stessa Mogherini, che non bastano quei soldi se poi ci sono pochissime navi (solo sei!) rispetto alle cinque volte di più che erano state messe a disposizione da Mare Nostrum. Soprattutto non bastano se con Triton quelle navi non hanno come missione primaria il salvataggio di vite umane ma solo di monitorare i confini.

Mogherini, durante il suo discorso e anche dopo, quando ha risposto alle domande dei giornalisti, ci è apparsa scossa, quasi in imbarazzo. Ma perché, sembrava pensare, era toccato proprio a lei di dover difendere l'indifendibile politica europea, lei che della politica del PD é l'ambiziosissima esperta di affari internazionali capace di una carriera fulminante, ma che dopotutto è anche un'italiana e, soprattutto, una madre! E infatti sia nel Consiglio, che dopo con i giornalisti, Mogherini ha fatto più volte capire di aver provato e di provare vergogna. Vergogna per quella precedente politica attendista dell'Europa. Quando ha citato alla fine del suo discorso le parole di Papa Francesco, dicendo "le loro storie ci hanno fatto piangere e ci hanno fatto vergognare"  subito dopo aggiungendo, quasi con un tono della voce smorzato da un pianto imminente: "Ora mi appello a voi ad aiutarci, per smettere tutti di piangere e sentire ancora quella vergogna".

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E poi allo stake out con i giornalisti (vedi video sopra), quando noi della VOCE le abbiamo fatto due domande (la prima al minuto 6:58), una su cosa ne sarebbe dei migranti lasciati in Libia, ormai "come schiavi" dopo che la strategia principale sembra ancora quella di voler distruggere i barconi dei trafficanti. E l'altra su cosa potrebbe dire lei, come rappresentante del'Europa, proprio in questo momento, per cercare di convincere i migranti che si accingono a partire dalle loro case verso la Libia a non farlo, a non intraprendere quel viaggio che potrebbe risultare fatale per loro, per le loro famiglie e tutti quei loro sogni di una vita dignitosa. Eccola Mogherini, e la potete vedere in video, soprattuto nella risposta alla seconda domanda (minuto 21), ci è apparsa scossa, come prima lo era stata nel Consiglio di Sicurezza. E lo ha detto infatti, da madre, che comprende quei genitori che intraprendono quel viaggio per salvare i loro figli dalle guerre, dalle violenze, dalla fame, dall'inferno. E allora, finalmente anche il nostro rappresentante dell'Europa, ha dato una grande prova di dignità umana, quando davanti a decine di giornalisti internazionali, nel suo inglese perfetto, non ha fatto la "politicante" né l'esperta diplomatica, ma ha risposto sinceramente, da italiana e da madre appunto. Dicendo che pensava che l'Europa in questo momento non avrebbe potuto dirgli nulla per cercare di fermarli. Che comprendeva la loro disperazione. Già, Federica. Adesso ti abbiamo sentito e ti abbiamo riconosciuto anche noi come degna rappresentante di un Europa che non si deve più vergognare.  Speriamo che l'appello di Mogherini al Consiglio di Sicurezza venga accolto, che l'Europa non faccia più piangere i disperati in cerca di un futuro e non ci faccia più vergognare per continuare a negarglielo. 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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