Come aveva annunciato tre giorni fa Jan Eliasson, vice segretario generale dell’ONU, al Consiglio di Sicurezza: “nello spirito della Carta delle Nazioni Unite [il Segretario Generale] ora intraprende la sua missione a Mosca e a Kiev”. Giovedì quindi c'è stata la prima tappa per Ban Ki-moon nella capitale russa, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e diversi alti funzionari, sottolineando la necessità di ripristinare il "rapporto fraterno " tra i due paesi.
"E' chiaro che siamo a un bivio. Io continuerò a svolgere il mio dovere di Segretario Generale delle Nazioni Unite e ad impegnarmi con tutte le parti interessate. Dobbiamo impiegare ogni possibile strumento diplomatico a nostra disposizione per risolvere questa crisi, che ha gravi conseguenze politiche ed economiche", aveva già sottolineato Ban Ki-moon, in una dichiarazione alla stampa a Mosca.
A seguito di un "incontro molto produttivo e costruttivo" con il presidente Putin , Ban Ki-moon ha posto l'accento sulla posizione cruciale della Russia sulla scena internazionale. "Come membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Russia è fondamentale per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale – soprattutto in questa regione", ha detto Ban.

Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon ricevuto a Mosca dal Presidente russo Vladimir Putin (UN Photo/Eskinder Debebe)
"Durante il nostro incontro [con Putin], ho sottolineato che tutte le parti si astengano da ogni azione affrettata o provocatoria che potrebbero aggravare ulteriormente una situazione già molto tesa e molto mutevole. La retorica infiammatoria può portare a ulteriori tensioni e possibili errori di calcolo oltre a contro-reazioni pericolose", ha detto Ban, aggiungendo: "ho detto al presidente Putin che capisco le sue legittime preoccupazioni legate alla situazione della minoranza russa in Ucraina. Come ho detto fin dall'inizio di questa crisi, è fondamentale che i diritti umani di tutte le persone in Ucraina, in particolare delle minoranze, devono essere rispettati e protetti".
A questo proposito, Ban ha evidenziato il recente impegno del primo ministro ucraino Yatsenuyk di ripristinare la lingua russa come lingua ufficiale in Ucraina, e di altri sviluppi positivi.
Tuttavia secondo il Segretario Generale, il modo migliore per affrontare le preoccupazioni per il rispetto dei diritti umani è quello di sostenere e accogliere gli osservatori dei diritti umani delle Nazioni Unite e dell'OCSE in modo da poter avere una valutazione oggettiva su ciò che sta realmente accadendo sul terreno. Alcuni di questi team di osservatori si trovano già in Ucraina, compresa la parte orientale e sud-orientale del paese.
Il capo delle Nazioni Unite ha poi aggiunto che "il presidente Putin è stato uno dei partner più importanti per le Nazioni Unite ed è stato un leader internazionale che ha ripetutamente esortato che le controversie internazionali si risolvino nel quadro della Carta delle Nazioni Unite".
Ricordando che la Russia e l'Ucraina sono due membri fondatori delle Nazioni Unite, Ban ha infine concluso dicendo: "Il mondo ci sta osservando e la storia ci giudicherà in base a come ci assumeremo le nostre responsabilità e le nostre azioni riguardanti i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite".
Tuttavia, durante un Press Briefing tenutosi mercoledì con i corrispondenti dal Palazzo di Vetro, alla domanda circa la legittimità della annessione della Crimea e se Ban la riconoscesse oppure no secondo quei dettami "dello spirito della Carta" della Nazioni Unite, il Portavoce di Ban Ki-moon ha cercato di eludere la domanda, osservando che il Segretario Generale ha espresso la sua profonda delusione e preoccupazione per il referendum in Crimea. "Il Segretario Generale continuerà a sollecitare tutte le parti in Ucraina e coloro i quali hanno il potere di influenzare tale scenario per evitare misure che potrebbero aumentare ulteriormente le tensioni" ha riferito il portavoce.

Ban Ki-moon a Kiev con il Presidente ad interim dell’Ucraina Oleksandr Turchynov (UN Photo/Eskinder Debebe)
Quando la domanda sulla legittimità o meno del referendum in Crimea secondo lo spirito della Carta dell'Onu è stata posta di nuovo venerdì, quando Ban Ki-moon si trovava a Kiev, la risposta è stata nuovamente elusa con una mezza ammissione: La missione del Segretario in questo momento si concentra solo sul raffreddamento delle tensioni tra Russia e Ucraina, non si discute sui dettagli di legalità…
Venerdì Ban era a Kiev, dove ha tenuto dei colloqui con il presidente Oleksandr Turchynov, il primo ministro Arseniy Yatsenyuk e altri funzionari oltre ad incontrare i membri della missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite e vari rappresentanti della società civile.
Ban ha subito messo in chiaro di aver ripetuto anche a Putin le stesse raccomandazioni che si accingeva ad elencare al presidente Turchynov, ovvero le sua profonde preoccupazioni per questa crisi, per le crescenti tensioni e per i caduti, ma ammettendo che una soluzione pacifica, diplomatica e che ristabilizzi la sicurezza internazionale sia ancora possibile.
"La crisi attuale può essere risolta solo attraverso soluzioni diplomatiche pacifiche basate sui principi della Carta delle Nazioni Unite, compreso il rispetto per la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e ricercando fconcretamente la pace e la sicurezza", ha ribadito Ban, aggiungendo che è necessario astenersi dalle azioni provocatorie perchè "ci deve essere un vero dialogo tra Kiev e Mosca".
Ban ha infine spezzato una lancia a favore, riguarda l'introduzione del russo in Ucraina tra le lingue ufficiali, affermando: "l'inclusività è fondamentale per il ripristino della stabilità al vostro paese". Il Segretario Generale è stato anche lieto di apprendere che il suo Assistente per i diritti umani, Ivan Simonovic sia arrivato in Crimea e spera vivamente che tutti favoriscano le attività di monitoraggio.
Con un succinto excursus sui rapidi e gravi eventi accaduti negli ultimi giorni, il Vice Segretario Generale Eliasson aveva dichiarato mercoledì scorso al Consiglio di Sicurezza: “Le autorità della Crimea avevano annunciato che quasi il 97 per cento di coloro che hanno votato durante il referendum tenutosi domenica scorsa, lo ha fatto a favore della secessione dall'Ucraina e successivamente, la Crimea ha dichiarato la sua indipendenza, che a sua volta è stata riconosciuta dalla Russia; lunedì poi l'Unione Europea e gli Stati Uniti si sono subito mossi per applicare sanzioni mirate contro i funzionari russi e quelli filorussi in Crimea”.
Poi, sempre al Consiglio di Sicurezza, scintille tra l'ambasciatore russo Vitaly Churkin e la collega americana Samantha Power. Quest'ultima, aveva paragonato le giustificazioni che il rappresentante di Mosca aveva dato alla legittimità del referendum in Crimea, alle capacità letterarie dei grandi scrittori Tolstoy e Chekov… Il russo non ha gradito e ha replicato con una minaccia: se i diplomatici occidentali continueranno ad avvelenare il tono delle discussioni, in sede Onu si avranno delle ripercussioni nel rapporto tra Mosca e Occidente anche per quanto riguarda i tentativi di dialogo in altre aree di crisi…
Ricordiamo come mesi di disordini politici in Ucraina hanno portato alla rimozione da parte del Parlamento del presidente Viktor Yanukovych nel mese di febbraio, seguito da un aumento delle tensioni nella regione autonoma di Crimea, dove ulteriori truppe militari russe sono stati recentemente dispiegate e un referendum di secessione si è tenuto domenica scorsa.
Intanto il presidente Putin ha ormai firmato un trattato per rendere la Crimea parte della Federazione Russa, contro il volere del governo di Kiev che continua a dichiarare che non accetterà mai l'indipendenza o l'annessione del territorio in questione. Per di più, negli ultimi giorni, un ufficiale ucraino è stato ucciso davanti a una base militare ucraina nella periferia di Simferopol.
Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha sempre chiesto una soluzione che rispetti i principi della Carta delle Nazioni Unite e che rispetti soprattutto l’unità , la sovranità e l'integrità territoriale dell’Ucraina.
Infine dura è stata la risposta del Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che parlando in nome dell’UE ha detto proprio giovedì: “mettiamo in chiaro che siamo pronti in qualsiasi momento ad aumentare le sanzioni contro la Russia se si verifichi un peggioramento della situazione”.
Questa crisi e soprattutto l’atteggiamento della Russia sta compromettendo le relazioni politiche tra l'UE e quest’ultima, nonché i rapporti tra il G7 e la Russia. Ricordiamo infatti che il G8 – che comprende sette dei principali paesi industrializzati del mondo e la Russia – dovrebbe tenere un summit nella città meridionale russa di Sochi proprio nel mese di giugno. Ma la Merkel ha affermato duramente che “era ovvio, che in un contesto politico del genere non si applichi il formato G8, come è il caso. Al momento, il G8 non esiste più, né fa il vertice, né il formato in quanto tale”. Forse questa rappresenta proprio la prima dura scossa nelle relazioni tra UE e Russia o si tratta di un abile strategia per spaventare Putin e la sua Russia?
Intanto anche Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, al termine di una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha annunciato l’imposizione di nuove sanzioni alla Russia, che coinvolgeranno altri funzionari del governo russo e una banca che "sostiene queste personalità". Si tratta del secondo round di sanzioni economiche a Mosca approvate questa settimana dagli Stati Uniti. Il primo round era stato annunciato lunedì, senza particolari conseguenze, tanto che il giorno dopo Mosca aveva firmato il trattato per l’annessione della Crimea.
Dal canto russo si alza la voce del ministro degli esteri, Serghiei Lavrov che dichiara le sanzioni contro la Russia connesse alla crisi in Crimea "illegali e irrazionali". Tuttavia, per concludere l'iter per l'annessione della Crimea mancano solo la firma di Putin e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.