Che fine ha fatto la campagna “Open to Meraviglia”, creatura della ministra del Turismo italiano Daniela Santanché?
Se ne parlava già da un po’ perché le pagine social della campagna sono ferme a fine giugno, cioè hanno passato l’estate silenti. Ora la stampa italiana riporta l’apertura di un fascicolo d’inchiesta da parte della Procura della Corte dei Conti (l’organo che vigila sull’uso dei fondi pubblici). La campagna, realizzata dall’agenzia di comunicazione Armando Testa, era costata secondo il quotidiano La Repubblica 138mila euro (cioè duemila euro in meno della soglia che prevede una gara d’appalto pubblica) ed era già stata al centro delle polemiche perché usava come testimonial la celebre Venere di Botticelli ritoccata da ‘virtual influencer’ con un sorriso un po’ stolido, in abiti moderni, mentre mangiava la pizza, andava in bicicletta, prendeva il sole a prua di un motoscafo, e altre amenità. Nel quadro originale di Sandro Botticelli, “La nascita di Venere”, capolavoro del Rinascimento, la Dea è nuda e coperta solo dalla folta capigliatura bionda.
Nulla di questo spot era piaciuto alla Rete: né i ritocchi alla Venere, giudicati di pessimo gusto se non ridicoli, né il nome con la sua commistione italo-inglese. “Sarò l’immagine dell’Italia nel mondo, il suo volto più luminoso, Mi troverete un po’ ovunque, nelle piazze e nei borghi più suggestivi, ma anche sui social, negli aeroporti, nei talk show, alle conferenze e nei saloni” prometteva giuliva la voce della Venere influencer. In effetti la campagna prevedeva un investimento complessivo di 9 milioni di euro e una fervente attività social di VenereItalia23, il nickname con cui avremmo dovuto trovarla. E invece: nulla.
I profili su Twitter, Facebook e TikTok non ci sono più, quello su Instagram è fermo al 27 giugno, lo spot della campagna per alcuni giorni era introvabile. Come riporta il quotidiano online Il Post, sul profilo YouTube del ministero del Turismo il 22 agosto è stato pubblicato uno spot di 22 secondi in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo, con la Venere sulle t-shirt delle giocatrici della nazionale. Non ha nemmeno 500 visualizzazioni.
Sulla scomparsa della Venere c’era già stata una denuncia dell’associazione dei consumatori Codacons, e il segretario del partito +Europa, Riccardo Magi, aveva parlato di un’altra denuncia per danno erariale. Tuttavia l’apertura di un’istruttoria del procuratore regionale per il Lazio della Corte dei Conti, Pio Silvestri, sarebbe un gesto autonomo provocato dai dubbi emersi sulla stampa.
Il sito Fanpage a metà agosto era andato a chiedere spiegazioni al ministero del Turismo. Risposta: il contratto con la Armando Testa è ancora in corso e il silenzio della Venere sarebbe “una scelta ponderata” per convogliare il traffico sul sito turistico Italia.it. La Venere “tornerà protagonista” aveva aggiunto il ministero.
La ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha avuto invero un’estate tormentata da quando è emerso in giugno che è indagata dalla procura di Milano per falso in bilancio della società editrice da lei fondata, Visibilia (a fine luglio una mozione di sfiducia parlamentare contro di lei è stata prevedibilmente sconfitta). Non è la ministra in persona però che si occupa della gestione delle campagne pubblicitarie del turismo italiano.
Cosa è successo davvero alla Venere? La vedremo riemergere dalle acque turbolente del ministero, o si pensava di archiviarla quietamente per le troppe critiche ricevute? E non sarebbe la prima volta. Nel 2017 era stato l’allora ministro del Turismo Dario Franceschini a inventarsi un altro sito con nome mezzo inglese: il portale Very Bello, oggetto di ludibrio ed aspre critiche, finì silenziosamente nel dimenticatoio.