Le agenzie di rating finiscono nel mirino delle Nazioni Unite. Già bersaglio di critiche per i giudizi generosi concessi prima della crisi dei mutui subprime, e per i colpi di scure abbattuti sulla giudizio di tenuta di alcuni Paesi (in particolare europei) nell’ultima parte del terremoto del debito sovrano, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch dovranno passare sotto la lente di ingrandimento dell’Assemblea generale che si terrà a Palazzo di vetro nella sessione plenaria del 10 settembre. «Si tratta di far luce sul loro ruolo ruolo nel corso della crisi», spiega il presidente dell’AG, Vuk Jeremic, annunciando l’iniziativa in anteprima nel corso dell’Astana Economic Forum, il simposio euroasiatico organizzato in Kazakistan e giunto alla sua sesta edizione.
«Ritengo che si tratti di un elemento veramente interessante nell’ambito del dibattito sulle questioni economiche che hanno riguardato il nostro Pianeta soprattutto nelle fasi più recenti», spiega Jeremic a La Stampa, a margine dell’intervento tenuto subito dopo il discorso del presidente kazako Nursultan Nazarbayev. «I tempi sono maturi – dice il rampante politico serbo – e proprio per dare risalto a un argomento che merita di essere approfondito, abbiamo optato per la plenaria», ovvero l’inizio della 68 esima Assemblea generale, il momento di maggiore visibilità dei lavori. Nulla di straordinario, tiene a precisare Jeremic, «si tratta dell’applicazione di una misura già contenuta in una risoluzione, a cui abbiamo deciso di dare attuazione in questo momento». Il tutto nel clima di massima serenità senza nessun pregiudizio o accanimento: «Abbiamo invitato anche rappresentanti delle società interessate – ci spiega – perché vogliamo che sia un dibattito ampio, completo e trasparente volto a far luce su quello che è stato il ruolo di questi operatori anche nella crisi finanziaria». E i tre big del rating cosa hanno risposto? «Siamo in attesa di segnali, da noi sono i benvenuti».
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