Sono passati esattamente 365 giorni dall’alba del 24 febbraio 2022, quando milioni di ucraini furono bruscamente svegliati dal fragore delle bombe scoprendo che l’invasione russa era appena iniziata.
E stamattina, nelle celebrazioni per l’anniversario dello scoppio del conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso al suo popolo che “il 2023 sarà l’anno della vittoria” dopo “un anno di dolore, tristezza, fede e solidarietà”.
“Siamo sopravvissuti al primo giorno di guerra su larga scala. Non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il domani, ma abbiamo capito chiaramente che per ogni domani è necessario combattere. E abbiamo combattuto”, ha detto il capo di Stato 45enne in un breve discorso pre-registrato mentre in sottofondo scorreva musica solenne.
È stato “il giorno più lungo della nostra vita. Il giorno più difficile della nostra storia moderna. Ci siamo svegliati presto e non ci siamo più addormentati”, ha aggiunto Zelensky. “Resistiamo a tutte le minacce, ai bombardamenti, alle bombe a grappolo, ai missili da crociera, ai droni kamikaze, ai blackout e al freddo. Siamo più forti di tutto questo. Non siamo stati sconfitti. E faremo di tutto per ottenere la vittoria quest’anno!”.
Il leader ucraino ha in seguito ha tenuto un discorso per celebrare un anno della guerra nella piazza Santa Sofia di Kyiv, dove ha chiesto un minuto di silenzio per commemorare “gli eroi” che combattono per resistere all’invasione russa e dove ha consegnato simbolicamente una medaglia alla madre di un soldato morto.
Nelle prossime ore Zelensky parteciperà inoltre a un vertice online del G-7 con il presidente statunitense Joe Biden e altri leader occidentali e giapponesi, nel quale verranno verosimilmente annunciate nuove sanzioni contro Mosca.
L’anniversario dell’invasione russa è stato ricordato anche in alcuni dei luoghi-simbolo dell’Europa, come Torre Eiffel di Parigi – mentre a Londra la carreggiata fuori dal consolato russo è stata dipinta dei due colori della bandiera ucraina.
Secondo le stime degli esperti militari occidentali, circa 300.000 persone sarebbero morte nel peggiore conflitto scoppiato in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Al dato vanno aggiunti almeno 10.000 decessi civili – e più di 12 milioni di persone costrette a lasciare le loro case.