Membri esperti del Comitato sui Diritti del Fanciullo, compreso la sua Presidente, Kirsten Sandberg, hanno ieri elencato le loro conclusioni inerenti tale rapporto, al termine della 65ª sessione del Comitato, che si è svolta a Ginevra dal 13 al 31 gennaio 2014.
Fornendo aggiornamenti sulla situazione dei bambini in Congo, Benyam Mezmur, membro ed esperto del Comitato, ha dichiarato che queste discussioni sono state “molto costruttive” e si sono concentrate, come hanno fatto proprio le Osservazioni Conclusive degli esperti del Comitato, sulla discriminazione, in particolare su quella che colpisce le bambine e i bambini delle popolazioni indigene e i bambini affetti da albinismo. Il Comitato ha anche discusso – tra le altre preoccupazioni – una serie di questioni riguardanti la violenza contro i bambini, tra cui le punizioni corporali, lo sfruttamento e la violenza sessuale.
Mezmur proseguendo, ha poi affermato che il Comitato è inoltre preoccupato per l'abbandono dei bambini e sul tipo di misure che il governo del Congo sta mettendo in atto per affrontare tale questione. Tra l’altro, sebbene il paese abbia compiuto passi da gigante nell’assistenza sanitaria, le sue strutture sono rimaste mal equipaggiate e a corto di personale.
Per quanto riguarda lo Yemen, Mezmur ha riferito che il Comitato ha espresso preoccupazione per la bassa età riguardante la responsabilità penale nel paese, così come l' applicazione della pena di morte ai bambini. A tal fine, Mezmur ha poi rimarcato che lo Yemen è uno dei cinque paesi che applicano la pena di morte a persone di età inferiore ai 18 anni. Il Comitato ha anche espresso preoccupazioni per l'alto numero di matrimoni tra bambini e l'impatto negativo che questa pratica ha sulle giovani ragazze.
Per quanto riguarda la situazione dei bambini nei conflitti armati, Mezmur ha detto che gli esperti hanno sollevato la questione del rischio elevato di bambini uccisi o mutilati a causa delle mine terrestri, nonché del reclutamento in corso di bambini soldato da parte delle forze armate.
Passando alla Santa Sede, la Presidente della Commissione, Kirsten Sandberg prima di iniziare a leggere il suo discorso, ha dichiarato che i suoi commenti erano basati sulle Osservazioni Conclusive del Comitato. La Presidente poi ha iniziato a leggere la parte di sua competenza, spiegando che ratificando la Convenzione e il Protocollo Opzionale, la Santa Sede si era impegnata ad attuare i trattati non solo sul territorio dello Stato Città del Vaticano, ma in qualità di potere supremo della Chiesa Cattolica, anche sugli individui e le istituzioni poste sotto la sua autorità.
Eppure, il Comitato si è detto preoccupato ha commentato la Presidente, poiché tra le altre cose, “le dichiarazioni passate della Santa Sede e le dichiarazioni sull'omosessualità hanno contribuito alla stigmatizzazione sociale e alla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), adolescenti e bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso”. Il Comitato è inoltre preoccupato che la Santa Sede non abbia fatto abbastanza per proteggere i diritti delle ragazze arbitrariamente collocate dalle proprie famiglie nelle sue istituzioni e chiese, comprese le cosiddette “Magdalen lavandries” d'Irlanda, gestite da quattro congregazioni di suore cattoliche fino al 1996.
Per quanto riguarda la spinosa questione dei “preti che sono stati coinvolti in abusi sessuali su decine di migliaia di bambini in tutto il mondo”, Sandberg ha detto che il Comitato ha constatato che le politiche e le pratiche adottate dalla Santa Sede, hanno portato alla prosecuzione degli abusi e impunità da parte dei colpevoli. “La Santa Sede ha sempre posto la salvaguardia della reputazione della Chiesa e la tutela degli autori di questi atti, sopra il migliore interesse dei bambini”, ha detto Sandberg, aggiungendo che il Comitato è anche preoccupato dal “codice del silenzio” adottato in merito a tale questione posta sui bambini e le chiese interessate.
La Santa Sede ha poi reso noto che il dossier ONU "sarà oggetto di studio", respingendo ogni tentativo di interferire nell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell'esercizio della libertà religiosa. Questa è stata la replica del Vaticano alle accuse mosse dal Comitato dell'ONU. Ad ogni modo, la Santa Sede ha reiterato il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea proprio con i principi promossi dalla Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica. Infine, Monsignor Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'ONU a Ginevra, si è detto "sorpreso". "L'aspetto negativo del documento sembra quasi che fosse già stato preparato prima dell'incontro del Comitato con la delegazione della Santa Sede", ha affermato Tomasi. Secondo quest'ultimo infatti, "al documento manca la prospettiva aggiornata che ha visto una serie di cambiamenti per la protezione dei bambini", concludendo parlando di una linea ideologica. Bisogna ricordare infatti, che l'ultimo atto di Papa Francesco nella lotta alla pedofilia è stata l'istituzione di una Commissione per la protezione dei fanciulli incaricata di elaborare linee guida: dalla formazione di chi lavora con i minori ai protocolli per la sicurezza dell'ambiente, dai codici di condotta e idoneità alla cooperazione con le autorità civili. Il Papa già appena insediato aveva subito richiesto alla Congregazione per la dottrina della fede di agire con fermezza e vigore in questo campo tanto importante per la credibilità della Chiesa.
Passando alla Germania, la Presidente ha annunciato che nel decennio passato da quando il Comitato ha controllato l'ultima volta il rispetto della Convenzione sui Diritti del Fanciullo nel paese, “ci sono molte cose buone da dire sulla Germania, ma abbiamo ancora qualche preoccupazione”. Sandberg ha osservato in merito che, tra gli altri problemi, non esisteva nessun corpo federale nel paese per coordinare l'attuazione della convenzione. Inoltre, il governo non ha fornito l'Istituto tedesco dei Diritti Umani di un mandato per monitorare l'attuazione del trattato o ricevere denunce individuali dei bambini.
La Presidente ha poi aggiunto che gli esperti del Comitato erano preoccupati a causa del numero significativo di ragazze – che vivono in Germania – che subiscono mutilazioni genitali o che sono a rischio di essere temporaneamente inviate ai loro paesi di origine per eseguire tale cruenta pratica. “La situazione dei minori non accompagnati, inoltre, pone alcune sfide in Germania, ha proseguito Sandberg, sottolineando in particolare che gli atti per i richiedenti di asilo prevedono che i bambini di 16 anni di età abbiano la capacità giuridica per iniziare il processo di asilo per conto proprio. Questo potrebbe portare loro ad essere trattati come adulti e quindi non ottenere la protezione di cui necessitano.
Tra le preoccupazioni del Comitato per quanto riguarda la Russia, una esperta del Comitato, Maria Herczog ha menzionato alcuni sviluppi legislativi che hanno inciso negativamente sui bambini, compresa la Legge 2012 che vieta l'adozione di bambini russi da parte di cittadini degli Stati Uniti. La legge, ha osservato, ha privato molti bambini in istituti di cura – compresi i bambini con disabilità – della prospettiva di adozione e la possibilità di vivere in un ambiente familiare. “Sappiamo tutti che l'adozione internazionale è una questione molto controversa, ma in questo caso, non si sta dimostrando utile per gli interessi dei bambini”, ha dichiarato l’esperta. Infine, la Herczog ha citato anche altre preoccupazioni come la discriminazione nei confronti dei bambini in famiglie LGBT, dei bambini rom e dei figli di lavoratori migranti, menzionando poi anche le punizioni e gli abusi corporali, compresa la violenza sessuale negli istituti di cura, la diagnosi “eccessiva” dei bambini affetti da malattie psichiatriche, la detenzione illegale di bambini da parte dell'applicazione della legge e l'istruzione militare obbligatoria ai ragazzi di 15 anni nelle scuole ordinarie, che coinvolge nella loro formazione anche le armi da fuoco.
Per quanto riguarda il Portogallo, è risultato chiaro che la crisi economica e le misure di austerità successive abbiano avuto un impatto molto negativo su molte delle politiche e dei programmi avviati dal governo, Herczog ha detto, aggiungendo che tutto ciò ha gravato seriamente sulle famiglie e sugli investimenti sociali pubblici. Come risultato, i bambini sono sempre più a rischio di soccombere alla povertà e di non aver un accesso adeguato ai servizi e non godere dei loro diritti ai sensi della Convenzione, compreso l'alloggio, l'istruzione e la protezione sociale, ha riferito l’esperta. La diminuzione delle prestazioni sociali infatti, ha colpito circa mezzo milione di bambini nel paese. Anche se il Portogallo ha perseguito una politica di forte integrazione, i rom – il cui numero è di circa 40.000-60.000 – subiscono ancora discriminazioni in materia di occupazione, di alloggio e istruzione, causando un effetto “devastante” sui bambini rom, Herczog ha affermato. Anche la discriminazione nei confronti delle persone di origine africana rappresentava una preoccupazione, così come il gran numero di bambini negli istituti, i bambini in isolamento e il lavoro minorile, che attualmente non è un problema serio, ma che potrebbe riemergere, viste le difficoltà economiche e la rapida crescita della povertà nel paese.