Rapido ma istruttivo colloquio telefonico con Piero Bassetti, il primo Presidente della Regione Lombardia (1970-1974) che a 97 anni suonati è tuttora un ascoltato e intervistato conoscitore della politica, sia quella globale sia quella nazionale e regionale. «Sono in aeroporto e il mio volo parte tra pochi minuti. Qual è la domanda?».
«Eccola. La crisi del “modello Milano” con il Sindaco Beppe Sala e alti dirigenti e politici sotto accusa, è sulle prime pagine di tutti i giornali italiani. Può essere paragonata a Tangentopoli, che segnò la fine della Prima Repubblica?».
«È vero che negli ultimi anni Milano è un po’ “scappata di mano”. Ma la crisi è ben più profonda e ampia. La vera crisi è quella del modello Stato. Le rapide trasformazioni della società contemporanea non vengono intercettate dallo Stato. I velocissimi mutamenti del capitalismo che – lui sì – si adegua ai nuovi strumenti economici e sociali in continua nascita, da internet alla intelligenza artificiale, non sono governabili con gli attuali strumenti statuali: da quelli centrali dello Stato a quelli territoriali e delocalizzati come le Regioni e i Comuni. Del resto basta fare attenzione ai nomi».
Ovvero?
«Stato è il participio passato del verbo stare. Indica una situazione di immobilità. Invece l’essenza del capitalismo moderno, ma direi proprio della nuova politica, è nel movimento. Lo deve capire anche Bruxelles. Non faremo mai l’Europa con 27 Stati. Lo Stato per il suo modo di essere non riuscirà mai a cavalcare le “intenzioni” che muovono sotterraneamente le società: queste “intenzioni”, invece, sono sempre più importanti, vanno ascoltate per poterle gestire. In attesa delle nuove “intenzioni” che si accavalleranno a ritmi sempre più ravvicinati».

Però, tornando alla cronaca, a Milano ci sono degli indagati eccellenti. Impossibile non farsi venire in mente il socialista Mario Chiesa il cui arresto nel 1992 diede l’avvio a Tangentopoli e segnò la fine della cosiddetta Prima Repubblica…
«Non è paragonabile. Ma, è vero che l’intenzione speculativa dei dirigenti milanesi sotto inchiesta è chiarissima. Direi comunque che è un fenomeno a livello globale…»
Da questo punto di vista l’immobiliare è sempre un settore a rischio speculativo. Anche negli Stati Uniti, l’attuale capo della Casa Bianca Donald Trump viene da quel mondo. Come ci si difende?
«Con la Giustizia e la magistratura. Non è un caso che certa politica e certi politici puntino i loro attacchi verso i giudici. Io, invece, sono totalmente fiducioso nei confronti del ministro della Giustizia».
Ma anche la giustizia sta attraversando una crisi, forse di crescenza. Prima o poi la questione della separazione delle carriere non sarà più rinviabile…
«E io sono favorevolissimo a questa separazione. Da noi in Italia e in generale in molti paesi europei ci sono secoli di storia che pesano e ostacolano. Ma nel mondo anglosassone, dall’America alla Gran Bretagna, la distinzione tra Pubblico Ministero e magistrati funziona bene. Ora però devo andare: hanno chiamato il mio volo».