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Moratoria pena di morte col record di consensi all’ONU, Gentiloni la celebra con Bonino e Pannella

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
il tabellone dell'Assemblea generale al momento del voto per la moratoria sulla pena di morte: gli USA votano no, ma il tabellone non lo registra

il tabellone dell'Assemblea generale al momento del voto per la moratoria sulla pena di morte: gli USA votano no, ma il tabellone non lo registra

Time: 6 mins read

 

Ieri giornata storica per i diritti umani alle Nazioni Unite. All'Assemblea Generale dell'ONU si votavano delle risoluzioni su cui, quasi sempre, c'era dietro il lavoro diplomatico dell'Italia e anche di Ong italiane come Nessuno Tocchi Caino, Comunità Sante Egidio, Amnesty Italia, Non C'è Pace Senza Giustizia. Così ieri, oltre a passare per consenso le risoluzioni sul bando delle FGM (Female Genital Mutilation) e i "matrimoni forzati",  l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato, approvandola per la quinta volta, una risoluzione sulla pena di morte che invita gli Stati a stabilire una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione futura della pratica. La prima volta che l'AG dell'ONU aveva votato e adottato un testo pro moratoria, era il 2007.

Anche questa volta, la nuova risoluzione è stata adottata alzando l'asticella record del numero dei paesi a favore: 117 sì (6 in più rispetto alla Risoluzione votata nel 2012) e registrando anche il più basso dei voti contrari (38, tre in meno rispetto al 2012). Il numero degli astenuti è rimasto immutato, 34. ag onu

Secondo l'analisi dei risultati fatta a caldo da Elisabetta Zamparutti, di Nessuno Tocchi Caino, è stata importante la co-sponsorizzazione della risoluzione, per la prima volta, della Sierra Leone e il voto per la prima volta a favore del Niger. Un risultato quindi che, secondo questa analisi, sarebbe il frutto di una missione nel Paese africano proprio di Nessuno Tocchi Caino e del Partito Radicale, una missione guidata da Marco Pannella e Marco Perduca, viaggio che si è svolto dal 19 al 21 novembre.

Insieme al Niger hanno per la prima volta votato a favore della risoluzioni anche Eritrea, Figi, Guinea Equatoriale e Suriname. Da segnalare anche il passaggio dal voto contrario all’astensione di Bahrein, Myanmar, Tonga e Uganda.

Sempre secondo Nessuno Tocchi Caino, la Risoluzione di quest’anno è stata rafforzata nella parte in cui chiede agli Stati di “rendere disponibili le informazioni rilevanti circa l’uso della pena di morte” (tra l’altro, il numero delle condanne a morte e delle esecuzioni, il numero dei detenuti nel braccio della morte e delle sentenze capitali rovesciate o commutate in appello o per le quali è intervenuta un’amnistia o concessa la grazia). L’Assemblea Generale ha anche ribadito di limitare progressivamente l’uso della pena di morte e non imporla per reati commessi da persone minori di 18 anni, donne incinte e – ha aggiunto quest’anno – nei confronti di disabili mentali.

Per la prima volta, gli Stati sono stati invitati ad assicurare il diritto all’assistenza consolare ai cittadini stranieri coinvolti in processi in cui rischiano la pena di morte.

“Il nuovo voto al Palazzo di Vetro, il quinto in sette anni dell’Assemblea Generale ONU, a favore della moratoria registra l’evoluzione positiva in atto nel mondo verso la fine dello Stato-Caino e il superamento del fasullo e arcaico principio dell’occhio per occhio. E’ stato determinato dalla scelta dialogica e creativa di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale di proporre – sin dall’inizio e da soli – la moratoria delle esecuzioni come passaggio chiave per giungere all’abolizione,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno Tocchi Caino, che insieme a Marco Pannella, Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti, ha atteso l’esito del voto della Risoluzione sulla Moratoria nella sede del Partito Radicale a Roma, in collegamento con il Palazzo di Vetro.

Alla fine delle votazioni, si è tenuta una conferenza stampa, sempre a Roma, in cui, con i leader radicali, è intervenuto telefonicamente il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, e anche gli ex ministri degli Esteri Emma Bonino e Giulio Terzi. 

Pannella Bonino

Marco Pannella con Emma Bonino

"Grande soddisfazione del governo, non era un risultato facile" ha detto Gentiloni. "La ovazione in AG è un grande successo della diplomazia italiana, un successo di tutti e voglio ricordare in particolar modo  Emma Bonino. Come ministro degli Esteri voglio ringraziare anche la piccola task force che abbiamo costituito alla Farnesina per raggiungere questo obiettivo, composta da Nessuno Tocchi Caino, Comunità Santo Egidio e Amnesty Italia".

D'Elia ha ricordato l'ottimo coordinamento con la Farnesina e come una organizzazione come Nessuno Tocchi Caino,  sia riuscita a far cambiare voto ad alcuni paesi africani. Andando proprio a trovarli a casa loro per convincere i loro ministri, come nel caso del Niger. E poi D'Elia ha ringraziato la missione italiana a New York, "Emilia Gatto è stata bravissima a seguire il dossier in loco". 

Gentiloni ha ricordato come lui facesse parte del governo italiano che riuscì a far approvare in Assemblea Generale la prima mozione, nel 2007. "Ricordo che su impulso di Emma Bonino, si mosse il ministro degli Esteri che era Massimo D'Alema. Allora i voti favorevoli erano molti di meno e nel 2007 avemmo 54 voti contrari. Quindi ora si è ridotta di molto anche l'area della contrarietà". "Credo che abbia contato molto" ha continuato Gentiloni "anche l'impegno dell'Unione Europea, che l'Italia ha sollecitato durante il semestre della sua presidenza . E anche le dichiarazioni che ha speso personalmente il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon. C'è stata una grande capacità anche nella nostra rete diplomatica, il nostro ambasciatore all'ONU Sebastiano Cardi, nel mettere insieme tante forze per un bellissimo risultato".

Si è detto che i sì sono arrivati a 117, sei in più rispetto al 2012.  Ma c'è anche un piccolo aneddoto da raccontare: al momento del voto,  la luce degli USA sul tabellone non si è accesa e sembrava che fosse stata una scelta. Poi la rappresentante degli Stati Uniti ha comunicato che non aveva funzionato il meccanismo, loro avevano votato no. 

Comunque, ancora una volta è dal Continente africano che arrivano i segnali più importanti. 

Marco Perduca, già senatore radicale nella scorsa legislatura, e che ha viaggiato in Africa proprio per convincere i governi a supportare la moratoria, durante la conferenza stampa ha rimpianto come sarebbe bastato così poco per far ancor meglio: "Se avessimo avuto più aiuto finanziaro per ulteriori viaggi, molto probabilmente un altro paio di voti saremmo riusciti a guadagnarli. Fino a ieri pomeriggio una voce di corridoio dal Palazzo di Vetro dava lo Zimbawe pronto a passare all'astensione…"

Molto soddisfatta anche l' ex ministro degli Esteri Emma Bonino, ideatrice insieme a Marco Pannella di questa battaglia contro la pena di morte all'ONU fin dal 1994, quando i radicali dovevano confrontarsi ovunque con un muro di scetticismo : "Sono contenta del voto di paesi inaspettati, Guinea Equatoriale, la Birmania, mi sembra una grossa apertura al continente asiatico che non riusciamo ancora ad avviare a questo tipo di dibattito. Così come rimane impermeabile il mondo islamico, con l'eccezione di Algeria, Tunisia…. Ci vogliono energia finanziarie e umane per andare avanti con queste campagne. Un giorno positivo che da speranza a tutti, anche a quelli che pensavano che questo giorno fosse impossibile. Nel 1994 abbiamo iniziato tutto questo, dimostrando che la democrazia e la lotta per i diritti non sono un evento ma appunto un processo. Come anche le lotte di Non c'è pace senza giustizia hanno dimostrato. Anche se ci sono paesi che vanno indietro, non bisogna scoraggiarsi. Questa è una bella giornata".

Giulio Terzi, già ministro degli Esteri e ambasciatore all'ONU,  nel 2007 guidava alla Farnesina una task force che lui volle con il partito radicale e Nessuno Tocchi Caino. "Vincemmo nel 2007 grazie a questa sinergia a cui faceva riferimento Bonino" ha detto Terzi che ha continuato: "Emma Bonino ha detto che questo e' un grande processo, e' un percorso. I diritti umani non sono mai un capitolo che possa ritenersi acquisito.  Importante la partecipazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite nelle conferenze preparatorie. E ora mi sembra venuto il momento di insistere per un inviato speciale Onu per la moratoria. In un periodo in cui come cittadini italiani ci piangiamo addosso per le varie brutture che abbiamo assistito in campo sociale, economico e politico in Italia, questa vittoria sui diritti umani ci da orgoglio di essere italiani e di affermare i nostri valori non solo in Europa ma nel mondo.  Quindi questo è il senso di questa giornata: una grande iniezione di fiducia e di orgoglio del nostro ruolo nel mondo". 

Rita Bernardini, segretaria di radicali italiani, ha aggiunto: "Come diceva Terzi, in termini di identità e di orgoglio il nostro paese può vantare un grande successo in questo momento. Non so quanti altri successi possa vantare in questo periodo. L'investimento sul Partito Radicale e su Nessuno Tocchi Caino è stato quindi ben ripagato, con questa immagine che ora arriva al Paese a livello internazionale…."   Ma Bernardini ha poi voluto parlare di situazioni carceri in Italia, rapportando la situazione del boss mafioso Bernardo Provenzano, in carcere anche se non in grado di riconoscere più, con certe limitazioni che la risoluzione raccomanda, concludendo quindi che dall'ONU arriva anche una lezione per la giustizia italiana.

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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