La Giornata dei Diritti Umani proviene dall’adozione da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il 10 dicembre 1948. La Dichiarazione prevede una vasta gamma di diritti umani e libertà fondamentali a cui tutti gli uomini e le donne, ovunque nel mondo, hanno diritto senza alcuna distinzione.
Onorare l’attivismo per i diritti umani, tra cui l'eredità di Nelson Mandela, è ciò che si è celebrato ieri con la Giornata dei Diritti Umani, dove le Nazioni Unite hanno chiesto una maggiore volontà politica e risorse per implementare leggi e norme intese a promuovere e proteggere i diritti e la dignità di tutte le persone in tutto il mondo.
Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon ha dichiarato ieri in tale occasione: "Promuovere i diritti umani è uno degli scopi fondamentali delle Nazioni Unite e l'Organizzazione ha perseguito questa missione fin dalla sua fondazione. Allora, come oggi, la chiave del successo è la volontà politica degli Stati membri". Il Segretario ha voluto inoltre delineare con tale affermazione che gli Stati membri hanno l'obbligo primario di proteggere i diritti umani e prevenirne le violazioni a livello nazionale, oltre a difendere tali diritti quando altri Stati membri non riescono a mantener fede ai loro impegni.
Tuttavia Ban Ki-moon ha osservato che ciò non è sempre facile, aggiungendo che negli ultimi 20 anni, il mondo ha conosciuto il genocidio e molte altre terribili violazioni su larga scala dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario.
Il tema della Giornata dei Diritti Umani di quest'anno è “20 anni di lavoro per i vostri diritti” e segna il 20° anniversario della Dichiarazione di Vienna e del relativo Piano d'azione, adottata dalla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, tenutasi per l’appunto nella capitale austriaca nel 1993, con lo scopo di cristallizzare il principio che i diritti umani siano universali.

Nella foto il Segretario Generale Ban Ki Moon con l’Alto Commissario ai Diritti Umani Navi Pillay ieri in Sud Africa per i funerali di Nelson Mandela (Foto Onu – Rebecca Hearfield)
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha affermato ieri: “La Dichiarazione di Vienna dovrebbe essere visto come un perfetto modello di costruzione che tuttavia è ancora solo a metà”. La Pillay ha evidenziato che la Dichiarazione ha anche portato alla creazione del suo ufficio conosciuto con l'acronimo inglese OHCHR (Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani). L’Alto Commissario ha poi messo in evidenza come le moderne tecnologie siano fondamentali nel trasformare il modo di lavorare nel settore dei diritti umani. Internet, social media e altre innovazioni al fine di migliorare la comunicazione in tempo reale e la condivisione di informazioni stanno “amplificando la voce dei sostenitori dei diritti umani, favorendo il fatto di mettere sotto i riflettori gli abusi e mobilitando in molte parti del mondo il sostegno per varie cause”. Tuttavia, queste tecnologie facilitano anche le violazioni dei diritti umani – ha ammonito la Pillay – portando l’esempio dell'uso della sorveglianza elettronica di massa e la raccolta dei dati, nonché l'utilizzo di sistemi d'armamento autonomi noti informalmente come “robot killer”, che pongono questioni etiche e giuridiche profondamente preoccupanti.
Nell'ambito della Giornata dei Diritti Umani, l’OHCHR ha premiato sei destinatari del Premio per i Diritti Umani 2013, un premio assegnato a individui e organizzazioni in riconoscimento dei loro risultati eccezionali nel campo dei diritti umani.
I vincitori di quest'anno sono stati: Biram Dah Abeid (Mauritania), un figlio di schiavi liberati che lavora con la sua organizzazione per sradicare tale pratica; Hiljmnijeta Apuk (Kosovo), un’attivista per i diritti delle persone con disabilità (soprattutto affetti da microsomia), Liisa Kauppinen (Finlandia), Presidente emerito della Federazione Mondiale dei Sordi, Khadija Ryadi, ex Presidente dell'Associazione per i Diritti Umani in Marocco; la Corte Suprema di Giustizia del Messico (Corte Costituzionale) e Malala Yousafzai, una studentessa pakistana che continua a sostenere l’importanza dell’istruzione sebbene sia stata anche colpita dai Talebani con colpi di arma da fuoco.
Tra i destinatari precedenti vi era anche Nelson Mandela, commemorato attraverso vari messaggi per la Giornata, e la cui eredità è stata onorata ieri in un servizio commemorativo ufficiale a Johannesburg alla presenza di Ban Ki-moon e più di 90 capi di Stato e di Governo.
La Giornata ha dato modo a molti alti funzionari delle Nazioni Unite di fornire chiari messaggi sulla situazione attuale nei loro relativi settori di competenza. Hilde Johnson, il Capo della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS), per esempio ha illustrato le analogie tra le lotte per porre fine all'apartheid in Sud Africa e le lotte e politiche in Sud Sudan, tra cui il referendum nel 2011 sul fatto che la regione dovesse rimanere parte del Sudan o diventare indipendente.
Guy Ryder, Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO) ha posto invece l’accento sulla richiesta di dignità sul lavoro. Circa 20,9 milioni di persone erano costrette a lavorare come schiavi durante il periodo tra il 2002 e il 2011, mentre il lavoro minorile conta ancora 168 milioni di bambini, secondo i dati delle Nazioni Unite. Inoltre, 870 milioni di lavoratori e le loro famiglie vivono in povertà (sotto la soglia dei $2 a giorno), mentre circa 400 milioni vivono in estrema povertà. L'agenzia delle Nazioni Unite ha rilevato che il diritto al lavoro è un diritto umano fondamentale e la sua negazione mette a rischio la vita, la libertà, la dignità umana, la sicurezza e la salute dei lavoratori e mantiene le famiglie in condizioni di estrema povertà.
Salute e diritti umani sono strettamente collegati, ha annunciato nel suo messaggio Michel Sidibé, Direttore Esecutivo di UNAIDS – Programma delle Nazioni Unite per la lotta all'AIDS/HIV –raccontando alcune delle lotte quotidiane delle persone affette da HIV e AIDS.
La Giornata dei Diritti Umani è caduta nel culmine della campagna globale di 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere che inizia ogni anno in occasione della Giornata internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il 25 novembre. Nel suo messaggio, Rashida Manjoo, la portavoce speciale sulla violenza contro le donne, ha voluto sollecitare i governi a intervenire per prevenire e rispondere alla violenza di genere, affermando che il fallimento degli Stati membri nel rispondere efficacemente su tale trattamento di donne e ragazze rappresenta un'altra forma di violenza nei loro confronti.
Infine, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha espresso per mezzo dei suoi rappresentanti le sue più sentite condoglianze a tutte le persone i cui diritti umani fondamentali sono stati violati, in particolare coloro in aree di conflitto. La CPI ha osservato che per la prima volta nella storia, le vittime possono ora partecipare attivamente al procedimento dinanzi al Tribunale e chiederne i risarcimenti.
Nell'ambito degli eventi che si sono svolti contemporaneamente in tutto il mondo in occasione della Giornata dei Diritti Umani, da menzionare ci sono l’evento culturale organizzato dall’UNESCO a Parigi, l’evento speciale su “Sport contro l'omofobia” tenutosi presso il Segretariato dell’ONU a New York e il Premio Nobel per la Pace assegnato ieri ad Oslo, all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC).