L’efferato attacco di martedì sera contro l’ospedale Al-Ahli di Gaza City è stato “probabilmente” compiuto dalle milizie palestinesi – e non già dall’esercito israeliano.
A sostenerlo – avvalendosi dei risultati preliminari dell’intelligence USA – è stato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nell’incontro di mercoledì con il premier Benjamin Netanyahu. Un vertice nel quale i due leader hanno contestualmente annunciato l’imminente apertura di un corridoio umanitario per i civili residenti nella Striscia.
I palestinesi – Hamas e Autorità nazionale palestinese (ANP) in primis – avevano sin da subito puntato il dito contro le forze armate israeliane, ritenendo che il missile abbattutosi tragicamente sul nosocomio episcopale anglicano di Gaza City fosse uno delle migliaia di razzi lanciati da Tsahal nella popolosissima enclave, da giorni sotto assedio.
Lo Stato ebraico ha invece risposto con immagini e intercettazioni che indicherebbero come dietro la carneficina ci sia piuttosto la Jihad islamica, alleata di Hamas. Un missile dei miliziani islamisti, diretto verso il territorio israeliano, si sarebbe infatti accidentalmente schiantato su Gaza durante il tragitto.

Dopo averlo accolto in mattinata all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, Netanyahu ha ringraziato Biden per la sua visita, la prima di un capo di Stato USA nel Paese in tempo di guerra. “So di parlare a nome di tutto il popolo israeliano quando le dico grazie, signor Presidente, grazie per essere al fianco di Israele oggi, domani e sempre”.
Dal canto suo, Biden ha paragonato le incursioni di Hamas agli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, invitando tuttavia lo Stato ebraico a “non farsi consumare dalla rabbia”. Il presidente dem ha espresso la sua “profonda tristezza e indignazione” per la carneficina di Gaza City, precisando che “Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese e ha portato loro solo sofferenza”, e soffermandosi in particolare sulla necessità di trovare modi per “aiutare i palestinesi che sono innocenti e presi in mezzo a tutto questo”.
Il leader USA ha quindi annunciato che Israele permetterà la consegna di aiuti umanitari ai civili di Gaza attraverso il varco egiziano di Rafah, dopo che per giorni lo Stato ebraico ha privato la popolazione locale di acqua, cibo e gas.
“Voglio essere chiaro”, ha detto, “se Hamas dirotterà o ruberà queste risorse, dimostrerà ancora una volta di non avere alcuna preoccupazione per il benessere del popolo palestinese”. Biden ha contestualmente aggiunto che altri 100 milioni di dollari di assistenza umanitaria saranno prossimamente consegnati a Gaza e in Cisgiordania.

L’attacco all’ospedale al-Ahli ha tuttavia esasperato le tensioni e fatto deflagrare il risentimento arabo. Nella tarda serata di martedì la folla ha tentato di prendere d’assalto le ambasciate israeliane ad Amman ed Ankara, e persino l’ambasciata statunitense a Beirut – dove le forze di sicurezza hanno dovuto sparare gas lacrimogeni contro i manifestanti.
Proprio a causa dell’ennesima strage di civili nella Striscia, il leader dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato che non incontrerà Biden ad Amman giovedì. Nella capitale giordana era infatti previsto un vertice a quattro tra Biden e i leader arabi di Palestina – Abbas – Giordania – re Abdullah II – ed Egitto – Abdel Fattah el-Sissi.
La defezione di Abbas ha peraltro convinto la Casa Bianca a rinviare tout court la visita. “Dopo essersi consultato con il re Abdullah II di Giordania e alla luce dei giorni di lutto annunciati dal presidente dell’Autorità palestinese Abbas, il presidente Biden rinvierà il suo viaggio in Giordania e il previsto incontro con questi due leader e con il presidente egiziano Sisi”, ha dichiarato la Casa Bianca in un comunicato pochi attimi prima che Biden salisse sull’Air Force One.
RAW FOOTAGE: A rocket aimed at Israel misfired and exploded at 18:59—the same moment a hospital was hit in Gaza. pic.twitter.com/Kf5xJazSap
— Israel Defense Forces (@IDF) October 17, 2023
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “inorridito” per le centinaia di persone uccise nell’attacco di martedì e chiesto un cessate il fuoco immediato. Il funzionario portoghese ha inoltre lanciato un appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato dei circa 200 ostaggi rapiti (tra cui 19 cittadini americani) e ad Israele affinché consenta l’accesso immediato e senza restrizioni agli aiuti umanitari a Gaza.
Stando agli ultimi dati forniti dai due belligeranti, i morti palestinesi in 11 giorni di guerra sarebbero più di 3.000 – mentre quelli israeliani circa 1.400.
Incontrando Netanyahu e il gabinetto di unità nazionale israeliano, lo scopo di Biden è ribadire il fermo supporto di Washington allo Stato ebraico, ma altresì scongiurare l’immane carneficina derivante dalla possibile invasione di terra di Gaza. Sul tavolo c’è poi anche la richiesta di Washington di costituire un corridoio umanitario che permetta alla popolazione di Gaza di avere accesso a cibo, carburante e acqua dopo il blocco israeliano.
Sullo sfondo resta infine anche lo spettro di un coinvolgimento dell’Iran. La Repubblica Islamica, principale alleata di Hamas, Jihad islamica e degli Hezbollah libanesi, ha infatti minacciato Israele di un’escalation – e di un possibile intervento di Teheran – in caso di proseguimento dei bombardamenti.
Gli ayatollah spingono Hezbollah per intervenire e i colpi di cannone e il lancio di razzi si fanno sempre più frequenti. La tensione al confine con il Libano è alle stelle. I 600 militari spagnoli della Forza delle Nazioni Unite nella zona “cuscinetto” tra Israele e Libano sono in “massima allerta”.
Una situazione che ha spinto il Comitato per gli Affari Esteri della Camera USA ad avviare le procedure per il via libera a un intervento militare statunitense in Medio Oriente. “Spero di non dover mai approvare questa legge”, ha dichiarato lunedì alla CNN il deputato texano Michael McCaul, aggiungendo che la bozza è stata predisposta solo “nel caso in cui si renda necessaria” un’approvazione d’urgenza.