Osho, maestro spirituale indiano, ha capito quanto l’amore sia importante nelle nostre vite e ha cercato di spiegare il valore dell’amore: “L’amore è il nutrimento dell’anima. Ciò che il cibo è per il corpo, l’amore lo è per l’anima; senza cibo il corpo si indebolisce, senza amore l’anima si indebolisce”. I suoi pensieri sono conosciuti da tante persone in ogni parte del mondo. La sua profondità ci aiuta a riflettere su come è cambiato il modo di vivere i sentimenti e l’amore.
Certamente, non ci sono dati scientifici che attestino che l’avvento mondo virtuale stia provocando un cambiamento nel nostro modo di vivere l’amore rispetto, per esempio, all’avvento della televisione. Chi l’ha detto che alcune Telenovele o alcune Soap opera non ci hanno dato l’idea di un amore inesistente? Chi lo ha detto che alcuni programmi televisivi non hanno distrutto i sentimenti delle persone? Chi lo ha detto che un reality show non ha veicolato un messaggio distorto come quello di spiare le persone costantemente?
Ogni tipo di evoluzione deve essere adeguata al contesto in cui si sviluppa. Il mezzo televisivo ha innescato la prima grande rivoluzione culturale, perché ha cambiato il modo stesso in cui osserviamo il mondo e i sensi che sono coinvolti. Il processo di mediatizzazione della società ha visto la televisione giocare un ruolo centrale; nessun altro media è stato così invasivo e pervasivo, la fusione tra parola e immagine ha cambiato in modo profondo le modalità con cui si costruiscono i processi di conoscenza stabilendo quel primato dell’immagine cosi come ritiene Sartori.

Io ho condotto una ricerca, contenuta nel mio libro Figli delle App, in cui emerge che la televisione ha per prima innescato quei processi di iper-rappresentazione e in particolare la vetrinizzazione che è cardine nei social media. Si comprende così meglio come il passaggio dall’era della comunicazione analogica a quella digitale stia modificando in profondo il modo con il quale si generano i flussi comunicativi e il sistema di relazioni che da essi deriva. Questa trasformazione aveva preso avvio già negli anni Cinquanta e ha portato alla piena affermazione della tv commerciale, in cui il tentativo era quello di pubblicizzare uno o più prodotti, che ha stravolto completamente tutto. I padri dei figli delle app sono i figli di quella televisione che ha cambiato i processi educativi e ha dilatato alcuni principi.
Proprio per questo non posso affermare che l’amore virtuale sia da demonizzare, perché si tratta di uno spazio diverso vissuto in un tempo diverso. Basti pensare al Metaverso, un universo in cui è sempre più difficile distinguere il virtuale dal reale, dove un algoritmo sceglie per noi anche un nostro possibile partner.
Facebook ha creato Facebook Dating,per aiutare le persone a trovare l’anima gemella. L’applicazione presenta all’interno delle Storie per raccontare la propria giornata, le proprie attività e i propri interessi. Bisogna personalizzare tutto per farsi conoscere dai possibili partner. Trovare una compagna o un compagno in questo modo ci consente di non dover uscire e di non impegnarci nella ricerca del nostro Romeo o della nostra Giulietta.
Ecco, le tecnologie facilitano gli incontri e ci portano ad estremizzare le nostre emozioni. Questo modo di vivere le relazioni si ricollega al pensiero del grande sociologo Zygmunt Bauman che ha descritto perfettamente il consumismo emozionale. Quando siamo stanchi iniziamo a cercare sulle nostre piattaforme del cuore un nuovo “amore” (se così si può definire).
L’idea di stare insieme oggi è molto cambiata e durante uno dei miei laboratori, presso un liceo di Palermo, è emersa la presenza di innumerevoli profili falsi. Tantissimi studenti hanno dichiarato di avere un profilo falso. Questo ci dimostra come è assolutamente diversa la modalità di vivere un legame. La tendenza è quella di chiedere le password al proprio compagno o alla propria compagna per controllare le chat e i messaggi. Viene a mancare la fiducia, il clima diffuso è quello del sospetto che alimenta ogni nostra insicurezza. Tutto dipende dal nostro comportamento e da come gestiamo le nuove tecnologie e quando sono le nuove tecnologie a gestirci abbiamo perso la partita.
Allora che cosa è sentimento e che cosa è amore? La nuova visione dell’amore non dipende dalle nuove tecnologie, ma dipende esclusivamente da noi e dal nostro atteggiamento. Gli adulti devono far comprendere ai giovani che l’amore esiste ancora e devono trasmettere alle nuove generazioni la voglia di credere nei sentimenti. La scrittrice Emily Brontë nel suo capolavoro “Cime Tempestose” ha scritto: “Lui è me più di me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la sua e la mia sono le stesse”. Sogniamolo e desideriamolo un amore come questo… ne abbiamo bisogno.