Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un cessate il fuoco temporaneo per le ostilità in Ucraina in occasione del Natale ortodosso.
Accogliendo l’appello del Patriarca russo Kirill e del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il Cremlino ha chiesto al ministero della Difesa di far tacere le armi a partire dal mezzogiorno del 6 gennaio fino alla mezzanotte dell’8 gennaio – dal momento che per numerosi fedeli ortodossi il il 6 e il 7 gennaio sono giorni di festa religiosa.
“A causa del fatto che un gran numero di cittadini di fede ortodossa vive in diverse aree della zona di conflitto, chiediamo alla parte ucraina di osservare un cessate il fuoco e di permettere loro di visitare le funzioni della vigilia di Natale, così come quelle del giorno della Natività di Cristo”, si legge in una dichiarazione pubblicata sul sito web del Cremlino.
L’iniziativa russa è stata accolta con scetticismo da parte delle autorità ucraine, che sospettano che sia solo uno stratagemma per recuperare le forze e preparare una massiccia escalation per febbraio. Della stessa opinione il presidente statunitense Joe Biden, secondo cui Putin “sta cercando solo un po’ di ossigeno”.
Secondo Kyiv, le forze russe avrebbero già violato il loro impegnato colpendo in mattinata la città di Kramatorsk, nell’est dell’Ucraina. Secondo la TASS, invece, sarebbe stato l’esercito ucraino a violare la tregua, attaccando a colpi di artiglieria l’area di Donetsk, nel Donbass.
La tregua di Natale è “una trappola cinica e un elemento di propaganda” secondo il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, tra i fedelissimi del presidente Volodymyr Zelensky. In un tweet, Podolyak ha negato che la Chiesa ortodossa russa costituisca un’autorità per l’ortodossia globale, definendola invece come una “propagandista di guerra”.
“Lasciamo che i credenti ortodossi vadano in chiesa a Natale. Dichiarano una tregua e, allo stesso tempo, si siedono e ricaricano i loro razzi. Bastardi”, ha scritto Boris Filatov, sindaco della città ucraina di Dnipro, in un post su Telegram.
La tregua, chiariscono comunque da Mosca, è destinata ad avere breve durata ed esclusivamente in relazione alla festività religiosa ortodossa. Per intavolare un vero negoziato, Putin ha infatti ribadito la precondizione che Kyiv riconosca le quattro regioni ucraine annesse dalla Russia nel sud e nell’est del Paese.